Il 2 Febbraio arriverà su Netflix la prima stagione dell’attesa Altered Carbon, la serie sci-fi tratta dal primo omonimo libro della saga di Takeshi Kovacs scritta da Richard K. Morgan. Un tripudio di colori fluo e scenari cyberpunk in un mondo in cui l’immortalità è diventata la moneta di scambio alla base della legge del più forte. Etica, sesso e violenza sullo sfondo di una storia dalle tinte noir, per una serie che segna ufficialmente l’entrata di Netflix in una nuova grande era della serialità on demand.
In un periodo in cui l’intrattenimento sta riscoprendo il genere fantascientifico e cyberpunk, quello dove la parte più marcia del futuro viene usata come specchio di una società drammaticamente reale, Netflix non può certo tirarsi indietro dal dire la sua.
E lo fa con una serie che segna, dopo il film Bright, la definitiva entrata in gioco di Netflix nel campo delle grandi, grandissime, produzioni.
Il 2 Febbraio farà infatti il suo debutto sulla piattaforma on demand la prima stagione di Altered Carbon, trasposizione seriale dell’omonimo romanzo di Richard K. Morgan.
Altered Carbon è solo il primo di una trilogia, la serie di Takeshi Kovacs, molto amata dai fan del genere sci-fi che, a distanza di molti anni, riesce finalmente a trovare una sua trasposizione audiovisiva.
Infatti, a causa dei suoi contenuti estremamente densi di violenza, scene di nudo e ferocia in alcune tematiche, la trilogia di Richard K. Morgan non era ancora riuscita a trovare qualcuno che volesse scommettere sulla sua produzione.
Ma nell’era in cui HBO e il suo Game of Thrones hanno sdoganato molti limiti nei contenuti, a solo un anno di distanza dalla produzione di American Gods da parte di Amazon Prime Video, anche Netflix si è sentito ormai pronta per affrontare il grande salto e inserire nel a catalogo il suo contenuto più forte ed audace.
Siamo nel 2384 e il concetto di mortalità è largamente superato. Le persone possono vivere in eterno perché tutta la loro coscienza è compressa all’interno di una pila corticale posta sulla nuca.
Attraverso questa pila è possibile spostarsi da un pianeta all’altro, viaggiare “nel tempo” e, appunto, vivere in eterno. Come? Semplicemente spostando la pila da un corpo all’altro, da una custodia all’altra. Questo ha permesso anche alla giustizia di fare numerosi passi avanti, tenendo sotto controllo i criminali ma, soprattutto, permettendo alle vittime di omicidio di identificare il loro killer.
Ovviamente questo è solo un lato della medaglia. Una medaglia che rappresenta una società ancora più fortemente divisa tra ricchezza e povertà. Si, l’immortalità è a portata di mano, ma solo di chi può davvero permetterselo. Solo i ricchi, in questo mondo definiti Mat (Matusalemme), possono usufruire delle reale vita eterna, disponendo di custodie clonate e sempre più perfette.
Chi non hai soldi può solo accontentarsi di custodie di terribile fattura o, peggio, regalarsi al miglior offerente nella vana speranza che la propria pila possa trovare una custodia migliore.
Le custodie, corpi veri e propri, sono carne da macello e le pile, se danneggiate, possono far andare incontro alla Vera Morte, ovvero la cancellazione totale di una persona.
Se da un lato la giustizia ha avuto modo di essere un passo avanti rispetto a un determinato tipo di feccia, dall’altra parte la criminalità è aumentata, più organizzata. Il mercato nero di corpi e pezzi è sempre più intenso, agendo anche attraverso la realtà virtuale e, ovviamente, finanziato dai più potenti.
La corruzione è la vera moneta di scambio in un mondo dalla superficie splendente, ma dove nel profondo l’odore di putrefazione è nauseante e ognuno vive esclusivamente per i propri interessi.
Tortura, omicidio, pedofilia, prostituzione, fenomeni sempre più diffusi e spesso banckground di fantasie sessuali per i più potenti, a discapito dei meno facoltosi, disposti a tutto pur di aver la sicurezza di più denaro e un corpo nuovo dove tornare.
A tutto questo si unisce il dibattito religioso nei confronti della “resurrezione” del corpo, contraria al volere di Dio, anche se a discapito di una vittima innocente. Anima o corpo? Vita o morte?
In questo scenario fortemente diviso, dopo 250 anni di “sonno nel ghiaccio” viene risvegliato un ex militare, Takeshi Kovacs (Joel Kinnaman), assunto da un grande magnate di questo nuovo mondo governato dal più “vecchio”, Laurens Bancroft (James Purefoy).
Sebbene bollato come traditore, in quanto facente parte del corpo ribelle degli Spedi guidato da Quellcrist Falconer (Renée Elise Goldsberry) dopo aver tradito il Protettorato, Kovacs viene assunto da Bancroft per risolvere il misterioso omicidio dello stesso uomo.
Quello che, infatti, sembra essere stato un caso di suicidio bello e buono, archiviato nello stesso modo dalla polizia, nasconde qualcosa di molto molto più losco, che nella sua lunga rete di intrecci porterà Kovacs di fronte a una realtà devastante.
La realtà, infatti, può rivelare delle sorprese e non tutte queste sorprese possono avere un gusto dolce. Kovacs non dovrà solo capire chi o come è morto Bancroft, ma dovrà comprendere perché proprio lui, perché proprio con quel nuovo corpo – assai differente dalle sue solite custodie asiatiche – e perché quella custodia sembri attirare così tanto l’attenzione?
Altered Carbon è sicuramente una serie sci-fi ma che si muove moltissimo sul genere del noir e thriller, rendendo ogni episodio di questa prima stagione interessante e carismatico, catturando l’attenzione dello spettatore che insieme al rigido protagonista dovrà mettere insieme i pezzi di un puzzle ben più complesso.
Un inizio esageratamente lento per Altered Carbon. Una linea, per così dire editoriale, che Netflix sta seguendo un po’ troppo spesso con le sue nuove serie.
I primi episodi, quelli che dovrebbero essere il banco di prova, risultano essere troppo densi di materiale “detto”. Dialoghi lunghi, troppe informazioni date attraverso il linguaggio e lasciando ben poco spazio all’azione.
Il tutto alternato con episodi dalla durata squilibrata che vanno dai 45 minuti toccando i 75 minuti; anche in questo caso ci troviamo di fronte a un elemento non nuovo da parte di Netflix.
Eppure, passati i più insidiosi primi due episodi, Altered Carbon è una serie che riesce a trovare la sua dimensione. Nonostante la durante diversa degli episodi – che fa storcere il naso – la serie viene scandita da un ritmo ben preciso che prende la sua forma attraverso una struttura ben dosata tra azione e mistero. Il thriller è la linea principale seguita dalla serie, il mistero dietro Takeshi Kovacs e tutti i singoli personaggi che si vanno ad unire nel racconto, ma reso ben saldo dalla fortissima componente di azione, scene cruente e violente, dove il sesso e il sangue non mancano di certo.
Indubbiamente il contenuto più forte del catalogo Originale della produzione di Netflix.
Contenuto di genere che mancava e che inizia a fare la differenza in quella che vuole essere una produzione sempre più grande, puntando alla qualità e ai grandi generi dello stesso panorama cinematografico.
Una serie, che pur non vantando dello stesso budget di una serie come Game of Thrones, riesce a mani basse a lasciare il segno. Uno spettacolo di luci e colori, una fotografia che strizza senza ombra di dubbio l’occhio al più recente Blade Runner 2049 e che sa essere un background eccezionale per ogni episodio.
Chapeau per le stesse scenografie, da quelle virtuali a quelle più reali, alla costruzione del mondo di Bay City, partendo dai suoi bassi fondi fino ad arrivare alla venerata “Città tra le nuvole”, passando per il suggestivo The Raven, hotel gestito da un carismatico Edgar Allan Poe (Chris Conner), luogo nevralgico per gran parte della serie.
La rappresentazione di Poe non è altro che un indice metaforico di una società decadente aggrappata a un’arcaica idea di romanticismo ormai non più esistente.
La carne e il sangue si confondono con il silicone e il lattice. Non vi è più una vera distinzione tra un cervello e un backup digitalizzato e la stessa rappresentazione della vita viene ridotta un piccolo oggetto come lo è una pila.
Le atmosfere cyberpunk ci sono tutte e per gli amanti di genere Altered Carbon non può che essere una grande novità nel panorama di Netflix. Inoltre la serie sa essere abbastanza fedele all’anima del libro, rendendo ancora più d’effetto il thriller di fondo e riuscendo a dare intensità alle tematiche importanti alla base del lavoro di Richard K. Morgan.
E, a differenza dei primi due episodi, gli ultimi due sapranno tenervi col fiato sospeso fino alla fine, facendovi dubitare più volte della “realtà”. Un finale che sa gratificare, ma che, al tempo stesso, chiama a gran voce una stagione successiva.
Grandissima l’interpretazione di Joel Kinnaman letteralmente sdoppiato in due (per non dire in tre). Sulle sue spalle si regge gran parte della serie e il suo Kovacs sa essere la giusta rappresentazione di un mondo che, pur non dimenticando il passato, è in continua evoluzione e movimento.
Sempre intriganti i ruoli di James Purefoy, da noi conosciuto soprattutto per i suoi ruoli da villain, ma che in questo personaggio sa sorprendere con dei risvolti inaspettati. Carismatico e profondo, il perfetto simbolo delle conseguenze di un mondo in cui la morte è quasi del tutto inesistente, ma che alla fine dei conti non è altro che un nuovo mezzo per governare la massa più debole e povera.
Altered Carbon, come spesso i racconti sci-fi hanno fatto, non fa altro che rappresentare ancora di più un mondo che vive in un futuro prossimo, ma che sempre di più si avvicina al nostro attuale presente. Un mondo in cui le distinzioni sono sempre più feroci, l’etichette sono alla base della scalata sociale e la tecnologia, anche quella concepita con il fine più puro, diventerà sempre un mezzo mal interpretato dall’uomo, finendo con l’essere un’ulteriore arma di distruzione.
Altered Carbon da inizio, ufficialmente, a una nuova fase per Netflix. Una fase più audace, a tratti più sperimentale.
Una fase che punta al vasto pubblico ma che si avvale di genere, tematiche, contenuti per nulla semplici da gestire. Una serie che saprà incuriosire anche i meno amanti del genere e che si, richiede un po’ di tempo, ma che saprà regalarvi soddisfazione lungo tutti i suoi dieci episodi.
#BingeStream: Altered Carbon#AlteredCarbon Netflix
Posted by Lega Nerd on Tuesday, January 23, 2018
Tutta la prima stagione di Altered Carbon sarà disponibile su Netflix dal 2 Febbraio