A chiudere il primo anno di vita di Nintendo Switch ci pensa il seguito di uno dei jrpg più amati di sempre: Xenoblade Chronicles 2. Scoprite come ci è sembrato con la nostra recensione.
Nel corso dell’E3 2009 veniva presentato da Nintendo un nuovo jrpg sviluppato per Wii da Monolith Soft intitolato Xenoblade Chronicles, titolo che arrivò in Giappone un anno più tardi e tra il 2011 e il 2012 anche in Europa e Nord America, rivoluzionando per sempre il panorama dei giochi di ruolo alla giapponese e imponendosi, nonostante qualche difetto, sopra tutti gli altri concorrenti dell’epoca. La serie Final Fantasy aveva infatti iniziato da poco la virata action che tutt’ora la caratterizza, mentre Xenoblade presentava uno stile più classico ma allo stesso tempo immediato, in cui declinava una storia incredibile piena di elementi fantasy e cyberpunk.
Dopo uno spin-off non proprio entusiasmante arrivato in esclusiva su Wii U, con questo nuovo capitolo la saga si propone di superare tutti i limiti e le imperfezioni del primo gioco e regalare ai fan il jrpg definitivo che in tanti aspettano. Per di più arriva in un anno che ha già visto l’uscita di tantissime produzioni degne di nota, nipponiche e non, e su di esso grava il fardello di rappresentare il terzo diamante della brillante corona di titoli per Nintendo Switch su cui già brillano The Legend of Zelda: Breath of the Wild e Super Mario Odyssey.
Sarà riuscito Xenoblade Chronicles 2 in queste ardue imprese? Per scoprirlo non vi resta che proseguire con la lettura della nostra recensione! Vi ricordiamo che il titolo è disponibile in esclusiva per Nintendo Switch a partire da oggi, 1 dicembre 2017.
Partiamo col dissipare ogni dubbio circa la trama: Xenoblade Chronicles 2 non è un seguito diretto delle vicende narrate nel primo Xenoblade, per cui potrete giocarlo tranquillamente anche se non avete (colpevolmente) mai giocato al primo. Con esso condivide alcuni elementi stilistici e di mitologia – similmente a quanto accadeva tra Xenogears e Xenosaga, glorie del passato che i nuovi titoli di Monolith Soft omaggiano richiamandone l’eco nel nome. Questa storia ci porta ad Alrest, mondo tanto insolito e misterioso quanto affascinante, avvolto in un mare di nubi bianche che si estende a perdita d’occhio sul quale colossali Titani si muovono ospitando sul proprio dorso intere comunità composte di abitanti. Una situazione alquanto insolita e precaria, vien da pensare, e infatti la situazione non è sempre stata questa.
Un tempo – si narra – gli abitanti di Alrest prosperavano in una terra rigogliosa posta in cima all’Albero del Mondo, l’Elysium, insieme al creatore noto come l’Architetto, finché un giorno egli decise di cacciare l’umanità da Elysium e relegarla nell’inospitale quanto precaria situazione in cui versa durante le vicende del gioco. Precaria in quanto i Titani sono esseri millenari la cui energia vitale si sta esaurendo, e man mano che cadranno con essi cadrà e si estinguerà per sempre anche il genere umano. Questo l’inevitabile destino che attende l’umanità, sempre che qualcuno non trovi un modo per riportarla nell’Elysium.
Il protagonista è un giovane di nome Rex che incarna in tutto e per tutto il topos nipponico dello sbruffoncello dal cuore tenero che si prende cura della propria comunità, ma la cui evoluzione nel corso della vicenda è tutt’altro che banale o stereotipata. All’inizio del gioco lo troviamo intento a recuperare tesori sommersi rivendendo i quali si guadagna da vivere pur restando molto isolato. Lo vedremo interagire solo con il vecchio Titano su cui vive, da lui soprannominato affettuosamente “nonnetto”.
Fermatosi alla Gilda dell’Argentum per vendere un po’ dei materiali recuperati durante le sue attività da sommozzatore, Rex verrà coinvolto dal Presidente Bana in una missione di cui non sa neanche i dettagli, ma che accetta senza esitazioni vista la lauta ricompensa in denaro che gli è stata promessa. Non sarà solo però, bensì affiancherà un gruppo diffidente dapprima delle sue capacità, ma che ben presto si ricrederà e comporrà il classico party di personaggi che ogni jrpg che si rispetti deve vantare. La missione del gruppo Torna è quella di recuperare Pyra, una misteriosa fanciulla dai capelli rossi che giace in fondo al mare di nubi, e da qui prenderà il via una serie di eventi che si inerpicherà in un racconto fantastico ed emozionante, a tratti anche drammatico, che saprà soddisfare ogni tipo di giocatore.
Dal punto di vista del gameplay Xenoblade Chronicles 2 migliora notevolmente la formula già apprezzata nel primo capitolo, migliorandola sotto ogni aspetto: il combat system resta basato sulla dinamica degli autoattacchi che i nostri eroi eseguono ciclicamente quando si trovano in prossimità dei nemico agganciati, sta totalmente a noi invece il posizionamento dei personaggi sul campo di battaglia e il controllo delle loro abilità speciali. La dinamica di gran lunga più interessante è però quella dei Gladius e dei Ductor.
I Gladius sono spiriti guerrieri che si manifestano in diverse forme legandosi ai Ductor, cioè a umani con il potere innato di controllarne le capacità. Ciascun Ductor può unirsi a diversi Gladius (fino a un massimo di tre alla volta) reperibili in svariati modi durante il gioco. Una meccanica che segna un geniale superamento delle classiche dinamiche di classi e livelli, conferendo per ciascun Gladius modifiche alle statistiche di base del personaggio, ai valori d’attacco e difesa sia fisici che elementali, diverse armi, moveset e poteri che permettono di avere un approccio strategico davvero elaborato e divertente. Il combat system nel suo complesso risulta molto intuitivo e semplice, ma non per questo semplicistico e banale e questo fattore aiuta notevolmente a mantenere divertente il ritmo del gioco.
La dinamica dei Gladius influenza positivamente anche la dinamica di progressione dei personaggi che, alla fine di ogni incontro, ottengono sia punti abilità, mediante i quali i vari personaggi salgono di livello a migliorano le proprie tecniche e abilità passive, che punti potenza da poter sfruttare per implementare le abilità legate alle varie tipologie di armi. Il sistema di crescita nel suo complesso risulta molto vario e articolato, ma è forse la cosa meno intuitiva e che richiederà al giocatore maggior tempo e concentrazione.
Non è fatto però solo di combattimenti Xenoblade Chronicles 2, anzi. L’esplorazione gioca un ruolo fondamentale nel titolo e si configura come una delle intuizioni più originali per delineare un mondo di gioco che chi vi scrive ricordi da tempo immemore: la superficie che potrete esplorare complessivamente nella decina di Titani su cui poggerete i piedi è enorme e nasconde al suo interno tantissimi segreti e attività secondarie perfettamente cucite nel tessuto narrativo del titolo. Nessuna quest secondaria risulta mai forzata (e non è affatto scontato trattandosi di un jrpg) né frustrante, e se ci si immerge completamente in questo mare di nuvole che è Alrest non si potrà fare a meno che esplorare i titani in lungo e in largo completando qualsiasi missione, scoprendo ogni segreto, ascoltando ogni storia.
Infine, dal punto di vista tecnico e artistico, Xenoblade Chronicles 2 presenta luci ed ombre: il character design è notevole, così come la varietà di dettagli e la cura maniacale posta nel rendere ogni ambientazione piena di particolari che le rendono uniche. Anche il comparto sonoro è da promuovere a pieni voti, sia per quanto concerne la splendida colonna sonora che il doppiaggio (preferibile ovviamente quello giapponese a quello in inglese dove per forza di cose si nota qualche sbavatura, ma niente di tremendo).
Il titolo presenta comunque dei sottotitoli in italiano molto scorrevoli che permetteranno anche agli anglofoni meno avvezzi di godersi pienamente l’avventura. Le uniche pecche si configurano per quanto riguarda l’aspetto grafico dove al netto di una buona qualità complessiva abbiamo riscontrato spesso fastidiosi fenomeni di pop up e qualche texture non al massimo della forma che si nota soprattutto in modalità portatile. Altro fattore negativo è che, sempre in modalità portatile, il titolo divora letteralmente la batteria di Nintendo Switch per cui vi toccherà spostarvi muniti di alimentatore! Nonostante queste pecche comunque, Xenoblade Chronicles 2 riesce nell’intento di chiudere il 2017 di Switch in gran stile configurandosi come uno dei migliori jrpg di sempre e tenendo fede all’eredità e alle aspettative che i fan nutrivano dopo lo spettacolare primo capitolo della saga.
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- Una storia densa ed emozionante
- Gameplay intuitivo e raffinato
- Colonna sonora da pelle d'oca
- Qualche imperfezione grafica
- In portatilità distrugge l'autonomia di Switch