Ammore e Malavita: il “La La Land” partenopeo che stavamo aspettando!

Ammore e Malavita

Negli ultimi giorni della Mostra del Cinema di Venezia, quando i giochi sembrano fatti, arrivano il duo Manetti Bros. che conquista la critica con il musical Ammore e Malavita, una Napoli tra citazioni cinematografiche, musica e mafia.

Tra gli italiani In Concorso alla 74. Mostra del Cinema di Venezia mancavano solo loro, i Manetti Bros., con il loro Ammore e Malavita.

Sulla scia dell’amato Song’e Napule, i Manetti Bros. ritornano al cinema con una Napoli in chiave musical, questa volta però parlando di amore e di mafia, di cuore e onore, scelte e sacrifici, il tutto con la giusta ironia, e un pizzico di satira, che rende perfetto un film che riscalda l’anima. Se la critica ne è stata entusiasta, per il pubblico è standig ovation, costellato da applausi a scena aperta, risate e anche qualche lacrima.

Ammore e Malavita fa sentire tutti famiglia, con uno stile volutamente kitch ed esagerato, dissacrante ed ironico.

Un racconto del reale che cerca di esorcizzare il lato più marcio della medaglia, portando sul grande schermo personaggi differenti, votati ad esprimersi nei momenti di massima tensione come se fossero in un musical. Dalle scene d’amore e quelle di rabbia, passando per le sparatorie, Ammore e Malavita sa perfettamente mixare gli elementi del cinema di genere, quello thriller ed action, assieme alle musiche, i paradossi, e le sottili prese in giro, creando un prodotto perfetto ed efficace.

Divertente ed appassionate al punto che resistere al ritmo di Ammore e Malavita è davvero molto difficile. E dopo anche solo una prima visione non si può non cantare “Guaglione ‘e malavita” o “Scampia Disco Dance” o, ancora, “L’amore ritrovato”, remix del cult “What a Feeling”, del musical Flashdance.

I riferimenti musicali, tra le tante cose, non mancano di certo. Sembra di essere in Grease e al tempo stesso muoversi in una sceneggiata napoletana. Non a caso le parole di Giampaolo Morelli sono proprio:

È come se John Travolta avesse incontrato Mario Merola

 

Ammore e Malavita

 

Ormai fedeli accompagnatori dei Manetti Bros. i fratelli Pivio e Aldo De Scalzi, compositori della colonna sonora originale, che si divertono assieme ai Manetti a creare delle musiche sempre più rappresentative che non accompagnano semplicemente il personaggio, ma si fanno a loro volta parte attiva della narrazione. Del resto, l’anima di Ammore e Malavita risiede proprio nella sua sorprendente e, al tempo stesso, classica musica!

Sembra quasi di fare un vero viaggio emozionale, in cui la musica fa ridere, fa piangere, accompagna la felicità e anche il dolore.

Sembra quasi di fare un vero viaggio emozionale, in cui la musica fa ridere, fa piangere, accompagna la felicità e anche il dolore. Gli ironici e incredibili testi sono invece curati dal cantautore napoletano, vincitore del David di Donatello nel 2014, Nelson. Il cantautore non solo ha saputo trovare una perfetta armonia tra testi e personaggi, creando motivetti che come tormentoni difficilmente riescono ad abbandonare lo spettatore, ma anche un modo per arricchire la narrazione, facendo della presa in giro, sarcasmo, la chiave di volta.

 

 

Ammore e Malavita

 

 

Volutamente neo-melodico, dal doppio significato e con rimandi al quotidiano reale, il lavoro sui testi musicali di Ammore e Malavita è pari a quello sulla sceneggiatura. Il film regala dei veri momenti cult, dove alcune frasi ben presto inizieranno ad entrare nel vocabolario collettivo. Esattamente come in una sorta di Gomorra, ma in questo caso comica, cantata e sopra le righe, senza mai prendersi sul serio. E, forse, è proprio questo il segreto dei Manetti Bros., capaci di buttarsi nelle cose, senza mai pensare alle conseguenza, assumendosi il rischio.

E nonostante questo possa sembrare un motivo per il quale tenersi alla larga dal film, Ammore e Malavita vince proprio per la sua spontaneità, il sapere usare lo stereotipo e il luogo comune come punto di forza, re-inventadolo in una chiave unica.

Stereotipi non appartenenti unicamente al mondo campano, ma che vanno ben oltre i nostri confini italiani, scivolando nella grande Mela americana. Turisti impazziti curiosi solo di vedere quartieri come Scampia, felici di essere “scippiati”; mafia trapianta dall’altra parte del mondo per eseguire gli ordini provenienti direttamente da Napoli.

E non ci si fa remora nell’usare Gomorra come attrazione turistica, le Vele di Scampia, i luoghi dove i fatti narrati dalla finzione sono avvenuti realmente, prendendo in giro il “classico mafioso serio”. I Manetti Bros. mostrano senza filtri lo strato sotto l’apparenza, con uno stile inimitabile, sopra le righe e divertente.

 

Ammore e Malavita

I Manetti Bros., registi del film, sul set

 

Molti, inoltre, sono i riferimenti cinematografici e videoludici; o meglio, c’è molto riferimento al cinema e al videogioco, traendo dalle suggestioni delle vere idee innovative, alle quali hanno collaborato gli stessi attori.

La prima a rappresentare al meglio questo aspetto è senza ombra di dubbio Claudia Gerini, una donna di Mafia ma che vive nei film di James Bond e nelle commedie romantiche, costringendo nelle sue piccole follie anche suo marito Don Vincenzo, chiamato Il Re del Pesce (Carlo Buccirosso), e a capo di una piccola organizzazione criminale. Mente di un piano apparentemente perfetto, ma che avrà dei risvolti inaspettati.

Protagonisti effettivi della pellicola sono il sicario freddo e distaccato Ciro (Giampaolo Morelli) e Fatima (Serena Rossi), una ragazza come tante, infermiera di notte e sognatrice a tempo pieno. E come nelle migliori storie d’amore, o tragedie Shakespeariane, sarà proprio il destino a far incontrare i due giovani, portando Ciro verso una scelta difficile, in bilico tra amore e onore.

 

 

Ammore e Malavita

 

 

Ammore e Malavita assume così i toni di un Romeo e Giulietta ai tempi della camorra

Ammore e Malavita assume così i toni di un Romeo e Giulietta ai tempi della camorra, un thriller che sa anche essere action e al tempo stesso musical. Una commistione di generi sapientemente dosata per un mix esplosivo di suoni e colori, che sa emozionare e intrattenere. Una sorta di La La Land partenopeo, ma molto più veritiero, o per lo meno più made in Italy.

Un film che sa far sentire a casa, stringe il cuore e riscalda l’anima. Una pellicola che accompagna anche al di fuori della sala, facendo voglia di ballare e di cantare. Un piccolo grande cult che segna la scalata di un cinema italiano sempre pronto a stupire semplicemente reinventando quei generi di cui eravamo maestri anni fa.

 

 

Ammore e Malavita sarà nelle sale italiane dal 5 Ottobre grazie a 01 Distribution

 

 

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