Dopo l’invasione tedesca, in Ucraina la Seconda Guerra Mondiale si combatté anche in undici contro undici: la storia divenne poi famosa anche al cinema.
Dal 22 giugno 1941 con l’Operazione Barbarossa 3 milioni di Tedeschi dilagarono in URSS. Stalin rimase incredulo: ci mise 4 ore a dare ordine di reagire. A fine giornata l’attacco combinato in aria e a terra, in pieno stile blitzkrieg, aveva distrutto le linee di comunicazione sovietiche e lasciato i cieli alla sola Luftwaffe.
Il 30 giugno l’Armata Rossa in Ucraina dovette ritirarsi sulla Linea Stalin per difendere Kiev, mentre più a sud Tedeschi e Romeni si fermarono il 9 luglio tra i fiumi Prut e Dniestr, l’allora repubblica sovietica di Bessarabia ed odierna Moldova.
L’attacco coordinato anche con la marina romena (operazione München) permise di conquistarla il 16 luglio e avanzare verso Kiev da sud.
La Linea Stalin era una linea difensiva lungo il confine occidentale dell’URSS, iniziata negli anni ’20 come baluardo contro invasioni dall’ovest. Consisteva di casematte in cemento armato e nidi di mitragliatrice, simile ma meno elaborata della linea Maginot.
Dopo l’inizio della Seconda Guerra Mondiale: lungo i nuovi confini venne approntata un’altra linea di difesa detta Linea Molotov, dal patto Ribbentrop-Molotov. I generali russi volevano tenerle entrambi, ma i mezzi scarsi e la dottrina militare sovietica dell’epoca fecero scartare l’ipotesi.
La Linea Molotov era ancora in costruzione all’inizio dell’Operazione Barbarossa, con molti pezzi di artiglieria e mitragliatrici ancora non in posizione.
L’estensione di territorio e la resistenza sovietica rallentarono le operazioni: Kiev cadde il 26 settembre con molti danni ai reparti tedeschi, anche se i Russi persero 600 mila uomini e un’enorme quantità di mezzi.
Ad agosto intanto era stato formato il Reichskommissariat Ukraine (RKU): formalmente sotto il ministero dei territori occupati ad est, fu trasformato presto in un governo civile, cioè non sotto la direzione dell’OKH.
Di “civile” aveva comunque poco: ai maschi tra 15 e 60 anni furono imposte prestazioni d’opera, le università rimasero chiuse e le scuole riaprirono solo nel 1942, sotto una nuova struttura amministrativa divisa in 6 distretti, 114 Kreisgebiete e 443 Parteien.
La polizia era formata da elementi locali, ma controllata dalle SS e partecipava alla ricerca di ebrei e comunisti.
La squadra
Prima della guerra a Kiev c’erano due squadre di calcio, la Dynamo e il Locomotyv. Molti giocatori della prima erano parte della Cheka (chrezvychaynaya komissiya, comitato d’emergenza), la prima polizia segreta sovietica: più tardi vennero sponsorizzati dalla NKVD (Narodnyj Komissariat Vnutrennich Del, commissariato del popolo per gli affari interni).
Non essendo pagati regolarmente spesso i membri saltavano le partite: la Dynamo ne aveva solo otto fissi. Molti professionisti di ambo le squadre finirono al fronte, altri rimasero in città. I meno fortunati furono deportati per lavori forzati in Germania insieme a molti loro concittadini.
Nell’ambito della “civilizzazione” del RKU il generale della Wermacht Freidrich Georg Eberhardt, grande appassionato di calcio, riammise la creazione di club sportivi per farli scontrare con squadre di militari tedeschi ed alleati.
Georgi Shetsov, ex allenatore e giornalista sportivo, fondò la squadra Rukh (movimento) cercando di arruolare i migliori giocatori rimasti a Kiev: molti però rifiutarono, per paura di passare da collaborazionisti.
Una buona parte di loro lavorava nel Forno n.1 che aveva riaperto sotto la direzione dell’ingegnere moravo Joseph Kordik, tifoso della Dynamo, il quale li incoraggiò a fondare una propria squadra, la Start.
La squadra comprendeva tre membri del fu Locomotyv, quattro ex-membri della Dynamo che già non vi militavano più all’inizio della guerra, tre poliziotti e un motorista delle ferrovie statali (Reichsban). Uno degli ex professionisti era Ivan Kuzmenko, famoso all’epoca per allenarsi con una palla tre volte più pesante del normale.
Il campionato
Gli incontri si svolgevano nello stadio cittadino Zenit, e all’inizio erano gratuiti per gli spettatori. Le prime partite furono tra squadre locali: la Start vinse contro la Rukh per 7 a 2 e contro lo Sport per 8 a 2.
Tedeschi e alleati non sapevano della preparazione professionale dei giocatori ucraini: le loro squadre erano composte da membri dei reparti di stanza nella zona. La selezione del battaglione ungherese MSC WAL perse per 6 a 0, quella dell’armata romena 11 a 0.
Le vittorie portavano sempre più tifosi alla squadra, ma le prodezze degli untermenschen slavi non piacevano all’amministrazione nazista: gli incontri non vennero più pubblicizzati e per entrare allo stadio si dovette pagare un biglietto di 5 rubli, consistente per l’epoca.
La casacca rossa usata dalla Start per certi versi poteva essere una provocazione.
L’invasione tedesca aveva fatto spostare la zecca da vicino Mosca a Perm, oltre gli Urali: le banconote erano quindi diventate rare e ancor di più le monete, il cui metallo era usato per lo sforzo bellico. All’epoca il cambio ufficiale richiedeva da 4 a 5 rubli per dollaro. Nel 1942 la RKU emise i karbovanets, una vecchia moneta ucraina, al pari col rublo e ad un 1 / 10 di Reichsmark.
Le partite successive furono contro una rappresentativa dell’artiglieria tedesca vinta 6 a 0 dagli ucraini, e poi un’altra squadra di Ungheresi, la GK Szero che perse 5 a 1. I magiari chiesero la rivincita, perdendo solo 3 a 2.
I Tedeschi formarono quindi una squadra apposita, i Flakelf, composta da membri della Luftwaffe di pura discendenza ariana: anche questa perse 5 a 1. Venne perciò chiesta una rivincita.
La partita
La partita si tenne il 9 agosto 1942 con 2.000 spettatori. I Flakelf entrarono in campo con una squadra “rinforzata”, o almeno così era scritto sui manifesti che nomina 14 giocatori della Start.
Il primo gol fu dei Tedeschi, ma Kuzmenko pareggiò con un tiro da lontano, la sua specialità. Honcharenko segnò altre due reti facendo finire il primo tempo sul 3 a 1.
Nel secondo tempo Kuzmenko non rientrò per i dolori cronici al ginocchio di cui soffriva, ed i Flakelf riuscirono a pareggiare.
La Start si portò poi ancora in vantaggio, finendo la partita 5 a 3. Sembra che l’arbitro tedesco abbia perdonato qualche fallo di troppo agli ospiti: un contrasto fece svenire il portiere ucraino nel primo tempo, favorendo il vantaggio nazista. L’incontro finì comunque con un brindisi dei giocatori delle due squadre a base di vodka artigianale ed una foto ricordo.
Dopo la partita, gli ucraini si incontrarono a casa di alcuni sostenitori per una piccola festa con salmone e dolci offerti dai fan. Lo stadtkomissar di Kiev Friedrich Rogaus proibì ulteriori incontri tra squadre tedesche e locali.
Uno storico russo ha scoperto i risultati di 111 dei circa 150 incontri avvenuti nell’Ucraina occupata: 60 sono state sconfitte e 15 pareggi, quindi con un misero 32% di vittorie naziste.
Il dopo
Dopo i Flakelf, anche la Rukh chiese la rivincita perdendo di nuovo, 8 a 0. Due giorni dopo la Gestapo arrestò sei giocatori della Start e altri due vennero prelevati nei giorni successivi.
Secondo ricostruzioni posteriori l’allenatore della Rukh infuriato per la sconfitta avrebbe denunciato i giocatori della Dynamo come probabili membri della NKVD. In effetti i poliziotti della Start non furono fermati e i membri del Lokomotyv furono poi rilasciati. Due degli arrestati morirono poco dopo: uno di loro aveva effettivamente fatto parte della NKVD prima della guerra. Otto giocatori finirono poi nel campo lavoro di Syrets, vicino Babi Yar, poco fuori Kiev: tre vennero giustiziati per motivi disciplinari.
L’Armata Rossa rientrò a Kiev nel 1943. Indecisi tra la condanna per collaborazionismo e la celebrazione per le vittorie sportive contro i nazisti, alla fine cambiarono la storia per farne propaganda:
I russi fecero affermare ad un giocatore che durante l’intervallo la squadra aveva ricevuto minacce in caso avesse vinto contro i Flakelf.
I calciatori sarebbero stati quindi degli eroi che rischiavano la loro stessa vita, come dimostravano le morti per mano tedesca di alcuni di loro. L’incontro divenne così la “partita della morte” (match smerti) e la versione fu mantenuta fino alla dissoluzione dell’URSS e poi negata dai protagonisti rimasti in vita.
La propaganda sovietica spinse la Germania ad aprire un’inchiesta nel 1974, conclusa per mancanza di daticollaborazione dell’URSS. Riaperta con l’aiuto dell’Ucraina nel 2002, è stata chiusa definitivamente nel 2005 senza trovare connessioni tra la partecipazione alla partita e le morti dei giocatori.
L’ispirazione
Questa storia ha ispirato svariati libri e film.
Cinema
- Két félidő a pokolban, due mezzi tempi all’inferno del 1962, anche noto come l’ultimo goal: una squadra di lavoratori forzati ungheresi affronta una rappresentativa nazista per il compleanno di Hitler. La pellicola vinse il premio della critica al Boston Cinema Festival.
- Tretni taim, Il terzo tempo del 1962: prigionieri sovietici ex-calciatori professionisti devono giocare contro una squadra tedesca per festeggiare il primo anniversario dell’invasione. Cercheranno di fuggire, ma senza successo.
- The longest Yard, quella sporca ultima meta del 1974: Burt Reynolds veste i panni di un ex giocatore di football americano per allenare galeotti che devono affrontare i loro carcerieri: il film ha avuto negli anni tre rifacimenti in UK, USA e più recentemente in Egitto.
- Escape to Victory, fuga per la vittoria del 1981: mescola i due film del 1962 facendo giocare i prigionieri di un campo nazista contro una squadra della Wermacht a Parigi. Gli alleati ne approfittano per ricuperare (e far scappare) famosi giocatori dell’epoca. Nel film furono coinvolti vari professionisti come Pelé.
- Match del 2012: film russo in cui i comunisti affrontano gli occupanti nazisti in campo. Tutti i collaborazionisti parlano ucraino, cosa che valse il blocco del film in quella nazione.
Libri
- Dynamo: Defending the Honour of Kiev del 2001 è del giornalista scozzese Andy Dougan: ha ispirato vari articoli anche sulla BBC
- Trevozhnye oblaka (Nuvole di tempesta) e Posledni poyedinok (L‘ultimo duello), entrambi del 1958, sono racconti ispirati alla partita.
- The death match (warhistoryonline.com)
- The death match (wikipedia.org)
- Remembering Kiev’s Death Match (BBC.com)
- Karbovanets (wikipedia.org)
- Ruble (wikipedia.org)
- FC Start, vittoria o morte (parlonsfoot.com)
Note
[1] il Rublo di Stalin è noto come il “quarto Rublo” o “Rublo d’oro” per il suo collegamento con il metallo. Sostituì il Rublo precedente con un cambio di 50.000 (!), e durò fino al 1947.