Una porta verso il mondo della conoscenza digitale. Un festival di innovazione e creatività in cui talenti, istituzioni, aziende, università e communities lavorano assieme per cambiare il mondo.
Le ambizioni, a Campus Party, non mancano di certo. Ma quello che si è visto nella prima edizione andata in scena al Mi.Co. Milano Congressi, è qualcosa di molto entusiasmante.
Migliaia di ragazzi arrivati per campeggiare e partecipare ad hackaton e call for ideas, 300 speaker, visitatori curiosi e interessati, startupper e programmatori con tanta voglia di mettersi in gioco e confrontarsi. Ce n’è stato per tutti i gusti.
Tra i tanti appuntamenti con i relatori di scienza e tecnologia c’era da perdere il senso dell’orientamento: gli argomenti erano tutti interessanti e affrontati da grandi nomi.
Confesso che ascoltando alcuni di loro mi sono ritrovato un bel punto interrogativo sulla testa. Ed è una bella sensazione, quella di ritrovarsi a voler approfondire e imparare (qui la lista completa di chi ha partecipato, con relativi argomenti)
Vincenzo Moretti (@moretti) al @campuspartyIT 2017
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— Lega Nerd (@leganerd) July 23, 2017
Tra i nomi di spicco e di richiamo noti al grande pubblico, svettano quelli di Roberto Saviano, Enrico Mentana, Francesco Pannofino, i “cyborg” Neil Harbisson e Moon Ribas.
Saviano si è lanciato in una serie di interventi dal taglio “motivational”, partendo dallo scenario ipotetico (ormai un po’ old, ma che fa sempre presa) di uno Steve Jobs nato in sud italia e destinato a subire l’ignoranza e l’indifferenza del sistema-Paese.
“Noi siamo i nostri fallimenti, non vergognamocene ma celebriamoli”, ha sostenuto il giornalista-scrittore, che poi ha aggiunto, molto onestamente, di considerare la sua vita un esempio stesso di gigantesco in merito.
“Mi sono ritrovato ad essere uno degli autori più famosi del mondo, ma al tempo stesso uno degli esseri umani più soli del pianeta. Cerchiamo di trarre lezioni dai nostri fallimenti”
Roberto Saviano (@robertosaviano) al @campuspartyIT 2017
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Da parte sua, Enrico Mentana, ormai oltrepassata la soglia della tv per calcare il difficile palcoscenico del web e dei social, rivendica la sua attività di “blastare la gente” – a volte da applausi, a volte discutibile, sempre controversa – come un atto necessario corretta informazione.
“Bisogna scendere in campo, combattere con gli stessi mezzi che utilizzano bufalari, complottari, ignoranti di professione, avvelenatori di pozzi: inimicarsi i terrapiattisti è un dovere, non qualcosa da temere”
Mentana ha sostenuto l’importanza fondamentale di una corretta informazione costruita sui fatti, su dati e verità provate, da contrapporre a chi, per tornaconto o per superficialità, diffonde in Rete notizie e opinioni senza fondamenti, allarmistiche o inventate di sana pianta.
Neil Harbisson e Moon Ribas, sono due artisti e attivisti, i primi al mondo ad essere riconosciuti formalmente come “cyborg”. Hanno deciso, anni fa, di ibridare il loro corpo con sistemi tecnologici.
Neil, nato senza capacità di riconoscere i colori, ha impiantata un’antenna nel cervello che trasforma le frequenze dei colori in vibrazioni, e poi a loro volta in suoni. Adesso può anche “vedere” frequenze oltre la portata umana, infrarossi e ultravioletti.
“Non volevo una tecnologia indossabile, volevo diventare tecnologia io stesso”
E come lui Moon, che nel gomito ha un dispositivo capace di avvertire ogni movimento tellurico nel mondo: da studiosa di coreografie e movimenti, adesso “sente” quelli della Terra, ovunque avvengano.
@NeilHarbisson e @moonribas al @campuspartyIT 2017
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Federico Faggin, scienziato-papà dei microchip, pioniere del touchscreen, medaglia per tecnologia e innovazione ricevuta dalle mani da Obama, da buon italiano sorride sornione se lo chiami “cervello in fuga”.
“Pensiamo piuttosto a creare ponti per riportare i nostri cervelli in patria”, dice pacato, e poi si lancia in una sorprendente lezione sull’importanza della consapevolezza umana.
Lui, esimio scienziato, lascia da parte le questioni tecnologiche per auspicare che i fisici possano studiare in modo preciso la coscienza umana, l’unico mistero relae e tangibile che ci distingue dalle macchine.
“Noi dentro abbiamo la luce, i computer hanno il buio” dice Faggin.
“Non dobbiamo mai sentirci inferiori alla potenza di calcolo. La nostra consapevolezza è qualcosa di infinitamente superiore, non replicabile, e paradossalmente così poco tenuta in considerazione da noi esseri umani…”
Federico Faggin al @campuspartyIT 2017
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Uno degli ultimi interventi è stato quello di Francesco Pannofino, che ha parlato dell’evoluzione tencica del doppiaggio (lui, storica voce di attori come George Clooney, Denzel Washington e Philip Seymour Hoffman) ma anche del teatro e della fruizione delle opere televisive e cinematografiche.
E a proposito, ha creato grandissima gioia nei fan della serie che lo vede protagonista, “Boris”, il suo annuncio a sorpresa: probabilmente vedremo in tempi ragionevoli un sequel di questo cult.
Insomma, un appuntamento davvero stimolante, quello di Campus Party.
I vari interventi di Campus Party possono essere (ri)visti sul canale Youtube dell’evento.
Importante poi la presenza di Visa, main partner dell’evento, che presentava nel suo stand tutta una serie di nuove tecnologie dedicate alle nuove forme di pagamento, dai payment ring di cui ha già parlato Itomi nel suo video dedicato a forme ancora più “avanti”, come il pagamento in realtà virtuale in attraverso l’uso di visori Gear VR di Samsung o il pagamento tramite Amazon Alexa via voce, con la possibilità di gestire il proprio conto bancario semplicemente facendo domande all’assistente vocale di Amazon tramite un Amazon Echo.
Erano anche presenti due fighissime postazioni dedicate alla Visa eRace della Formula E, il campionato di eSport basato sulla Formula E sponsorizzato da Visa: si potevano guidare le stesse macchine virtuali che vengono utilizzate dai campioni di eSport che abbiamo visto a New York, molto divertente!
Non è mancata però la nostra amata cultura pop, soprattutto dal palco Creativity, dove anche il nostro boss Antonio Moro ha raccontato la parabola ascendente di Lega Nerd.
Tra gli altri, è stato un piacere fare quattro chiacchiere con uno dei giornalisti più attivi della scena nerd sui social media, Lorenzo Fantoni, che dalle pagine di Wired e del suo “N3rdcore” è approdato ai lidi generalisti de La Stampa.
Lorenzo Fantoni (@Lor3nzoF) al @campuspartyIT 2017
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— Lega Nerd (@leganerd) July 25, 2017
Ho incontrato poi Raffaele Gaito, protagonista di un panel accanto a Lorenzo sull’intelligenza artificiale, e di uno speech tutto suo sull’attualissima domanda “Ma davvero i robot ci ruberanno il lavoro?”
Raffaele Gaito (@duplikey) al @campuspartyIT 2017
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— Lega Nerd (@leganerd) July 23, 2017
Una delle novità più rilevanti di Campus Party è stata il “lancio” in Italia di Qwant, il primo motore di ricerca europeo (di nascita francese) che ha come mission quella di rispettare, prima di tutto, la privacy degli utenti.
Non è il primo, e Qwant stesso è nato nel 2013, ma si sta configurando come una realtà molto seria e arrembante. Dopo diversi paesi, adesso è sbarcata in Italia.
Le ricerche non sono quindi accompagnate da raccolta e trattamento dati. Come hanno specificato gli amministratori: no cookie, niente storico delle ricerche, dissociazione dell’indirizzo IP, utilizzo dello standard https, server europei, diritto all’oblio garantito.
Il primo appuntamento con Campus Party quindi è stato decisamente positivo.
Attendiamo con curiosità le prossime edizioni, sempre nel segno dell’innovazione e della condivisione del sapere.
In questo articolo avete visto una parte delle illustrazioni che abbiamo fatto realizzare in esclusiva per noi di Lega Nerd al grande Gianluca Costantini dedicate ai vari interventi tenuti durante il Campus Party, le trovate tutte qua:
Gianluca Costantini ha rappresentato per noi qualcuno degli speaker che sono intervenuti al Campus Party Italia 2017….
Posted by Lega Nerd on Sunday, July 23, 2017
Non ci resta che ricordarvi di tenere d’occhio la pagina ufficiale di Campus Party Italia e di non mancare alla prossima edizione!