In questo approfondimento andiamo ad analizzare quanto l’occasione mancata di Xbox abbia influito negativamente su questo E3 2017.
Inutile girarci troppo intorno, l’edizione 2017 dell’Electronic Entertainment Expo di Los Angeles ha deluso tanto gli addetti ai lavori quanto i giocatori per la mancata rivalsa di Microsoft. Voglio essere totalmente onesto e politicamente scorretto, sul piatto per il colosso di Redmond c’era la possibilità di redimersi da quel percorso infame iniziato all’E3 2013, semplicemente non hanno voluto (o non hanno potuto?) approfittarne.
Partiamo col precisare che l’attuale situazione di Xbox nuoce all’intero mercato, non solo all’utenza che gioca su Xbox. Questa è ovviamente penalizzata in prima battuta, mancando ormai costantemente la presenza di software first party capaci di creare diversificazione e attrarre, cosa che invece Sony ha fatto molto bene (ultimamente). Infatti chi ha un po’ più di memoria a breve termine ricorderà che il parco titoli PlayStation 4 non era poi così ricco e prospero di esclusive di peso nei primi due anni, salvo sporadiche eccezioni.
La console di Sony ha macinato numeri impressionanti per la congiunzione astrale di chiamarsi PlayStation in un momento in cui Xbox One si prospettava come un ingombrante registratore anni ’80 su cui aleggiava lo spettro dei DRM, del digital only e dell’always online, di un prezzo maggiorato di 100€ da un ingiustificata presenza obbligatoria del Kinect 2.0, possa riposare in pace. Questo era il disastro a cui la gloriosa storia recente di Xbox 360 era andata incontro nella gestione Don Mattrick, e dal buon Phil Spencer dopo le promesse dello scorso E3, con Scorpio ci aspettava davvero un ribaltone.
Lo si sperava, perché provate a immaginare quanto stagnante sarebbe stato tra gli anni ’80 e gli anni ‘90 il mercato console senza SEGA che rivaleggiasse con lo strapotere di Nintendo, e forse ci stiamo avvicinando a quella situazione di bonaccia che nuoce, prima di tutto, agli appassionati. Il monopolio di fatto che PlayStation sa di avere in questa generazione permette a Sony di fare tutto con estrema calma, cosa che si è vista chiaramente in questo E3: la stragrande maggioranza delle produzioni presenti allo show del colosso nipponico erano infatti titoli già annunciati in precedenza che, a dispetto di previsioni e speranze, usciranno praticamente tutto il prossimo anno o in data da destinarsi. Sony si sente come un maratoneta che ha già doppiato tutti gli altri corridori prima di tagliare il traguardo, che senso avrebbe correre ancora più forte?
Mantiene una velocità di crociera, e questo è a causa delle occasioni sprecate dal principale competitor: Microsoft.
Proviamo ad analizzarle però, giacché ai tempi dell’imminente reveal del fu Project Scorpio da parte di Digital Foundry avevo analizzato in un approfondimento che vi riporto qui di seguito quali fossero, a mio avviso, i giusti passi per risollevare le sorti di Xbox con il nuovo hardware che si è ormai ufficialmente concretizzato in Xbox One X.
Avevo parlato di proporre un prodotto d’elite, e qui tutto sommato l’obiettivo è stato centrato; di non dimenticare un buon design, e anche in questo caso richiamando e riducendo ulteriormente le forme della bellissimo design di Xbox One S, con un ritorno al nero dopo la parentesi bianca, la casa di Redmond ha dimostrato di aver capito l’errore commesso con la prima versione di One. Non aver paura di innovare, e in questo caso la paura c’è stata: anche se apprezziamo molto la decisa spinta in avanti di Xbox Game Pass come servizio, non traspariva durante la presentazione di Xbox One X chissà quale novità o supporto in tal senso, quanto più un voler proporre una versione sotto steroidi della One S.
E infine – dicevamo – ricordare che la cosa più importante, per una console, sono i giochi. Qui c’è ancora una volta il fallimento di Microsoft, perché sarà anche vero che Xbox One X è la console più potente mai creata, ma questa potenza punta a dimostrarla con i giochi degli altri. E passi il periodo di lancio in cui probabilmente per accordi commerciali avremo evidenti ottimizzazioni da titoli quali Assassin’s Creed: Origins e compagnia cantante, ma quanto passerà prima che gli sviluppatori tornino ad ottimizzare il gioco per la versione PlayStation 4 (ove possono contare su una base installata di oltre 60 milioni di potenziali acquirenti) e poi a fare il porting per le altre piattaforme? La domanda è ovviamente retorica, nutro anzi non pochi dubbi sul fatto che la versione del nuovo titolo degli Assassini di Ubisoft appaia poi così diversa e migliore su Xbox One X rispetto a come apparirà su PS4 Pro.
La verità è che Microsoft ha pensato che “la guerra” si combattesse davvero sul campo del 4K nativo ecc…ma in fondo ai giocatori poco importa di tutto ciò. Ai giocatori importano i giochi, e questi mancano da troppo tempo su Xbox. Mancano perchè non ha saputo negli anni coltivare i giusti rapporti anche con potentissimi brand a sua disposizioni, perchè l’eco del Lost Odyssey di Sakaguchi è ormai un lontano ricordo, perchè c’è ancora Halo ma non è più il gioco di Bungie che ci ha fatto innamorare, perchè c’è ancora Gears ma non è più quel fenomeno innovativo che ha riscritto il sistema di coperture dei TPS firmato da Epic Games mentre dall’altra parte magari c’è ancora Uncharted, ma è ancora sviluppato da quel team di Naughty Dog che è ormai strettamente legto al marchio PlayStation, e così per tantissimi altri brand e saghe, e persino nuove IP come lo Spider-Man di Insomniac.
Siamo schietti, gli unici progetti originali ed interessanti che ancora Microsoft aveva nel suo mazzo erano forse quel Fable: Legends e quello Scalebound cancellati per motivi ancora in parte misteriosi.
Forse semplicemente il colosso statunitense non ha lo stesso interesse di Sony ad essere realmente “il meglio” nell’ambito del gaming. Data ormai per persa questa generazione gli basta crogiolarsi nel fatto di avere “la macchina più potente” su cui giocare alle produzioni third party. É estremamente triste questa situazione, ed avvilente perchè un mercato senza concorrenza è un mercato senza stimoli, un mercato che non cresce.
Non mi addentrerò nell’altro enorme problema che Microsoft ha creato unificando il termine Xbox a piattaforma presente anche sui PC Windows, e togliendo di fatto il senso di reale esclusività a qualsivoglia produzione esclusiva che potrà avere in futuro, di certo dicendo ai giocatori con un buon budget a disposizione di comprare un PC da gaming e non una Xbox, neanche una Xbox One X che per chi cerca davvero il massimo delle prestazioni, non è che un PC di fascia media con componenti già vecchie di qualche anno. Sono stato un po’ spietato, ma credo anche oggettivo nell’esaminare l’attuale situazione e dal canto mio spero che questa sorta di resa muscolosa sia solo il preludio ad un momento in cui, magari fra qualche anno, magari con la vera nuova Xbox che non abbia più quel “One” latore di sciagure nella propria nomenclatura, Microsoft possa tornare ad essere un attore di rilievo che stimoli il mercato dei videogames e gli permetta di crescere ancora.