Rime, l’attesissima nuova avventura di Tequila Works, è finalmente arrivato su PC e console e nella nostra recensione vi racconteremo come ci è sembrato.

RiME è uscito ufficialmente il 26 maggio 2017 per PC, PlayStation 4 e Xbox One, più avanti è prevista però anche una versione per Nintendo Switch. Ma di che gioco si tratta? Forse non tutti conoscono il passato piuttosto travagliato di questo titolo: annunciato nel corso della conferenza Sony alla Gamescom del 2013, il titolo di Tequila Works fu in grado fin da subito di catalizzare l’attenzione di molti grazie al suo peculiare stile artistico che richiama qualcosa di The Legend of Zelda: The Wind Waker e qualcos’altro dai titoli di Fumito Ueda.

Proponendosi come uno dei progetti da cui aspettarsi molto nel panorama indipendente (sebbene soltanto con un fugace trailer) il titolo aveva appena messo in moto la macchina dell’hype, quando si iniziò a parlare di problemi nello sviluppo e per diverso tempo di RiME nessuno seppe più nulla. Almeno fino a marzo del 2016, quando il gioco tornò a mostrarsi rivelandosi nella sua nuova veste da multipiattaforma e fissando la data d’uscita nel 2017.

Così, dopo quattro lunghi anni da quel primo sguardo che ci aveva incuriosito e spinto ad apprezzare il titolo, finalmente è arrivato e se siete curiosi di saper come ci è sembrato, non vi resta che proseguire nella lettura della nostra recensione! La versione da noi testata per effettuare la recensione è quella PlayStation 4. Come già specificato sopra comunque, RiME è disponibile anche per PC e Xbox One e arriverà a breve anche su Nintendo Switch.

 

 

 

 

La storia di RiME è composta da cinque atti ed è volutamente narrata in modo silenzioso, ermetico e quasi meditativo. Niente spiegoni, niente testi o sequenze filmate introduttive di qualsivoglia contesto. Soltanto un manto rosso acceso, che fluttua accompagnato dalle note del vento sull’azzurro mare mosso, e infine una spiaggia. Disteso sui granelli di sabbia dorata un bambino che indossa il mantello rosso, poche secondi per rialzarsi e prendiamo subito il suo comando: egli è il nostro silenzioso alter ego nel gioco.

Nessuna istruzione precisa, ci ritroviamo immersi nella rigogliosa natura di un isola sulla quale intravediamo però anche strutture create, verosimilmente, da una mano umana. Le fattezze del nostro protagonista, è evidente, richiamano alla mente i lavori del maestro Fumito Ueda (in particolar modo ICO), così come il verde dell’erba e l’azzurro del mare, le sfumature del cielo e le forme un po’ tondeggianti di flora e fauna ricordano quello stile artistico di The Wind Waker, ripreso in realtà da molti nel tempo e se proprio vogliamo le fattezze dell’isola possono ricordare anche The Witness, ma RiME ha una sua identità e lo dimostra fin dai primi minuti di gioco. Ad uno sguardo più attento proprio la vegetazione e gli animali, così come le varie strutture il mare si differenziano dalle fonti di ispirazione, e si manifestano talvolta più nette e distinte, talvolta più tridimensionali.

Un mondo onirico ma concreto, in un’avventura che ci porterà ad esplorare ogni antro dell’isola in cerca dei misteri che essa cela.

Guideremo il nostro alter ego attraverso un mondo onirico ma concreto, in un’avventura che ci porterà ad esplorare ogni antro dell’isola in cerca dei misteri che essa cela, mossi da un intenso desiderio di scoperta per paradiso sfuggente tutto da contemplare. Una storia meditativa, dunque, ma che non manca di riservare qualche sorpresa e soprattutto un finale carico di pathos che sicuramente saprà emozionare tutti coloro che apprezzano un’indole poetica che va interpretata su diversi livelli.

 

 

RiME è un classico esempio di narrazione che si fonde perfettamente col gameplay, in una crasi che permea l’intera esperienza di gioco, dall’inizio alla fine. L’isola nasconde molti più segreti di quanto si possa immaginare, e grazie ad un level design davvero ben studiato ci si potrà destreggiare da un punto all’altro senza particolari problemi. Non abbiamo chissà quale mappa estesa ad ogni modo, e questo semplifica di molto la comprensione di cosa fare o dove andare per proseguire con il gioco.

L’esplorazione è dunque una componente fondamentale, di quella che si può classificare come un’avventura con visuale in terza persona caratterizzata da una forte componente di enigmi ambientali e puzzle-solving, e qualche deliziosa sequenza platform. Nulla è lasciato al caso, e ogni struttura presente nel gioco rappresenterà un tassello per arrivare alla fine di un’avventura piena di simbolismi e metamorfosi, sia con toni e colori vivaci e luminosi, che cupi e opprimenti. Il ciclo giorno/notte è ben implementato e non crea una distizione netta tra i vari momenti della giornata, donandoci diverse sfumature che vanno ad accentuare la componente artistica e contemplativa di questo titolo.

L’esperienza di gioo in RiME può variare molto da persona a persona, così come la durata che possiamo attestare in una media di 5-6 ore se si considera solo l’arrivare dall’inizio ai titoli di coda. Questa durata non è però un dato statico, in quanto taluni potrebbero anche passare mezz’ora cercando di capire dove dirigersi di preciso o come risolvere un enigma oppure, molto più semplicemente, perdersi ad osservare gli splendidi scenari del gioco. In ogni caso si potrà allungare l’esperienza complessiva grazie alla ricerca dei vari oggetti collezionabili disseminati nell’isola.

 

 

 

 

Da un punto di vista più tecnico non si può certamente criticare il lavoro svolto da Tequila Works che ha sicuramente risentito di interruzioni e diverse difficoltà in questi quattro anni, ma al netto di un livello artistico davvero ispirato e gradevole sia a livello visivo che sonoro grazie ad una splendida colonna sonora, non è mancato qualche problema come sporadici rallentamenti nelle fasi più concitate, anche se giocato su PlayStation 4 Pro.

Stiamo comunque parlando di pochi momenti che non vanno assolutamente ad inficiare la fruizione di un gioco davvero bello ed emozionante, pieno di simbolismi e poesia che saprà farsi amare da tutti i giocatori che apprezzano esperienze più contemplative e introspettive proprio sulla falsariga dei capolavori a cui gli sviluppatori si sono ispirati per creare questa piccola perla che mantiene ancora una volta alto il livello delle produzioni indipendenti.

87
RiME
Recensione di Francesco Ventrella