Tratto dall’omonimo racconto di Roald Dahl, Il Grande Gigante Gentile è il nuovo film diretto e prodotto dal maestro Steven Spielberg. Presentato allo scorso Festival di Cannes e uscito negli states lo scorso Luglio, la pellicola arriva finalmente nelle sale italiane.

Chi di noi non ha amato almeno una volta da bambino un racconto del bravissimo Roald Dahl? Da Charlie and The Chocolate Factory a The Witches, passando per The Twits e Fantastic Mr Fox, Il Grande Gigante Gentile è uno dei libri che più ha accompagnato generazioni di bambini, restando impresso nei loro cuori di adulti.

Molti sono i registi che hanno omaggiato le opere di Roald Dahl, come: Mel Stuart, Tim Burton, Wes Anderson, Nicolas Roeg, e di certo non poteva mancare uno dei registi più influenti all’interno del panorama cinematografico, Steven Spielberg.

Regista di alcune delle pellicole più iconiche del cinema dagli anni settanta.

Regista di alcune delle pellicole più iconiche del cinema dagli anni settanta ad oggi, come Lo Squalo, I Predatori dell’Arca Perduta, E.T., Hook, Jurassic Park, Schindler’s List, Steven Spielberg è un regista che ha sempre saputo distinguersi per il suo modo originale, e spesso fantasioso, di raccontare le storie.

Nel caso de Il Grande Gigante Gentile, Spielberg decide di lavorare ad un adattamento più personale dell’opera di Dahl, facendo affidamento sulla penna della da sempre fidatissima sceneggiatrice Melissa Mathison (nonché ex-moglie di Harrison Ford).

Il Grande Gigante Gentile è purtroppo per la Mathison l’ultimo lavoro. Dopo la stesura, la donna è scomparsa a 65 anni a causa di un tumore con il quale combatteva da molto tempo.

E non stupisce trovare all’interno de Il Grande Gigante Gentile il ricordo senza tempo dell’amicizia e di quei rapporti che, in ogni loro sfumatura, riescono a cambiare le persone per sempre, a prescindere dalle strade che il tempo fa loro intraprendere.

 

Londra. È notte fonda e la città sembra essere addormentata. L’ora delle streghe giunge ormai stridente e tutti i bambini sono ben protetti dalle loro coperte all’interno dei loro lettini. Solo una piccola fiammella anima la notte. È quella della piccola Sophie (Ruby Barnhill), la quale si aggira come un’anima errate per i lunghi corridoi del suo orfanotrofio, assicurandosi che porte e finestre siano ben chiuse.

A seguire il suo lungo strascico di piumone, c’è un simpatico gattone arancione. Sophie sembra una bambina molto sola, ma abbastanza sveglia da non lasciar trapelare troppe emozioni da sotto i suoi grossi occhialoni.

 

 

Il Grande Gigante Gentile

 

 

Finalmente quando può raggiungere il letto, dopo essersi assicurata che tutti gli abitanti dell’orfanotrofio siano protetti, Sophie si accorge di aver lasciato la finestra di fronte al suo letto aperta. Ed è proprio in quel momento che un enorme mano l’afferrerà per portarla lontano lontano.

Sophie, scombussolata, impaurita e infreddolita si ritrova nel terribile Paese dei Giganti, dove a crescere non c’è nulla se non degli enormi cetrioli dal sapore e odore disgustoso. A vegliare su Sophie c’è un gigante. Non uno di quelli enormi, brutti e spaventosi, pronto a divorare i bambini.

Sophie si troverà a fare la conoscenza di un gigante molto diverso.

Sophie si troverà a fare la conoscenza di un gigante molto diverso che, come lei, è sempre stato solo, sentendosi un vero pesce fuor d’acqua in quel mondo che non comprende.

Il Grande Gigante Gentile, o GGG come viene chiamato da Sophie, è un gigante buono, più piccolo del normale, con una grammatica tutta sua e un grosso problema da risolvere: far si che i giganti smettano di mangiare i bambini.

La piccola e coraggiosa Sophie aiuterà GGG a prendere fiducia in se stesso e compiere quell’ardua impresa che nessuno era mai riuscito a portare a termine. GGG sarà, inoltre, per Sophie quell’amico, fratellone più grande – in tutti sensi – che non ha mai avuto, sentendosi per la prima volta finalmente amata e ben voluta.

Il Grande Gigante Gentile, come accennato prima, è la storia di una profonda amicizia. Del credere in se stessi e negli altri. Nel poter fare affidamento sull’amore del prossimo per poter portare avanti le proprie battaglie, senza sentirsi mai soli o diversi.

 

 

Il Grande Gigante Gentile

 

 

Al di fuori di quelli che possono essere i differenti percorsi e strade che la vita può farci intraprendere, da qualche parte nel mondo – che sia vicinissimo o lontanissimo – ci sarà sempre una persona che sentirà sempre la nostra voce. Una persona sempre disposta ad ascoltarci. Una persona per la quale noi stessi saremo sempre disposti ad ascoltarla.

Questo tipo di tematica, affrontata da Spielberg all’interno del film indubbiamente riesce ad emergere molto bene, riuscendo a creare anche l’effetto nostalgia negli animi del pubblico più maturo. Nonostante questo, Il Grande Gigante Gentile resta un po’ troppo ingabbiato nella sua sfera infantile.

La storia, nel suo paradosso, scorre piuttosto bene, ma senza mai realmente appassionare uno spettatore più maturo

La storia, nel suo paradosso (del resto si parla di un racconto fantastico), scorre piuttosto bene, ma senza mai realmente appassionare uno spettatore più maturo. Il target di riferimento per questa magica avventura è sicuramente uno molto infantile, che non sfiora minimamente quelli che sono stati i bambini di una volta cresciuti con la favola di Dahl.

Il Grande Gigante Gentile, rispetto a pellicole più vecchie di Spielberg ma sempre fantastiche, come per esempio E.T. o Hook, non riesce ad espandersi ad un pubblico maggiore, restando un’ottima pellicola per i bambini, un buonissimo film per la famiglia, ma non proprio un prodotto così tanto coinvolgente per un pubblico più ampio.

Indubbiamente è questo il difetto più grande della nuova pellicola di Spielberg, fin troppo concentrata verso un tipo di generazione non ancora indipendente nell’ambito cinematografico. Il tipo di storia attrae indubbiamente lo spettatore più giovane, eppure è un errore grossolano dimenticare quello spettatore più maturo, quello cresciuto sia con Dahl che con Spielberg, quello in attesa di vedere il nuovo lavoro di un grandissimo regista immortale.

 

Il Grande Gigante Gentile

 

Un’occasione un po’ sprecata, sotto questo punto di vista, che avrebbe potuto far rivivere in parte l’onda di quel successo, di quelle suggestioni ed emozioni più fantastiche tipiche del primo cinema del regista.

 

Apprezzabile è la recitazione degli attori, primi fra tutti la giovanissima Ruby Barnhill, capace di essere la vera protagonista di tutta la storia con un’ottima padronanza nella scena, nonostante la sua statura in posizione di svantaggio rispetto agli altri personaggi.

In questo caso, impossibile non citare colui che da il nome a questa storia, ovvero il nostro GGG interpretato dal bravissimo attore e drammaturgo britannico Mark Rylance. Rylance non ha solo già collaborato con Spielberg, ma è proprio grazie a lui che ha vinto il suo primo Oscar, proprio lo scorso anno come Miglior Attore Non Protagonista per Il Ponte delle Spie.

Meno convincente è la tecnica mista visiva a cui fa affidamento Spielberg. Effetti un po’ posticci e al limite tra il cartoon e la CGI più raffinata degli ultimi anni. Di certo, non è da escludere che il tipo di risultato sia stato quello richiesto dal regista, considerando che ad occuparsi degli effetti è stato uno degli studi più prestigiosi del grande cinema di intrattenimento, la Weta Digital (Avatar, The Lord of The Rings, The Hobbit).

 

 

Il Grande Gigante Gentile

 

 

Più in sordina, invece, passa la colonna sonora che a differenza delle pellicole di questo genere, non riesce ad apportare alcune elemento emotivo, e suggestivo, in più al film. Piuttosto semplice, per non dire banale.

Tra difetti e pregi, Il Grande Gigate Gentile è comunque una storia piacevole. Una pellicola che sa farsi guardare, pur non lasciando troppo impressionati, ma che nel suo piccolo sa fare breccia nel cuore dello spettatore, ricordandogli il vero valore e l’importanza dell’amicizia.

 

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Il Grande Gigante Gentile sarà nelle sale cinematografiche italiane dal 30 Dicembre.

 

 

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