Il secondo giorno del Manuscripta si apre all’insegna del cinema e dei fumetti, ma anche del fumetto autobiografico e degli autori del fumetto indipendente.

La seconda giornata del Manuscripta si apre con l’interessante Masterclass della sceneggiatrice pugliese Alessia Lepore, che nella sua carriera ha avuto modo di lavorare dalla fiction al cinema, rivolta in particolar modo ai giovani studenti delle scuole superiori.

A introdurre la sceneggiatrice c’è sempre Anna Maria Montinaro, accompagnata da entrambi i direttori artistici, Piero Angelini e Serena Dovì.

All’interno del ciclo “Fumetti al Cinema”, la Lepore tiene una Masterclass sul passaggio dalla graphic novel al cinema, usando come esempio il lungometraggio animato Persepolis tratto dall’omonima graphic novel della stessa regista, Marjane Satrapi.

 

Il cinema in generale è un processo artistico molto complesso. Un lavoro di squadra. In questo processo, lo sceneggiatore è il primo anello della catena.

Alessia, con parole semplici ma funzionali, spiega il mestiere dello sceneggiatore, ruolo intorno a cui tutt’oggi c’è una profonda aurea di mistero. Spesso confuso con lo scenografo o, a volte, ridotto alla stesura del solo dialogo.

Alessia instaura fin da subito un dialogo con il pubblico più giovane, senza però dimenticare anche il pubblico più maturo e appassionato.

La sceneggiatrice spiega come il racconto sia strutturato da peculiarità, elementi cardine che distinguono la creazione di una sceneggiatura da quella di un romanzo, così come quella di un testo musicale da quella di un fumetto.

 

Manuscripta

 

Come esempio cardine per spiegare al meglio come lavora il testo cinematografico, Alessia pone quello della fiaba e di come la struttura sia totalmente legata al cinema. La fiaba, infatti, deve rispondere alle famose cinque W:

  • Who?
  • What?
  • When?
  • Where?
  • Why?

Attraverso questa struttura, le fiabe tracciano il percorso dell’eroe, del personaggio, il quale nel perseguire il suo obiettivo e il superamento degli ostacoli, permette agli avvenimenti di trasformarlo, di cambiarlo e approcciarsi alla vita, da quel momento in poi, in modo differente.

In genere, questo processo da vita al sistema di generi e sottogeneri, così come di stili. A tal proposito è essenziale la sottotrama che ci permette di capire a fondo i personaggi e di entrare immediatamente in simbiosi con loro.

ll discorso si fa generale, per poi scendere nuovamente nel dettaglio affrontando la tematica del perseguimento, rintracciando questi elementi anche all’interno del fumetto.

Cinema e fumetto oggi vanno a braccetto, ma non possiamo dire lo stesso del passato. Il fumetto, infatti, alla sua nascita ha subito la stessa ghettizzazione del Cinema, vivendo totalmente nell’ombra.

Attraverso la visione di Persepolis, Alessia Lepore inizia il suo percorso dell’adattamento da una graphic novel a un film.

Percorso che continua anche nel pomeriggio con un secondo titolo imperdibile, ormai cult cinematografico, la divertentissima commedia americana di Terry Zwigoff con Thora Birch, Scarlett Johansson e Steve Buscemi, tratta dall’omonima graphic novel di Daniel Clowes.

Se la mattinata e il primo pomeriggio vengono dedicati alla trasposizione cinematografica di un fumetto, il tardo pomeriggio e la serata sono decisamente più all’insegna del fumetto indipendente.

 

Manuscripta

 

Nell’area workshop continuano gli incontri più intimi tra gli autori e chi ha voglia di mettersi in gioco. Se ieri abbiamo lasciato Dr. Pira e l’arte del fumetto brutto, oggi troviamo la simpatica debuttante Cristina Portolano con “il fumetto autobiografico”, attraverso la sua esperienza personale con Quasi Signorina, e il pugliese Walter Trono con “Inchiostrare per raccontare”, la funzione del fumetto per poter raccontare delle storie.

Il cuore di Manuscripta si anima con le presentazioni divertenti e sopra le righe del tardo pomeriggio con Ratigher e Dr. Pira.

Ratigher, assieme a Gabriele di Fazio, presentano il loro progetto indipendente Flag Press, una casa editrice che stampa fumetti autoconclusivi su poster 70×100.

Il primo a parlare è proprio Ratigher, il quale instaura immediatamente un rapporto colloquiale con il pubblico e molto leggero, iniziando con una similitudine assai particolare:

I fumetti sono un po’ come Luca Carbone, perché alla fine tutti abbiamo un parente o amico appassionato di fumetti, così come abbiamo tutti un amico o paewbte appassionato di Luca carboni.

Ratigher è un autore che arriva da mondi differenti. Dal fumetto indipendente a Dyland Dog, dalla Primo o mai – una vendita innovativa di fumetti che permettere di acquistare un fumetto cartaceo online solo per un determinato periodo di tempo, altrimenti il volume è reperibile gratuitamente unicamente in versione ebook – a Flag Press.

Ratigher:

Quando ho iniziato a vendere i primi fumetti mi rendevo conto di un fenomeno per me assurdo: la gente compravano tante stampe ma nessun fumetto.

Non riuscivo a capire come si potesse preferire, allo stesso prezzo, solo un qualcosa d’arredamento invece che una storia unica da leggere.

Questo tarlo mi ha accompagnato per anni, ed è proprio da qui che assieme a Gabriele è nata la Flag Press. Volevo realizzare dei fumetti poster, all’interno dei quali ci fosse una storia unica in un foglio unico.

 

Manuscripta

 

La Flag Press non solo permette di accontentare quegli appassionati che amano i poster, aggiungendo al tutto anche l’unicità di una storia – disponibile da un lato in italiano a colori e dall’altro in inglese in bianco e nero – ma anche all’autore di guadagnare di più.

Ciò che mi interessa è che chiunque entri in contatto con dei fumetti possa essere felice.

Il progetto, avviato da pochissimo, ha già intorno a sé una cerchia di autori molto succosa. Ratigher e Gabriele non vogliono sbilanciarsi troppo, ma confessano di essere riusciti ad entrare in contatto anche con degli autori strani.

Vogliamo creare una cosa italiana ma di respiro internazionale.

Gabriele Di Fazio:

La cosa interessante di Flag Press è sicuramente la possibilità di sfruttare questo tipo di grande formato. I poster sono divisi in due tavole, ma le due tavole possono interagire da tra di loro.

Per esempio, come ne caso del poster di Ratigher (foto in alto), disegnare un areo in una scala così grande o, come nel caso di Manuel Fior (foto in basso), che i personaggi si possano muovere ma all’interno di un paesaggio grande tanto quanto il foglio.

Ciò che a noi preme è avere una storia nel poster, che si sviluppi all’interno di questa enorme pagina.

 

Manuscripta

 

All’interessante presentazione di Ratigher e Gabriele, i quali interagiscono perfettamente con il pubblico ottenendo anche un discreto ritorno, succede quella di Dr. Pira, per lo più conosciuto per i suoi Fumetti della Gleba.

Non pochi giorni fa è uscito in libreria e fumetteria un enorme raccolta di tutte le strisce e fumetti di Dr. Pira, L’Almanacco dei Fumetti della Gleba, edito Saldapress.

Dr. Pira non vuole essere da meno dei suoi colleghi, proprio per questo prepara per i suoi spettatori una presentazione perfettamente in linea con il suo stile.

Io ho fatto questa presentazione con una tecnologia innovativa… Power Point!

Tra grafici a torta – di cui a quanto pare Dr. Pira pare proprio andarne matto -, statistiche e animazioni anni’90, Dr. Pira parla del suo percorso come autore e, soprattutto, del suo stile.

All’inizio avevo proposto delle tavole alla Bonelli. Loro ne erano rimasti entusiasti ma volevano delle storie complete. Per me sarebbe stato troppo lavoro fare una storia completa disegnata bene. Ecco perché ho iniziato a disegnare velocemente.

Dr. Pira sa coinvolgere i suoi spettatori, ironico ed autoironico, riuscendo perfino a portare avanti qualche ipotesi complottista tra fumetto e alcuni degli avvenimenti tragici avvenuti negli ultimi anni. Un esempio è una sua stessa tavola del 2008 che rappresentava un equipaggio lasciato ad affondare con la propria nave dal capitano. Ricorda qualcosa?

 

Manuscripta

 

E non solo Dr. Pira viene “illuminato” dalla fatidica frase “avevi previsto tutto”, ma la stessa sorte toccò a Don Rosa nel 1997 quando disegnò in un numero di Topolino il lancio della cassaforte di Zio Paperone tra le due Torri Gemelle, provocando l’inevitabile rottura degli edifici. Inutile dire le futili e assurde polemiche che vennero a scatenarsi dopo.

Ma tra una battuta e una slide pacchiana, Dr. Pira traccia anche il percorso della sua vita e del mestiere dell’autore di fumetti, ancora oggi visto con scetticismo. Bistrattato dai più e non riconosciuto come un vero e proprio mestiere.

L’ospite successivo è una personalità che dimostra che il fumetto è una forma d’arte altissima che può vivere negli anni, appassionando generazioni su generazioni con personaggi immortali, come nel caso di Dylan Dog e Tex.

 

Pasquale Ruju, doppiatore italiano e fumettista di serie di punta come i già citati Dylan Dog e Tex, Dampyr e Martin Mystère, è ospite speciale di questa prima edizione di Manuscripta, pronto a incantare una platea fatti da generazioni differenti. Dai giovani lettori a quelli che con questi titoli ci sono cresciuti, arrivando a diventare degli accaniti collezionisti di alcuni dei volumi più belli del fumetto italiano.

Un incontro non da poco che chiude questa seconda e intensa giornata del Manuscripta.

Ma se un intenso giorno di incontri ed eventi si conclude, in prossimità della terza e ultima data, si apre una serata guidata dal Dj set di Dr. Pira, non solo amante dei fumetti.

La seconda giornata del Manuscripta ci dimostra come dal fumetto si possa arrivare a toccare diversi campi, dal cinema e dalla musica, e come la passione possa superare qualsiasi limite, portando il talento e la voglia di raccontare oltre ogni confine.