Le canzoncine di Natale vi risuonano già in testa? Siete pronti per decorare l’albergo? Avete già fatto tutti i regali? Bene! Quello che vi manca è il perfetto film per le feste, e Safe Neighborhood di Chris Peckover, con un meraviglioso giovane cast d’eccezione, è ciò che fa per voi!
Se siete degli amanti della contaminazione di genere, dove l’horror si macchia di commedia, dove il paradosso e il qui pro quo sono al centro della scena, e non si può fare a meno di quella spolveratina di slasher movie, Safe Neighborhood è una pellicola che difficilmente vi lascerà delusi.
Film semplice, divertente e dai risvolti inaspettati, presentato nella sezione After Hours del 34. Torino Film Festival. Quando vi sembrerà di aver capito già tutto e di essere di fronte al solito horror blando trito e ritrito, Chris Peckover e i suoi protagonisti saranno pronti a stupirvi.
Safe Neighborhood è un horror con protagonisti dei giovanissimi attori, tutti incredibilmente bravi e realisti da surclassare, di gran lunga, molti degli attori più adulti che conosciamo adesso.
Dai colori accesi, azione dinamiche e musichette natalizie di sottofondo, Safe Neighborhood si consuma in un bagno di sangue inaspettato, con moltissimi risvolti e un finale che vi compiacerà non poco.
Safe Neighborhood è uno di quei film che amo definire da “tifo”; si, perché dall’inizio alla fine è impossibile non empatizzare con almeno un personaggio, e restare con lui fino all’ultima scena, facendo spassionatamente il tifo per lui, come se fossimo di fronte a una partita (scegliete voi il gioco, così non si offende nessuno).
Ogni dettaglio studiato dal regista, fin dalla prima sequenza d’apertura del film è fatto per potervi depistare dal risultato finale o, per lo meno, dallo snodo centrale di tutta la questione.
Tutto ha inizio il giorno della vigilia di Natale quando Ashley (Olivia DeJonge) è costretta a passare la serata a fare la babysitter a una delle sue famiglie strette, i Lerner.
Sia Deandra (Virginia Madsen) che Robert Lerner (Patrick Warburton) si mostrano come una coppia assai particolare. La pellicola già da questo punto inizia a sfoderare alcune perle di ironia e sagacità, divertendo lo spettatore. Battute per nulla leggere e spesso votate verso una volgarità che crea un ottimo contrasto con la cornice di perfezione del tipico Natale borghese americano, fatto di canti angelici, decorazioni costose e cene eleganti.
Figlio unico della coppia è Luke (Levi Miller), un ragazzino piuttosto introverso e dall’aria da perfettino, che passa la maggior parte del suo tempo con l’amico Garrett (Ed Oxenbould) e a pensare alla bella e irraggiungibile Ashley.
Di tre anni più grande di Luke, Ashley sembra davvero la ragazza dei sogni. Bella, simpatica e intelligente, amante della pizza e dei film horror, ma con un enorme grande difetto: non accorgersi dell’esistenza di Luke al di fuori dell’essere un “bambino da controllare”.
Per quella vigilia di Natale Luke vuole assolutamente sorprendere Ashley, dimostrargli quanto vale e che non è solo un bambino, ma qualcosa di molto di più.
Dopo le varie raccomandazioni da parte dei genitori, tra cui il controllare che Luke non abbia uno dei suoi soliti attacchi da sonnambulo, la serata dei due ragazzi può iniziare, ma non sarà di certo delle più ordinarie.
Dopo alcune strane telefonate senza risposta, una serie di avvenimenti molto strani incominciano, pietrificando dal terrore i ragazzi. Qualcuno li spia, e le sue intenzioni non sono per nulla in voga con i canti di Natale.
Ciò che Ashley ancora non sa è che il pericolo non viene unicamente da fuori e quella che sarebbe dovuta essere una serata come tante, si trasformerà in un incubo senza fine.
In un misto tra Scream e Mamma ho perso l’aereo, Safe Neighborhood con il suo gusto paradossale, ironico e violento, si preannuncia essere il film delle vacanze di natale. Un inizio da teen movie ma che cambia registro già dal secondo atto, introducendoci in un mondo dove il cambiamento generazionale ne fa da padrone.
La pellicola fa affidamento sia sullo slasher anni ’90, apportando elementi di thriller e suspense i quali puntano non tanto a far spaventare lo spettatore, quanto a farlo entrare nel sadico labirinto architettato da chi ha deciso di rovinare il Natale a tutti una volta per tutti.
Un gioco spietato, all’ultimo sangue, che si conclude con un finale autoironico eccezionale.
Una soddisfazione che accompagna lo spettatore, ma non troppo, lasciando comunque il seme del dubbio subito dopo i titoli di coda (eh si, non pensate di alzarvi subito a film concluso).
Un horror in grado di divertire ma, al tempo stesso, sorprendere con alcuni colpi di scena realmente imprevedibile. Sadicamente ironico, con una discesa verso lo splatter che concede al film quella vena di horror in più.
L’azione è sempre dinamica, non annoiando mai lo spettatore, e scorrendo con parecchia intensità, questo anche grazie all’interazione tra gli attori, primo fra tutti il giovanissimo Levi Miller.
Un’interpretazione già da grande attore, riscattandosi della pellicola molto più scialba che è stata lo scorso anno Pan – Viaggio Sull’Isola che non c’è, che riesce a reggere per tutto il tempo un ruolo dinamico, dalle molteplici sfumature e di non facile gestione per un ragazzo così giovane.
Non da meno è l’altrettanto giovane Olivia DeJonge, già protagonista del found footage di M. Night Shyamalan, The Visit, assieme a un altro attore del film, Ed Oxendould.
Olivia DeJonge ha un’ottima presenza scenica e anche lei, come Miller, si rivela all’altezza del ruolo, combattendo come una vera final girl. Astuta fino all’ultimo, capace di sorprendere lo stesso aguzzino del film. Mai sottovalutare una bionda perché, a modo suo, potrebbe lasciarvi senza parole!
L’armonia di tutti gli attori in scena è davvero piacevole e rende il film perfetto nelle sue piccole imperfezioni. Probabilmente con dei protagonisti più adult, già tra 18 e i 20 anni, la pellicola avrebbe perso la sua brillantezza e originalità.
Un vero peccato, però, non poter godere più a lungo della presenza in scena della Madsen e di Patrick Warburton, ma Safe Nieghborhood è un film di ragazzi non fatto unicamente per un pubblico adolescenziale. Il suo nucleo critico risiede esattamente nei suoi protagonista, nella malvagità travestita e nel non dare sempre troppa fiducia alle apparenze.
Sicuramente la pellicola di Chris Peckover presenta qualche pecca, come per esempio qualche punto interrogativo di troppo, un piano fin troppo perfetto e curato, alcuni elementi scontati, ma al tempo stesso riesce tranquillamente nella missione.
Una pellicola fresca e genuina. Un horror che non risponde pienamente alla concezione di genere ma che, appunto, fa molto leva sulla contaminazione, traducendosi in un esperimento estremamente gradevole e soddisfacente.
Safe Neighborhood non ha ancora una data di uscita, ma siamo certi che, prima o poi, avrà la sua distribuzione italiana.