A distanza di sei mesi dall’uscita di Dark Souls III, From Software ci regala un nuovo e sorprendente viaggio nelle terre maledette e meravigliosamente sanguinarie partorite dalla mente di Miyazaki.

L’ultima creatura di From Software ha segnato uno dei momenti più intensi, epici e gloriosi della serie Dark Souls. L’eredità del lavoro svolto su Bloodborne in termini sia artistici che di gameplay ha contribuito a plasmare un’esperienza di gioco più dinamica e migliorata, ma con tutte le tradizionali caratteristiche che hanno sempre reso questi titoli deliranti ma allo stesso tempo meravigliosi ed indimenticabili.

In Dark Souls III il giocatore torna a rivivere antiche sensazioni, ad esplorare ricordi perduti e a ritrovare vecchie conoscenze. Impossibile non emozionarsi di fronte alle continue citazioni ed omaggi ai capitoli precedenti, ed inevitabile non farsi travolgere dal fascino di quel mondo cosi disturbato e malato, e. dalla lore intricata, a tratti incomprensibile, ma estremamente curata.

Tutti questi elementi tornano ad accendersi in Ashes Of Ariandel, primo dei due DLC previsti per Dark Souls III, disponibile dal 25 ottobre al costo di 14,99€ (o in alternativa acquistando il Season Pass) che comprende nuove mappe, nuovi boss, armi e armature, incantesimi e una nuova modalità multigiocatore denominata Scontro tra Non-Morti.

La versione da noi testata per la recensione è quella PlayStation 4. Il contenuto Ashes of Ariandel è però ovviamente disponibile anche per Dark Souls III su PC e Xbox One.

 

 

Dark Souls III: Ashes Of Ariandel

 

 

Sangue su tela

 

Per accedere ai nuovi contenuti offerti dall’espansione, bisognerà recarsi alla Cattedrale delle Profondità, più precisamente al secondo falò all’interno della Cappella della Purificazione. Qui sarà possibile interagire con un nuovo personaggio dall’aria sinistra e poco rassicurante che ci implorerà di aiutarlo a compiere una missione: raggiungere il mondo dipinto di Ariandel e riaccendere “la vera fiamma”, affinché possa liberarlo dall’orrore che lo sovrasta.

Dopo un breve dialogo, verremo catapultati all’interno di un’ambientazione innevata, dai toni ancestrali e molto simile a livello visivo ed evocativo ad Irythill della Valle Boreale, uno degli scorci più spettacolari e suggestivi presenti in Dark Souls III.

Se da un lato il level design si conferma essere articolato e coerentemente curato in ogni piccolo dettaglio, dall’altro bisogna ammettere che si presenta ancora una volta poco innovativo ed intriso di componenti già viste e riviste. Non mancano, però, tutti quegli elementi che stimolano il giocatore ad osservare e a sorprendersi continuamente di fronte a nuove ed inaspettate scoperte come le molteplici scorciatoie, i segreti, i muri illusori e i nuovi NPC.

Ashes of Ariandel si pone come un piccolo tassello dell’enorme mosaico narrativo di Dark Souls.

Si è già detto più volte che la lore presente in Dark Souls III è quella che, rispetto ai capitoli precedenti, ci appare come la meno criptica fra tutte. Non perché ci siano elementi della storia che vengono palesati, ma perché, ponendosi come perfetto anello di chiusura del ciclo, è ricchissimo di riferimenti al primo capitolo.

Ebbene, anche Ashes Of Ariandel si pone come un piccolo tassello dell’enorme mosaico narrativo della serie di Dark Souls. Ma state pur tranquilli, non abbiamo alcuna intenzione di spoilerarvi il come e il perché né di dilungarci nell’esposizione di teorie sulla delicatissima interpretazione di questo contenuto.

Possiamo però dirvi che a seconda delle quest che porterete a termine nel titolo di base, potrete assistere ad alcuni interessanti dialoghi aggiuntivi in questo DLC.

 

 

Dark Souls III: Ashes Of Ariandel

 

 

La cura che From Software riserva ai dettagli e al character design è sempre stupefacente.

La cura che From Software riserva ai dettagli e al character design è sempre stupefacente. Ogni particolare delle ambientazioni, ogni oggetto, ogni arma, ogni componente del set di un’armatura è inserito in modo geniale ed estremamente coerente all’interno del contesto. Ogni particolare assume una propria identità, comunica qualcosa e diviene parte integrante della storia raccontata, o persino funzionale al gameplay.

A tal proposito, l’utilizzo di particolari oggetti come la resina carbonizzata o i teschi esca, che troveremo durante l’esplorazione in questa fase di gioco,  può agevolarci notevolmente durante i combattimenti più concitati. In Ashes Of Ariandel vi sono ben 10 nuove tipologie di nemici tra cui alberi animati, lupi mannari, possenti cavalieri nordici ecc…

Questi, il più delle volte, fonderanno la propria forza proprio sull’attacco in massa, scaraventandoci cosi in combattimenti frenetici che mostrano tutte le influenze derivate dalla realizzazione di Bloodborne.

Oltre alle nuove armi (sedici in tutto) e a quattro nuovi incantesimi (due stregonerie, una piromanzia e un miracolo), Ashes Of Ariandel presenta anche due nuovi spiriti oscuri e due nuovi boss, di cui uno opzionale. Bisogna sottolineare però che, nonostante l’espansione presenti un livello di sfida discretamente bilanciato per il nostro livello (165 in NG++) la boss fight obbligatoria ce la siamo sudata dall’inizio alla fine.

Si è trattato di una lotta decisamente ardua da portare a termine senza evocazioni, divisa in tre fasi e dai toni evocativi e drammaticamente epici. Lo stesso discorso non vale, però, per il boss opzionale, che diventa da subito protagonista di uno scontro facilmente gestibile tutto sommato, dai tratti un po’ anonimi e privo di quella ferocia che avremmo tanto voluto vedere.

 

 

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Prepare to Die!

 

Una novità decisamente interessante riguarda la nuova modalità multiplayer: Scontro tra Non-Morti

Una novità decisamente interessante riguarda la nuova modalità multiplayer: Scontro tra Non-Morti. Se siete dei fan della serie come chi scrive, saprete senza dubbio che da tempo i videogiocatori desiderano l’implementazione di una nuova componente completamente dedicata al PvP, in modo tale da non dover ripiegare sulla classica organizzazione “self-service” di scontri e tornei ad eliminazione presso la zona di Irythill.

Ebbene, From Software ha cercato di accontentare gli utenti inserendo questa nuova componente all’interno dell’espansione che sfortunatamente, però, risente ancora della mancanza di una struttura solida e di contenuti più ricercati che possano rendere davvero variegata e soddisfacente l’esperienza multigiocatore, complice senza alcun dubbio anche la mancanza di un premio fornito al vincitore o di una classifica che possa rendere propriamente appaganti e stimolanti le battaglie.

Lo Scontro tra Non-Morti può essere sbloccato bruciando presso il falò dell’Altare del Vincolo le “Ceneri del Campione”, che otterremo solo dopo aver sconfitto il boss opzionale. Fatto ciò, potremo accedere a vari tipi di scontro (duello d’onore, lotta 2 contro 2, 3 contro 3, partita co-op. e mischia) e ad un solo tipo di arena.

Dal punto di vista prettamente più tecnico, questa componente mantiene inalterati tutti quei difetti riscontrati durante i PvP della serie Souls: dalle hitbox completamente fuori schema, ai lentissimi caricamenti di matchmaking e i numerosi lag, soprattutto negli scontri in mischia.

 

 

Dark Souls III: Ashes Of Ariandel

 

 

Artisticamente Ashes Of Ariandel porta in alto le doti qualitative del titolo con un tocco più sanguinario e disturbante.

Artisticamente Ashes Of Ariandel porta in alto le doti qualitative di Dark Souls III, ma con un tocco leggermente più sanguinario e disturbante. Il character design dei nemici assume connotati ancor più oscuri e disgustosi di quelli visti nel gioco base, anche grazie a un comparto sonoro solido e ben studiato. Le tinte sporche e cruente si mescolano ai colori chiari e limpidi della neve ed avvolgono le texture dei personaggi che decorano questo mondo immerso nel delirio delle sue maledizioni e nella flebile luce dei falò. Il motore grafico è lo stesso di Dark Souls III, convincente ma non privo di qualche difetto.

 

In conclusione, Ashes Of Ariandel offre un’esperienza soddisfacente, dolcemente spietata e senza dubbio intensa per una durata complessiva di circa 7 ore di gioco.

 

Bisogna ammettere, però, che da From Software ci si poteva aspettare un contenuto ben più longevo e corposo, soprattutto se messo a confronto con l’espansione The Old Hunters, di Bloodborne, ultima uscita in linea cronologica prima di Dark Souls III.

Con queste premesse, appare evidente che il costo del contenuto potrebbe sembrare un po’ eccessivo in rapporto a quanto offerti e, in particolar modo, agli occhi di chi volesse dedicarsi maggiormente all’avventura in single player invece che alla componente PvP.

Nonostante i suoi limiti, però, questa prima espansione di Dark Souls III rimane comunque un contenuto imperdibile soprattutto per quei giocatori che nutrono ancora il forte desiderio di assaporare ancora una volta, e in chiave del tutto nuova, la brutale poesia che aleggia su queste queste terre così nefaste ed oscure, eppure così misteriose ed affascinanti.