I ragazzacci del rock nonostante gli oltre 50 anni di rock continuano a calcare i palchi di tutto il mondo. Il loro ultimo tour li ha portati in America Latina, un viaggio lungo 10 tappe che si è concluso con uno storico concerto a Cuba.
Il 12 luglio 1962 è una data fondamentale per la storia del rock. In quel giorno di 54 anni fa al Marquee Club di Londra fecero il loro esordio i The Rolling Stones, band che in breve tempo diventerà un icona del rock e che ha segnato la storia del rock come pochi sono riusciti a fare.
Il gruppo, oggi formato da Mick Jagger (voce, armonica, chitarra), Keith Richards (chitarre, voce), Ronnie Wood (chitarre, cori) e Charlie Watts (batteria, percussioni), nel corso degli anni ha subito varie line up anche a causa della tragica scomparsa di Brian Jones, talentuoso chitarrista.
Jagger e soci oltre che alla loro musica, energico mix di rock e blues, sono noti anche per la loro reputazione. I componenti della band inglese furono etichettati come “brutti, sporchi e cattivi“ e quindi contrapposti ai più educati Beatles. Un contrasto che gli stessi Stones alimentavano grazie a comportamenti volutamente sopra le righe. Una strategia di marketing diabolica e geniale voluta dal loro manager, Andrew Loog Oldham, il quale coniò la famosa frase “Would you let your daughter go with a Rolling Stone?” (“Lascereste andare vostra figlia con un Rolling Stone?“) che sicuramente ottenne l’effetto voluto.
Da sempre Jagger e co. sono stati etichettati come brutti, sporchi e cattivi. Dal 1962 sono condiderati i ragazzacci del rock
Sin dal loro esordio oltre 50 anni fa i The Rolling Stones non si sono praticamente mai fermati e oltre alla pubblicazione di album continuano a calcare il palco con sorprendente energia, tanto che sembra non risentano dell’età che ha oltrepassato i 70. E proprio su un palco ci porta il docu-film Olè olè olè: a trip across Latin America.
Diretto da Paul Dugdale il documentario racconta le prove ed i dieci concerti che i The Rolling Stones hanno sostenuto ad inizio 2016 in America Latina e che è culminato con il live di chiusura a l’Avana. Dopo essere stato presentato al Toronto International Film Festival, Olè olè olè: a trip across Latin America arriva anche alla Festa del Cinema di Roma.
Nella primavera del 2016 i The Rolling Stones sono tornati a suonare dal vivo. Le dieci date del loro ultimo tour li hanno portati a suonare in Sud America, con data conclusiva a l’Avana, capitale di Cuba. Attraverso interviste ai componenti della band e a persone delle varie città in cui si sono esibiti Olè olè olè: a trip across Latin America racconta il potere rivoluzionario del rock e il rapporto tra i musicisti e i loro fan latini.
Seguendo da vicino la band il documentario racconta il rapporto degli Stones con i loro fan latini
Partendo dalle l’ultimo giorno di prove a Los Angeles, Dugdale segue da vicino una delle band più prolifiche della musica rock, portandoci a conoscere la parte più intima di Jagger, Richards, Wood e Watts. Seguendo da vicino i quattro componenti delle pietre rotolanti veniamo messi a conoscenza di pensieri privati, retroscena di tour passati e di particolari riti scaramantici.
Il docu-film è un road movie durante il quale voliamo insieme ai protagonisti di città in città ed assistiamo sia a ciò che succede dietro le quinte sia alle performance sul palco, sempre intense e piene di energia, nonostante gli oltre 70 anni dei componenti.
Ciò che più colpisce di Olè olè olè: a trip across Latin America è che non è il solito film concerto, ma è un vero un proprio documentario dove viene analizzato cosa hanno rappresentato e cosa rappresentano la musica degli Stones per le popolazioni latine, il tutto sia tramite interviste ai quattro musicisti sia attraverso testimonianze dei cittadini delle varie Nazioni.
Si apprende così che in America Latina la musica rock in generale, e quella dei The Rolling Stones in particolare, è da sempre sinonimo di libertà e ribellione più che in ogni altra parte del globo. È stato grazie alla loro musica che i giovani hanno potuto sentirsi liberi nonostante i regimi totalitari. Se gli Stones in Inghilterra prima ed e in Occidente poi sono stati sinonimo di rivoluzione negli anni ’60 ancor di più lo sono stati in America Latina a partire dalla metà degli anni ’80 visto che fino ad allora la loro musica ed il rock tutto erano considerati illegali.
Volando di città in città scopriamo l’importanza che la loro musica ha avuto per i popoli del Sud America
Esibendosi in città in cui non erano mai stati prima durante la loro lunga carriera si capisce ancor di più cosa la band rappresenti tutt’oggi per queste popolazioni e come il rock sia stato per loro fonte di ispirazione, ribellione al sistema e libertà. Non c’è da stupirsi se in Argentina gli Stones sono una sorta di religione o se un fan scoppi in lacrime dalla gioia solo per aver visto Mick Jagger passare in macchina.
Nei 105 minuti di durata seguendo le quattro leggende del rock si afferma con maggiore consapevolezza la libertà che la musica riesce a diffondere. Si diventa consapevoli di come la musica sia un’arte in grado di spezzare le catene e di strappare i bavagli che le autorità impongono.
Il regista ci porta a scoprire la parte più intima e nascosta della band, che sono ancora oggi un gruppo di ragazzi pieni di energia innamorati della musica e pronti a tutto pur di portare la loro arte dove ancora non è arrivata. Motivo per cui il fil rouge di tutto il film è l’organizzazione – tutt’altro che semplice – del concerto gratuito a Cuba. Mostrando le innumerevoli difficoltà dell’organizzazione sia dal punto di vista logistiche che politiche. Non solo Cuba non ha mai ospitato un concerto di tali dimensioni ma a complicare le cose ci ha pensato anche il Presidente Obama che ha ben pensato di andare a visitare la Nazione caraibica il giorno successivo alla data stabilita.
Appassionante, ironico, commovente. Da vedere assolutamente.
Tra battute, ricordi, preoccupazioni e l’incontro con vecchi amici la preparazione dell’evento diviene una sorta di thriller in cui di certo non mancano i colpi di scena e le esibizioni dal vivo dei grandi classici dei The Rolling Stones. Una vera e propria corsa contro il tempo che sembra fermarsi grazie ai vari resoconti delle altre esibizioni del tour.
Olè olè olè: a trip across Latin America è un docu-film appassionate, ironico, commovente dove viene mostrata un aspetto di un gruppo che ha fatto la storia della musica che altrimenti non vedremmo mai. Un tragitto che porta a scoprire e capire la potenza e la bellezza della musica. Consigliato a tutti i fan dei The Rolling Stones e agli amanti della musica.