Abbiamo giocato a Eagle Flight, l’originale esperienza per VR di Ubisoft in uscita domani, e ve ne parliamo in questa recensione.

In uscita domani, 18 ottobre 2016, per Oculus Rift, HTC Vive e PlayStation VR, Eagle Flight è la prima grossa produzione della software house francese ad affacciarsi sul mercato della realtà virtuale. Il titolo è sviluppato da Ubisoft Montreal e ci porta in giro nei cieli di una Parigi non proprio convenzionale dalla prospettiva di un’aquila.

Abbiamo giocato il titolo nella sua versione per Oculus Rift sia in modalità storia che in multiplayer in quattro giocatori sfruttando i nostri quattro visori qui in redazione. Per scoprire se Eagle Flight vale il vostro tempo, dunque, proseguite nella lettura.

 

 

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In Eagle Flight è il movimento della testa a stabilire la direzione che la nostra aquila percorre.

Partiamo col parlare di quella che è forse la caratteristica principale che rende al momento Eagle Flight unico nel suo genere: come accade realmente per la razza animale che andiamo ad impersonare, il movimento della testa stabilisce anche la direzione che si percorre. Non c’è modo di fermarsi, si può aumentare o diminuire la velocità con i grilletti sinistro e destro, interagire con determinati oggetti in vari momenti, ma il grosso lo dovrete fare letteralmente usando la vostra testa. Un espediente che rende senza dubbio l’esperienza di gioco più interessante e diversificata di quanto non sarebbe con il solo utilizzo delle le vette analogiche, ma che alla lunga può provocare anche torcicollo e se già si soffre abbastanza il motion sickness tende a creare una combo poco piacevole.

Parlo di esperienza in quanto, come bene o male accade per tutti i giochi attualmente in circolazione per realtà virtuale, anche Eagle Flight è pensato per brevi sessioni di gioco e con una forte inclinazione all’esperienza in multigiocatore. Il titolo offre però anche una modalità storia che si declina in un’affascinante contorno caratterizzante la città di Parigi sopra la quale la nostra aquila svolazzerà per tutta la durata della sua avventura. Il mondo di Eagle Flight è dominato dagli animali, l’essere umano non ne fa più parte. Rimangono ancora in piedi però le strutture create dagli uomini, e così ci ritroviamo a spiccare il volo nei panni di un’aquila che dal proprio nido si avventura per i cieli di una Parigi sulle cui strade ormai la natura inizia a riprendere il sopravvento e dove è possibile intravedere cani, gatti e persino giraffe ed elefanti. Sfrecciando tra Notre Dame e la Tour Eiffel, l’aquila potrà affrontare svariati quadri di gioco suddivisi in main quest numerate in cui ci verrà di volta in volta richiesto di soddisfare diversi obiettivi (dal completare determinati percorsi in un dato tempo fino al raccogliere un certo numero di piume sparse per i tetti della città) ma anche dedicarsi ad obiettivi secondari e sfide più impegnative.

 

 

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Superato un momento iniziale di smarrimento, comprendere le dinamiche di gioco risulta davvero semplice ed intuitivo.

Superato un momento iniziale di smarrimento, comprendere le dinamiche di gioco risulta davvero semplice ed intuitivo per chiunque e dopo qualche minuto di gioco sarete già perfettamente in grado di districarvi tra le nuvole parigine come fosse sempre stati una regale aquila in questo mondo distopico ma pacifico.

Ambientare un videogioco così particolare in un mondo privo degli esseri umani è, secondo chi scrive, una scelta audace da parte dello sviluppatore. Il titolo avrebbe potuto tranquillamente essere ambientato nel nostro mondo, verosimilmente impersonando un’aquila che sfreccia sopra una Parigi abitata da esseri umani, automobili, rumori, luci artificiali ecc…

Ma la scelta artistica, come appunto dicevo, di contestualizzare questa esperienza in uno scenario privo dell’essere umano e in una atmosfera romantica e serena come quella della città francese, in perfetta simbiosi con una natura che riprende il sopravvento, porta il giocatore ad avere un’immedesimazione maggiore, quasi empatica, con una narrazione silenziosa che insinua nella sua mente la domanda di quanto questa terra abbia bisogno dell’uomo in realtà.

Personalmente non ho potuto fare a meno di pensare in parte di essere di fronte a una rappresentazione molto serena di quanto Alan Weisman descrive nel suo libro Il mondo senza di noi, già fonte d’ispirazione per diversi videogiochi tra i quali non a caso va annoverato anche The Last of Us. Eagle Flight è dunque sì un titolo che si pone come esperienza mordi e fuggi, in perfetto stile VR, ma per certi aspetti molto più profondo di tante alte produzioni che si muovono su un territorio più arcade.

 

 

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Ma tralasciamo suggestioni e considerazioni personali e torniamo a parlare più nello specifico della componente ludica di Eagle Flight.

Ma tralasciamo suggestioni e considerazioni personali e torniamo a parlare più nello specifico della componente ludica di Eagle Flight. Il menù principale, il “nido” della nostra aquila, ci offre ovviamente la possibilità di apprendere in maniera guidata le meccaniche di gioco mediante una sezione Tutorial, un menù delle Opzioni in cui regolare anche i vari parametri di luminosità e sensibilità, la modalità Storia di cui abbiamo parlato sopra, una modalità chiamata Volo Libero in cui semplicemente potrete svolazzare per il cielo di Parigi contemplando il paesaggio e, ovviamente, la modalità Online che offre un multigiocatore fino a sei giocatori in squadre 3 contro 3.

Abbiamo potuto provare anche questa modalità appunto, come dicevo in apertura, e ci siamo divertiti moltissimo a suonarcele tra aquile! La dinamica delle partite multiplayer è molto semplice: ci sono due squadre che si affrontano, formate da un massimo di tre aquile per squadra. All’interno della mappa viene contrassegnato in viola l’obiettivo che le varie aquile dovranno cercare di raggiungere prima degli avversari, un altro animale che sarà la nostra preda.

Una volta catturata la preda bisognerà poi portarla al sicuro nel nido, contrassegnato invece da un fascio giallo. Nel fare ciò però ovviamente le due squadre si ostacoleranno a vicenda cercando di far schiantare le aquile avversarie contro i palazzi o utilizzando una sorta di attacco sonoro. Se si riesce a piazzare la preda all’interno del nido si guadagna un punto, allo scadere del tempo a disposizione la squadra che avrà totalizzato più punti si aggiudicherà la vittoria della partita. Niente di troppo complesso e, probabilmente proprio per questo, il risultato finale è appagante quanto ci si aspetta.

Tirando le somme di quanto detto finora, dunque, sebbene a un primo sguardo possa sembrare un titolo estremamente semplice, Eagle Flight riesce a non essere banale e rappresenta verosimilmente una delle migliori esperienze ludiche attualmente in circolazione per i vari visori di realtà virtuale. Non siamo di fronte alla killer application in grado di muovere il consumatore verso l’acquisto di un visore, è chiaro, ma se siete già in possesso di un Oculus, di un Vive o di PlayStation VR, non fatevi sfuggire questo titolo.