Sono ormai passati molti anni dal lontano 1987 quando negli studi della CompuServe a Columbus, Ohio negli Stati Uniti, Steve Wilhite ideò per la prima volta un formato in grado di contenere in un unico file una serie di immagini compresse noto come GIF.
Dopo tutti questi anni, questo formato è ormai noto a tutti e grazie alla sua semplicità viene oggigiorno utilizzato in qualsiasi contesto, ma ahimè i tempi cambiano, anche per lui…
Per questo motivo un gruppo di giovani ragazzi, approfittando delle pause di studio tra un esame universitario e l’altro, ha deciso di dargli una spolverata fino al punto di rottura che ha portato alla creazione di un nuovo formato chiamato: Phrame.
Ma qual’è la particolarità di questo formato? Innanzitutto la fusione con il mondo mobile e di conseguenza l’interazione ed il coinvolgimento da parte dell’utente.
Un phrame può essere registrato e visto con il proprio dispositivo mobile e per essere attivato deve essere animato tramite il tocco dell’utente che può scorrerlo avanti ed indietro mantenendo sempre il controllo su ciò che sta vedendo.
Il cosiddetto “effetto attaccato al dito” (come lo chiamano loro) rende il phrame molto coinvolgente e con una serie di espedienti in fase di registrazione sembra quasi che l’oggetto che si sta guardando sia in tre dimensioni.
Abbiamo chiesto ad uno degli sviluppatori come è nata questa idea e la risposta è stata:
Da buon hipster, quale mi dipingono gli altri, ho sempre desiderato poter inviare ai miei amici le foto dei piatti che mi piacevano di più, ma con una sola foto l’effetto non era nemmeno lontanamente vicino a quello che avevo io davanti al piatto, nemmeno utilizzando i numerosi filtri di Instagram! Cosi ho deciso insieme ad alcuni amici di realizzare un programma in grado di “scansionare” i piatti con il mio telefono e di inviare queste scansioni a tutti i miei amici.
E poi cosa è successo?
L’effetto è stato sorprendente. Tutti sono rimasti colpiti da quello che vedevano e quando ho condiviso anche il programma, che abbiamo deciso di chiamare Phrames, hanno cominciato ad usarlo tutti nei modi più creativi ed inusuali possibili.
Con Phrames si entra in un social network alternativo in cui i contenuti sono in movimento, ma sotto il pieno controllo dell’utente.
Si trovano phrame relativi a piatti gourmet, c’è chi condivide bottiglie di vino o di birra, ci sono panorami di mare, skyline di città e “spinning selfie” ovvero dei selfie registrati tenendo fermo il telefono e ruotando su se stessi in modo da far ruotare lo sfondo.
Ultimamente dopo il rilascio della funzionalità di import video hanno incominciato a fare la loro comparsa sul network anche spezzoni di film, gameplay, video in slowmotion e hyperlapse che trasformati in phrame hanno tutto un altro sapore.
A questo punto ci siamo anche chiesti perché non estendere queste funzionalità direttamente ad un formato come una GIF o un video.
La risposta che abbiamo ricevuto ci ha divertito parecchio ed è stata:
A volte bisogna rompere con il passato o continuerai a respirare polvere mentre programmi.
In realtà ce lo siamo fatti spiegare ed il vero motivo riguarda le difficoltà tecniche nella gestione della memoria dei dispositivi mobile e nel mantenere una qualità ed una fluidità sufficiente a rendere coinvolgente l’animazione desiderata.
Gli sviluppatori hanno voluto che chiunque potesse utilizzare Phrames e quindi hanno deciso di mantenere la compatibilità anche con i dispositivi di fascia medio bassa e supportare anche le connessioni internet meno veloci.
Per questi motivi un phrame è limitato a 100 fotogrammi, ma ci è stato garantito che sono sufficienti a ottenere degli ottimi risultati e lo abbiamo provato.
Ci ha sorpreso la facilità con la quale è possibile registrare un phrame e condividerlo sul social network di Phrames oppure su Facebook o in maniera privata solo a qualche amico utilizzando Whatsapp, Messenger o un qualsiasi servizio di messaggistica.
Abbiamo trovato qualche difetto quando ci si muove troppo o le condizioni di luminosità non sono ottimali e lo abbiamo fatto presente agli sviluppatori, ma ci è stato garantito che stanno continuando a rilasciare nuove funzionalità e stanno lavorando anche a questo.
Infine questi ragazzi credono talmente nel loro progetto che hanno già fatto tradurre l’applicazione in oltre 15 lingue distribuendola in tutto il mondo, attivato delle campagne pubblicitarie e stanno già pensando di girare uno spot. La cosa sorprendente è che non hanno nessuna esperienza precedente.
Abbiamo avuto la fortuna di trovare questo gruppo di programmatori all’università di Varese e per una volta possiamo dirlo con fierezza che stiamo parlando non di un prodotto sviluppato in Silicon Valley con l’aiuto di qualche finanziatore miliardario, ma di un prodotto made in Italy, uno di quei prodotti di una volta che odora ancora di garage, ma che ha dentro la passione di un vero nerd, proprio come piace a noi.
Phrames: goditi ogni singolo fotogramma www.phram.es