Deus Ex: Mankind Divided

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Correva l’anno 2011 quando Square Enix rilasciava Deus Ex: Human Revolution, reboot di una storica saga acclamato positivamente sia da critica che utenza. In questa recensione parleremo del suo diretto seguito, Deus Ex: Makind Divided, ultima fatica di Eidos Montreal.

Chi ha giocato a Human Revolution conoscerà sicuramente la trama e il protagonista, Adam Jensen, un Ex-Swat assoldato dalle Industrie Sarif come capo della sicurezza. Durante un attentato ai laboratori Jensen viene ferito gravemente e ridotto in fin di vita, ma per David Sarif (Capo delle industrie Sarif) è troppo importante, tanto da riportarlo in vita fornendolo di vari impianti cibernetici all’avanguardia che lo trasformano in una vera e propria macchina da guerra.

“Non ho chiesto io tutto questo” cit. Adam Jensen

Seppur non del tutto convinto del suo nuovo corpo, l’agente torna sul campo per una nuova missione molto importante, affidatagli successivamente ad un secondo attentato distante sei mesi dalla sua convalescenza. Durante quest’ultimo incarico Adam scopre che gli scienziati rapiti nel primo attentato sono ancora vivi e che gli Illuminati sono interessati alle ricerche della sua Ex, Megan Reed, rapita anche lei durante l’incidente, quindi fa di tutto per trovarla e sventare i piani dell’organizzazione.

Non appena Jensen incontra Megan, però, qualcosa di catastrofico accade: a PanchaeaHugh Darrow, creatore della tecnologia alla base degli innesti, fa la sua mossa, attivando un chip modificato sostituito qualche tempo prima nelle cliniche Limb a tutti gli esseri umani potenziati, dando il via ad un vero e proprio cataclisma sociale, nel quale tutti i potenziati aggrediscono ed uccidono senza alcun motivo i normali esseri umani.

 

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Gli eventi di Panchaea sono alla base della narrativa di Mankind Divided.

Da qui parte la trama di Deus Ex: Mankind Divided, seppur con qualche accorgimento, questo perché durante il precedente capitolo potevano essere effettuate delle scelte che influenzavano il corso degli eventi. Si è quindi optato per un finale canonico che viene sostanzialmente proposto con un filmato introduttivo di circa dodici minuti, presente all’inizio di Mankind Divided, la cui visione non è obbligatoria.

Non mancheranno momenti nella quale verrete fermati per il controllo dei documenti.

Vi ritroverete dunque a Praga, una città totalmente divisa tra esseri umani potenziati e normali con la polizia che opprime i più deboli e fa di tutto per evitare rivolte. In questa città futuristica per varie circostanze vi ritroverete a rincorrere dei terroristi in mezzo ad una serie di giochi politici con il giusto contorno per un ottimo film dalla trama spionistica in stile sci-fi.

 

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Pad alla mano vi verrà chiesto di scegliere tra tre tipologie di controlli: l’originale pensato appositamente per Mankind, il classico per i nostalgici di Human Revolution e l’ultimo per i puristi degli FPS.

Il modello di gioco in stile sparatutto a mio avviso non si sposa pienamente con le dinamiche stealth del titolo Eidos, infatti questo Deus Ex premia molto l’approccio furtivo anche in termini di punti esperienza, questo però non vuol dire che non potrete sparare a qualsiasi cosa si muova, in pieno stile Call of Duty, ma sappiate che ci saranno delle conseguenze basate sulle vostre azioni, alcuni NPC non vi degneranno neanche della parola avendo una pistola puntata contro.

Il titolo è quasi un perfetto Tactical Espionage Action

In Mankind Divided tutto ricalca sostanzialmente il precedente capitolo con qualche ritocco qua e là, un plauso sopratutto al sistema di copertura, molto ben fatto, che seppur con qualche difetto non intacca l’esperienza di gioco, potreste giocare tutte le sezioni di gioco in piena furtività sfruttando la terza persona offerta quando in copertura, avendo inoltre una visuale d’angolo maggiore, il che fornisce un ampio spazio di manovra in qualsiasi situazione, anche nelle fasi più caotiche sfruttare ripari ed eventuali nascondigli o appigli risulta la soluzione migliore rendendo il titolo quasi un perfetto Tactical Espionage Action.

Adam Jensen è veramente il Cyborg definitivo.

Purtroppo anche andando in giro col grilletto facile, noterete quasi da subito (almeno a livello Normale) come l’IA sia facilmente aggirabile e sopratutto come Jensen sia estremamente superiore agli avversari, infatti il livello di sfida risulta essere non proprio all’altezza, potenziando poi ulteriormente il vostro alter ego durante l’avventura vi sentirete pervasi da un assoluto senso di potere, poiché Adam Jensen è veramente il Cyborg definitivo, ragion per cui vi consiglio di giocare a livello di difficoltà Deus Ex, almeno per i veterani è un must che aggiunge quel qualcosa in più all’esperienza complessiva.

 

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Usando i kit Praxis potrete plasmare il vostro Jensen in base al vostro stile di gioco.

Come detto precedentemente e come potete immaginare, Adam può essere potenziato a piacimento, infatti sono disponibili praticamente da subito moltissime tipologie di potenziamenti, letali e non letali per quanto concerne il combattimento, ma come anche abilità che prediligono lo stealth o altre come il Titan Shield (in Neodimio, roba forte) che fanno comodo agli amanti degli sparatutto in prima persona.

Usando i kit Praxis potrete attivare i potenziamenti come meglio credete, ovviamente questo lascia una scelta vastissima basata principalmente sul vostro stile di gioco, se siete quindi amanti della furtività l’hacking wireless, l’invisibilità e altre migliorie stealth fanno al caso vostro, diversamente potete aumentare al massimo la salute e la corazza per avanzare ad armi spianate, dipende tutto da voi, come quasi tutto il resto.

Per sfruttare tutte queste capacità l’agente è munito di un sistema caricato a Biocelle che gli forniscono un’energia limitata, questa carica di energia può essere potenziata ulteriormente durante il corso dell’avventura per prolungare gli effetti delle abilità sia passive che attive, inoltre acquistando, trovando o fabbricando delle Biocelle l’energia può essere ripristinata in tempo reale dal menù degli oggetti (ma anche dall’inventario).

 

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Il crafting seppur non con un enorme spessore è un’aggiunta interessante.

Poc’anzi ho parlato della possibilità di fabbricare le Biocelle, infatti una delle feature più interessanti di questo nuovo Deus Ex è proprio l’aggiunta del crafting.

È possibile fabbricare vari oggetti utili come: Biocelle, Lame, Dardi elettrici ed altri strumenti, quello che vi serve per assemblarli sono dei materiali che trovate sparsi ovunque e che possono anche essere acquistati presso i venditori.

L’uso di questi materiali per la creazione di oggetti si estende anche alle armi in vostro possesso, infatti sfruttando questa moneta, se così vogliamo chiamarla, potrete migliorare alcune caratteristiche delle armi in vostro possesso, inoltre come in Human Revolution le armi possono essere customizzate montando: silenziatori (questi incidono sul potere d’arresto della vostra arma), mirini, ottiche, puntatori laser ed altro, sono inoltre disponibili varie tipologie di munizioni oltre alle normali sono presenti le perforanti, le munizioni EMP (utili per mettere fuori uso apparecchi elettronici) e altre per armi specifiche, è possibile inoltre alterare il rato di fuoco, per adattarvi a situazioni multiple.

 

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Potrete completare l’intero gioco senza uccidere nessuno.

Una delle maggiori critiche mosse a Deus Ex: Human Revolution fu la mancata possibilità di aggirare i Boss o semplicemente stenderli brutalmente senza ucciderli.

Questo aspetto del gameplay è stato preso molto a cuore dagli sviluppatori che hanno fatto in modo di rendere il tutto giocabile anche per chi non vuole sparare nemmeno un colpo di pistola, potrete infatti svolgere le vostre missioni senza uccidere nessuno, Boss inclusi, peculiarità che ribadisce ulteriormente la natura stealth del titolo, meccanica che sarà sicuramente molto apprezzata dai fan.

La scelta di affrontare o aggirare le Boss fight insieme alla varie decisioni che prenderete durante il gioco porteranno a conseguenze diverse durante l’avventura, il che aumenta sensibilmente la rigiocabilità del titolo che di base si attesta intorno alle trenta ore a livello di difficoltà Normale.

Mankind Divided è un RPG stealth che potrebbe interessare a molti

Deus Ex: Mankind Divided seppur un FPS dalla vena stealth è comunque un RPG vecchio stile, dove oltre alle scelte da prendere e alla crescita del personaggio, potrete spendere il vostro tempo a girovagare per Praga che sostanzialmente funge da HUB, dalla quale potrete spostarvi in più zone con l’ausilio della metro. Potrete scovare nascondigli, depositi, hackerare di tutto e missioni secondarie (parlando con la gente giusta), un’esperienza a 360 gradi che potrebbe interessare a molti.

 

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La modalità Breach è una modalità Arcade molto interessante, un surplus inatteso ma molto gradito.

Un altro aspetto interessante di Deus Ex: Mankind Divided è la modalità Breach, una specie di modalità Arcade nella quale dovrete ottenere dati sensibili dai server più inespugnabili al mondo, col proseguire dei livelli potrete potenziare il vostro Ripper a piacimento, un po come con Jensen nel gioco principale in modo da plasmare ulteriormente il vostro stile di gameplay. Modalità molto interessante e divertente che aumenta notevolmente la longevità del titolo Eidos.

 

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Golem City è tecnicamente stupenda, assolutamente da esplorare a fondo.

Deus Ex: Mankind Divided non brilla certo per il suo comparto tecnico, ma nel complesso il lavoro svolto è di ottimo livello, le texture sono tutte molto curate e di buon livello, la mole poligonale usata per i personaggi principali e comprimari è di ottimo livello e i dettagli sopratutto su Jensen sono spettacolari, forse sarebbe stata utile un’opzione per disabilitare a piacimento Motion Blur (sfocatura da movimento) e l’eccessivo filtro per la nitidezza applicato, me nel complesso il colpo d’occhio restituisce un’immagine molto gradevole. Una menzione d’onore va fatta assolutamente per il complesso Utulek con Golem City (città dove vengono deportati tutti i potenziati e sede della ARC) a farla da padrone, città molto ispirata e curata nei minimi dettagli.

Il livelli hanno una forma interessante, sono tutti sviluppati sia in verticale che in orizzontale lasciando al giocatore molto spazio per muoversi ed esplorare, il che permette inoltre di raggiungere i punti d’interesse in vari modi, altro fattore che aumenta la rigiocabilità per testare nuove eventuali metodologie di approccio alle situazioni.

Mankind Divided risulta leggermente meno ispirato del precedente, con un tocco di realismo, forse poco riuscito.

Quello che non mi ha convinto è il comparto artistico del titolo, se Golem City è molto ispirata non si può dire lo stesso per il resto degli scenari, che risultano meno ispirati di Human Revolution, inoltre la paletta cromatica ha un tono molto cupo e realistico, sembra infatti che questa volta si sia voluto ricreare un mondo il più realistico possibile con l’aggiunta della componente Steam Punk non sviluppata al pieno delle sue possibilità, il punto è che quando si vuole puntare al realismo non sempre si raggiungono le vette imposte da titoli come Crysis o affini, ma fortunatamente questo è un’aspetto che incide limitatamente su un titolo dallo spessore di Deus Ex: Mankind Divided che non si limita ad essere un semplice sparatutto.

Il motore grafico è comunque molto solido, su Playstation 4 è praticamente inchiodato a 30Fps girando a 1080p nativi, aspetto che con l’attuale generazione di console non è da sottovalutare. Il filtro AntiAliasing utilizzato fa davvero bene il suo dovere, ammorbidendo discretamente i contorni, anche se qualche incertezza si ha durante qualche scena scriptata in tempo reale, ma nulla di fastidioso e a cui tutti gli utenti console sono abituati da tempo (eccetto casi rari come l’ultimo Uncharted).

 

 

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L’audio è ben curato anche se come nel precedente titolo, spesso ci sono momenti in cui la sincronia tra parola e movimento labiale è totalmente asincrona, qualcosa che nel 2016 non dovrebbe assolutamente essere presente, ma con la quale si può convivere poiché fortunatamente rara (meno male).

Il doppiaggio in italiano è buono, non eccellente ne mediocre, godibile nel complesso, ma sarebbe meglio giocare il titolo in lingua originale a mio avviso. La colonna sonora è ben costruita ma non evocativa come in Human Revolution, con questo non voglio dire che la colonna sonora non funzioni, ma solamente che nel precedente Deus Ex era tutto più trasportante.

 

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Chi ama Deus Ex non può lasciarsi sfuggire questo capitolo.

Deus Ex: Human Revolution è stato un gioco estremamente coinvolgente ed interessante, chi come me lo ha saputo apprezzare, non può farsi sfuggire in nessun modo Deus Ex: Mankind Divided, per chi invece non ha giocato nessun Deus Ex, questo sarebbe un ottimo punto per iniziare a farlo poiché lo reputo un titolo adatto alla stragrande maggioranza dell’utenza console.

Il gioco offre approcci multipli e questo fa si che tutti possano trovare la loro dimensione durante l’avventura, motivo in più per acquistare Mankind Divided ad occhi chiusi.

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