Abzu è un viaggio nelle profondità marine e nella sensibilità del giocatore, uno di quei rari casi in cui un videogioco diventa un’esperienza artistica. Scoprite più nel dettaglio di cosa si tratta con la nostra recensione.
Abbiamo giocato a fondo Abzu, titolo sviluppato da Giant Squid (la software house del creatore di Journey, perla artistica della scorsa generazione di console) e distribuito da 505 Games su PC e, in esclusiva console, su PlayStation 4 (su cui abbiamo testato la versione recensita).
Abzu è un titolo diverso, particolare, emozionale. Non è un titolo adatto a tutti, richiede una certa sensibilità per essere apprezzato appieno, in quanto, sebbene mantenga alla base una struttura da adventure abbastanza dinamico, è privo di azione in senso stretto, dialoghi o sequenze esplicative, ma catapulta il giocatore in un’esperienza fatta di immagini, suoni e sensazioni molto personali e dense di svariati significati.
Dopo l’istante magico in cui i miei occhi si sono aperti nel mare, non mi è più stato possibile vedere, pensare, vivere come prima..
Jacques Cousteau
Se Journey prendeva come contesto il deserto e tutti i suoi elementi, Abzu prende ed esalta l’ambientazione marina, all’interno della quale il giocatore potrà affrontare un’esperienza più che altro esplorativa, contornata dagli immancabili puzzle. Mai come in Abzu ci si era spinti in modo così coraggioso e totalitario in un’ambientazione sottomarina, vera protagonista del gioco. Infatti l’anonima esploratrice subacquea di cui vestiremo i panni funge da mero pretesto per fornirci un punto di vista mobile.
Vestendo i suoi panni dovremo esplorare i fondali marini per trovare echi e reliquie di una antica civiltà, dovremo ricercare le sue origini, i suoi scopi e le connessioni con i droni e con l’intero mondo marino della storia che stiamo vivendo decifrando dei geroglifici, dei manufatti e altri segreti, unici input narrativi vista l’assenza totale di una narrazione scritta.
Questo fattore però contribuisce a creare un’esperienza che non risulterà mai uguale per tutti e che sarebbe difficile spiegare a parole, in quanto quella di chi scrive potrebbe differire moltissimo da quella di chi legge. Non siamo mai davanti ad una trama vera e propria, a uno sviluppo orizzontale degli eventi scandito da momenti fissi all’interno del gioco, e questo oltre ad essere un modo originale ed affascinante di integrare diversi medium nel contenitore videoludico, rende anche estremamente variabile la durata stessa dell’avventura, da un minimo di tre ore fino a quante ne vorrete a seconda di quanto tempo deciderete di soffermarvi ad osservare determinati scenari e situazioni.
Il gameplay di Abzu è semplicissimo ed intuitivo, ereditando dall’esperienza maturata dallo sviluppatore con Journey e Flower tutti i loro punti di forza ed esaltandoli. Non essendo necessario respirare interrompendo l’immersione, l’azione marina a trecentosessanta gradi è garantita da un’ottima gestione delle telecamere e dei controlli durante il nuoto. L’assenza del fattore gravità, una volta che vi sarete abituati al contesto subacqueo, risulterà una delle sensazioni più liberatorie e rilassanti che un videogioco possa trasmettere.
Ci basterà interagire con l’ambiente mediante la pressione di un tasto per provocare diversi effetti, dall’attivazione sonora di interruttori e altri oggetti, al dialogare con i droni che nelle prime fasi di gioco risultano fondamentali per impratichirsi con i comandi (fornendoci una sorta di tutorial step by step) finanche al farci seguire da un banco di pesci. Alcuni dei pesci più grandi ci permetteranno di aggrapparci a loro e farci trasportare più velocemente, ma è comunque possibile aumentare o diminuire l’intensità della nuotata della nostra alter-ego, e persino effettuare piroette e capriole con cui muoverci in una sorta di danza marina. Danza solitaria o in compagnia di una variegata fauna marina, la cui intelligenza artificiale è uno dei più grandi punti di forza di questo titolo, risultando estremamente realistica e intuitiva.
Anche la flora subacquea gioca però un enorme ruolo, forse ancor più degli abitanti del nostro oceano sono infatti le ambientazioni e la vegetazione marina di Abzu a delineare i contorni dei vari momenti di gioco, trasportando il giocatore da ambienti molto concreti a dimensioni più spoglie, quasi oniriche.
Colori e suoni trasmettono diverse sensazioni e stati d’animo che si mescolano con l’acqua dell’oceano e arrivano dritti al cuore del giocatore. Oltre al comparto visivo, invero, Abzu gioca molto sul coinvolgimento sensoriale a tutto tondo con l’aiuto di una colonna sonora orchestrale di prima classe, sempre connessa e coerente con le immagini e i colori a schermo, talvolta incalzante talvolta calma, sempre azzeccatissima e frutto di una ricercatezza artistica da non sottovalutare.
Sebbene non siamo davanti al miracolo tecnico, vista la scarsità di poligoni e la volontaria distanza da uno stile grafico foto realistico, Abzu colpisce subito l’occhio con colori e con uno stile essenziale, pulito, etereo, cui si ricollegano perfettamente il gameplay e la colonna sonora di cui sopra.
Tirando le somme possiamo dire che il buon Matt Nava e la sua Giant Squid siano riusciti ancora una volta, dopo quanto accaduto con Journey, a stupire coloro che, come chi scrive, sono convinti che il videogioco possa offrire moltissimo come medium all’arte in generale, confezionando un titolo emozionale come pochi altri.
Come detto in apertura, Abzu è un titolo diverso, particolare. Si rivolge forse a una nicchia di giocatori e non potrà mai essere apprezzato dal grande pubblico al pari di una produzione blasonata come un film di Hollywood, ma per chi ha occhi e orecchie per guardare e sentire oltre le pareti e il rumore delle produzioni classiche, questo videogioco potrà offrire molte ore di puro coinvolgimento sensoriale e contemplativo.
Giudizio estremamente positivo per questo Abzu, dunque, che consigliamo vivamente a chiunque abbia già apprezzato Journey o si senta attratto dall’atmosfera e dalle dinamiche che vi abbiamo descritto, sicuramente vi ritroverete soddisfatti nuotando e volteggiando nell’oceano, tra effetti di luce, trasparenze e scie, coloratissime piante subacquee e oltre cento varietà di pesci di diverse dimensioni.
Vi ricordiamo che Abzu è stato distribuito in Italia da 505 Games (divisione editoriale del gruppo Digital Bros) a partire dal 2 agosto 2016 per PC e PlayStation 4.