Mancano poche ore all’arrivo di Suicide Squad nei nostri cinema e questi due personaggi hanno già rotto qualsiasi schema portando dietro di sé un infinità di apprezzamenti e critiche. Sono il Re e la Regina di Gotham, i giullari della notte, ovviamente sono Joker e Harley Quinn.
Deve ancora arrivare in Italia, ma Suicide Squad è già sulla bocca di tutti. Stroncato dalla critica americana, risollevato da quella europea, Suicide Squad è risultato un asso vincente al botteghino estero. Ben oltre 320 milioni di dollari in un solo week end, e se consideriamo che il film è costato 175 milioni, direi che David Ayer non ha nulla di cui lamentarsi.
Eccessivo. Divertente. Diverso.Tra i suoi difetti e i suoi pregi, Suicide Squad è una vera e propria calamita. La pecora nera di casa DC, pronta a stupire, nel positivo che nel negativo, il suo pubblico.
Se siete curiosi di sapere come se l’è cavata il film, qui potete gustarvi la recensione no spoiler:
Il pezzo forte di Suicide Squad sono, ovviamente, i suoi personaggi. Un film fatto da tipi estremi e fuori da qualsiasi schema, ed è impossibile non mettere sul piedistallo quelli che sono stati i personaggi che hanno saputo far parla di sé fin dalla produzione del film, Mr. J e la sua bella Harley Quinn.
Dal caratterizzazione del personaggio ai look eccentrici, Joker e Harley non sono di certo passati inosservati, ed ad alimentare ancora di più il dibattito sulla coppia sono state le numerose considerazioni sul rapporto troppo sentito, all’interno del film, tra i due.
Quello che per molti è potuta sembrare una relazione troppo intima, è in realtà la somma delle scelte fatte per caratterizzare i due personaggi. Non dimentichiamoci che parliamo di un cinecomic, che però si inserisce in universo nuovo, che trae solo ispirazione dai fumetti, ma non è fedele.
Facciamo un passo indietro. Scendiamo in profondità e andiamo a vedere da dove, realmente, parte il dibattito su questi personaggi.
Suicide Squad – Harley Quinn and The Joker by Mike S. Miller
Mr. J
Fin dalla prima immagine, parliamo di oltre un anno fa, il primo ad aver attirato l’attenzione su di sé è stato proprio il Joker. Le critiche in questo caso si sono fatte subito sentire. I fattori presi in considerazioni sono stati molteplici, oltre a essere di una banalità mostruosa. Del resto, si sa, è sempre più facile criticare una copertina piuttosto che leggere l’intero libro, no?
Non sarà mai come il Joker di Heath Ledger!
Urlo di guerra tipico di chi ha ben poco motivazioni concrete per criticare un personaggio visto in un fotogramma sul set. E, in fondo, le stesse critiche le ebbe Ledger stesso otto anni prima, quando The Dark Knight, secondo film della trilogia dedicata a Batman di Christopher Nolan, stava per arrivare al cinema.
Non sarà mai come Jack Nicholson!
Inutile negare che il Joker di Nicholson è stato il più iconico nella cinematografia, quando ancora la parola cinecomics era alla stregua di una bestemmia, e probabilmente quello più vicino all’ironia classica di Joker; eppure, l’interpretazione di Ledger fu memorabile.
L’attore riscosse un enorme successo, e vinse anche l’Oscar, sebbene non ne abbia mai potuto veramente godere causa la prematura tragica scomparsa.
In realtà, l’inutilità non sta tanto nella critica, di per sé priva di senso quando non si può realmente vedere il personaggio/attore all’opera, quanto paragonare i personaggi tra di loro.
Partiamo dal presupposto che nessuno dei Joker cinematografici, compreso anche il televisivo di Cesar Romero, è fedele al Joker dei fumetti. La trasposizione sarebbe impossibile considerando le diverse rappresentazioni di Joker in base all’universo di riferimento e al disegnatore.
Born to be… crazy!
Il personaggio fece la sua prima apparizione nel primo numero di Batman, nel 1940. Nasce da Jerry Robinson con la collaborazione del suo insegnante Bob Kane – papà di Batman – e Bill Finger, suggestionati dall’interpretazione dell’attore Conrad Veidt nel film di fine anni venti L’uomo che ride di Paul Leni.
Joker è il più famoso supercriminale della DC Comics, nemesi vera e propria di Batman. Nella sua prima nascita, Joker è rappresentato come un sadico, psicotico, eccentrico, carismatico, totalmente folle, unicamente ossessionato dal pipistrello di Gotham. Joker è senza ombra di dubbio un megalomane, infatti i suoi crimini sono sempre realizzati su scala mondiale.
Il lato più giullaresco gli viene attribuito per la prima volta nel 1992 con Batman: The Animated Series, serie animata prodotta dalla Warner Bros. e creata da Paul Dini.
Prima di arrivare agli anni novanta, per molto tempo il Joker ha avuto degli alti e bassi, soprattutto a causa del cambio continuo di autori e disegnatori.
Proprio per questo motivo le origini del personaggio non erano mai state tracciate, se non attraverso qualche piccolo seme piantato qui e lì, ecco perché le sue rappresentazioni sono mutate nel tempo a seconda del disegnatore.
Nel 1986 con Il ritorno del cavaliere oscuro Frank Miller lo aveva rappresentato come un folle ex-criminale che fa il suo rientro in grande stile compiendo un enorme strage.
Due anno dopo arriva Batman: The Killing Joke di Alan Moore e Brian Bolland, tra le migliori storie di Batman dove, finalmente, le origini di Joker vengono tracciate con più chiarezza. Prima di essere il clown di Gotham, Joker era un ex assistente chimico diventato un comico di scarso successo.
Deciso più che mai a dimostrare a tutti, dalla moglie a se stesso, di non essere un fallito totale, si unisce a due complici del fantomatico “Cappuccio Rosso”.
Durante un colpo in una fabbrica di carte da gioco, adiacente all’ex stabilimento chimico dove Joker lavorava, il trio viene sorpreso da Batman proprio nello stabilimento, usato come passaggio per arrivare alla fabbrica. Nella lota, Joker cade in una vasca di acqua di scarico, inquinata da sostante chimiche. Dopo essere stato riversato in una canale di scolo, si riscopre del tutto trasformato: il volto mutato in una maschera grottesca, la pelle bianca, le labbra rosse e i capelli verdi.
Ed è proprio questa storia ad aver ispirato sia le origini del personaggio di Nicholson che la personalità del Joker di Ledger.
A questa versione si sovrappone quella delle origini e quella della saga Gioco Finale, in cui Joker dichiara di essere in realtà L’uomo pallido, ovvero una creatura semi mitologica divenuta immortale grazie a un composto chiamato Dioniso.
Possiamo aggiungere a queste interpretazioni quella più realistica, composta da Brian Azzarrello e Lee Bermejo, paradossalmente ispirata a quella del Joker di Christopher Nolan; infatti, questa versione è caratterizzata proprio dal realismo e dagli sfregi presenti sul suo volto.
Nel nuovo Universo DC, Joker riesce ad evadere da Arkham Asylum lasciando in cella la pelle del proprio viso, per poi tornare a seminare il panico in città un anno dopo con un nuovo volto.
E non dimentichiamo neanche il Joker della saga videoludica Arkham Asylum, uscito nel 2009, dove il criminale prende il controllo dell’ospedale psichiatrico più pericoloso di tutta Gotham.
In questo ventaglio variopinto di versioni è, forse, più semplice capire come ogni registra abbia apportato il proprio tocco per rappresentare uno dei villain più interessanti e controversi di sempre.
Tim Burton nel 1989, incentra la nascita del personaggio in stile Moore, ispirandosi moltissimo a Batman: The Killing Joke. Jack Napier, però, non è un comico fallito, ma bensì un gangster della mafia di Gotham. Un uomo dalla psiche molto contorta, lunatico, che si rivelerà essere proprio l’assassino dei genitori di Bruce Wayne.
Dimmi bambino, tu danzi mai col diavolo nel pallido plenilunio?
La sua trasformazione in Joker avviene cadendo, a causa di Batman, in una vasca di rifiuti chimici. Il Joker di Nicholson ha uno spiccato senso dell’umorismo. Pelle bianca, capelli verdi e una bocca scarlatta giullaresca. Indossa un completo perfetto in viola.
Dicianove anni più tardi la versione rappresentata da Christopher Nolan differisce in molti aspetti. Il Joker interpretato da Heath Ledger si ispira caratterialmente a quello di Alan Moore, ma si presente come un criminale molto più caotico e dal volto sfigurato. Infatti, la “maschera” che contraddistingue Joker viene sostituita da un make up molto trascurato volto a nascondere le cicatrici che sfigurano il volto dell’uomo. Il trucco non ha più una valenza propria del personaggio, quanto più un tratto più bellicoso.
Io credo semplicemente che quello che non ti uccide, ti rende… più strano.
Inoltre i giochetti e gas soliti del Joker vengono sostituiti in tutto e per tutto da mitragliatrici, coltelli, bombe e pistole. In questo caso il passato del Joker è molto contorto. La versione sulle sue cicatrici cambia di volta in volta e non viene mai realmente mostrato un flashback della sua precedente esistenza.
L’interpretazione di Heath Ledger, come già detto, gli valse il Premio Oscar come miglior attore non protagonista nel 2009, lasciando a bocca aperta pubblico e critica.
In entrambe queste versioni Joker è sempre solo. La sua unica ossessione è Batman. Questo elemento è di fondamentale importanza per comprendere il Joker che David Ayer si è prestato a portare sullo schermo.
Il premio Oscar Jared Leto si è mostrato fin da subito essere un Joker ancora più diverso dal solito. Una visione molto più estrema ed eccentrica, ma non meno grottesca. Nuovamente torna il volto pallido e i capelli verdi, ma il corpo di Joker, stavolta, è ricoperto di tatuaggi, ognuno dei quali racconta una precisa storia sul personaggio. Il character design ricorda vagamente le illustrazioni di Tony Daniel nella storia Batman RIP e quelle di Jimmy Lee nella storia di Frank Miller All-star Batman e Robin.
Sebbene Suicide Squad non abbia dato modo di godere appieno della presenza del personaggio, se non per poche scene seminate all’interno della narrazione, si può già avere una minima idea del Joker interpretato da Jared Leto.
Una versione che, come ha avuto modo di ribadire l’attore stesso, vuole essere totalmente differente dalle altre, soprattutto per rispetto alle vecchie interpretazioni. Un personaggio che si colloca in un nuovo universo e sul quale si sono già fatte molte congetture.
Si, c’è chi infatti mette in dubbio che questo Mr. J non sia il vero Joker! Ma cosa si nasconderà dietro l’aspetto glamour e la psiche malata di un pazzo furioso il quale ama giocare, ma solo a modo suo? E attenzione a quello che dite, questo Joker ha il grilletto molto facile.
Lunga vita alla Quinn!
Il vero fattore di novità all’interno di questo personaggio, motivazione principale, e che dovrebbe per logica spiegare le sue poche scene, è il legame particolarmente sentito verso Harley Quinn.
Joker non ama e non è in grado di provare un sentimento come l’amore. Su questo anche Jared Leto sembra concordare, ma nel caso della Suicide Squad Joker è maniacalmente e possessivamente ossessionato dalla bella e accattivante Harley Quinn, aka Dott. Harleen Quinzel. I due si conosco durante il “comodo soggiorno” del criminale ad Arkham, in un rapporto paziente-dottore.
Il loro rapporto sullo schermo è un amore malato o, volendo fare una vera e propria citazione, un mad love con i fiocchi, che ricalca i rapporti storici come Sid a Nancy.
E, in fondo, questo Joker e questa Harley sono un po’ come loro, ma l’amore idilliaco di Harley non è corrisposto da Mr. J. Joker rimane subdolo e sadico e, infatti, in una delle scene più belle di tutto il film, spinge Harley non a morire per lui ma a vivere per lui, portandola in un’acida rinascita all’insegna della follia.
Del resto il personaggio di Harley Quinn è molto più giovane e meno navigato rispetto al nostro caro Clown. Non è un caso se le apparizione cinematografiche siano praticamente nulle, eccezion fatta per la serie Warner Bros. Birds of Prey del 2002 in cui Mia Sara interpreta la folle dottoressa Harleen Quinzel.
Il personaggio di Harley Quinn nasce nel 1992 nella serie animata, già citata, Batman. Precisamente nell’episodio 22, Joker’s Favor, come spalla/fidanzata di Joker.
Solo successivamente, cioè nel 1999, il personaggio inizia ad avere una storyline tutta sua, venendo inserita anche nella continuità dei fumetti.
Inizialmente, nelle prime uscite italiane di Le Avventure di Batman, veniva chiamata Arlecchina per la sua tutina nera e rossa e il suo make up molto accentuato. Di corporatura snella e slanciata ha dei lunghi capelli biondi raccolti in due codine, anche se nascoste dal cappuccio, e gli occhi azzurri.
Dalla serie al fumetto, dal fumetto al film
Il passato di Harley Quinn viene svelato dallo stesso Paul Dini nel 1994 con la graphic novel Mad Love, che venne solo dopo trasportata in animazione nella serie Batman – Il Cavaliere della notte.
Psicologa all’interno dell’Arkham Asylum, Harleen Quinzel incontra il Joker per poter scrivere un libro su di lui. Le numerose sedute portano la dottoressa ad aprirsi verso le avance e l’atteggiamento carismatico del Joker, a tal punto da innamorarsi di lui fino a liberarlo dalla sua prigionia.
L’irrazionale cotta della dottoressa, ormai in preda alla follia più assoluta, non viene però ricambiato come sperava. E sebbene Joker e Harley Quinn siano destinati sempre a ritrovarsi, non manca occasione in cui il Joker non l’abbandoni improvvisamente.
Non cercare di capirmi… impazziresti nel preciso istante in cui tenteresti di farlo.
Nel caso di Suicide Squad, Joker agisce più come un vampiro. Sedotto da un istinto irrazionale ma irrefrenabile, tramuta Harley nel lato opposto della sua stessa medaglia. La loro è unione che, per quanto possa essere profana al mondo dei fumetti, è affascinante e passionale, senza scivolare mai nello smielato.
Ossessivo e malato. Un rapporto da maniaci con i fiocchi. Margot Robbie è perfettamente all’altezza del compito, uscendo assolutamente a testa alta dal film. Un’interpretazione che porta il suo personaggio all’estremo, perennemente in bilico tra raziocinio e follia, indipendenza e dipendenza.
Harley è sicuramente un personaggio molto seducente, interessante sia per un aspetto estetico (oggettivamente parlando Margot Robbie è un gran #turbofiga) ma anche per un aspetto interpretativo. Il personaggio è perennemente in lotta con se stessa. Il dualismo di Harley Quinn è molto forte.
La sua mente naviga in un mondo dove il suo sogno d’amore è rappresentato dalla tipica coppia americana: lei casalinga perfetta, lui broker di successo, un bambino bellissimo da crescere. Eppure non esita un secondo a sparare a sangue freddo.
La sua volontà è scissa. Eppure, nel fondo della sua pazzia, sa di trovare quel che rimane della sua umanità. Molto significativa sarà, infatti, una scena finale tra Harley e un personaggio del film (no, non è Joker), in cui le viene chiesto di fare una scelta molto importante
Harley Quinn vorrebbe sempre qualcosa di più dal suo adorato Puddin, ma alla fine della giostra non può fare a meno di sottomettersi ad ogni suo ordine, scalpitando come una ragazzina ad ogni sua spettacolare, ed esplosiva, entrata in scena.
Quello di Ayer non è sessismo, anzi. È più la rappresentazione di un tipo di donna, di figura femminile emancipata ma al tempo stesso schiava dei propri sentimenti. Un finta bambolina, con molto più cervello di quanto vuole dare a vedere.
La Harley Quinn della Robbie è un mix tra la Harley della serie, fanciullesca e giocherellona, e la prima Harley Quinn dei fumetti, comparsa nella graphic novel Batman: Harley Quinn di Alex Ross, all’interno della saga Batman: Terra di nessuno, crossover incentrato sul nuovo ordine a Gotham City a seguito di un terremoto. L’Harley Quinn di Ross è una spietata psicotica assassina che, però, sa anche mostrare pietà.
Per quanto riguarda il look, dai capelli bicolore al completino di giacca e pantaloncino succinto, prendono ispirazione dalla Harley Quinn inserita nella nuova Suicide Squad a fumetti.
La Suicide Squad nasce, infatti, nel 1987, sebbene abbia dei precedenti già dal 1959 (vi consiglio di leggere l’articolo di Giac che fa molta chiarezza sull’argomento), ma Harley Quinn vi arrivò solo nel 2011 in occasione del reboot DC I Nuovi 52, con il rilancio dal n.1 di, appunto, 52 testate!
In questa versione la nostra Quinn ha la pelle sbiancata, effetto dello stesso bagnetto nell’acido come Joker, e anche se condivide il passato da psicologa follemente innamorata di Joker, fa parte della task force super segreta di villain creata dal governo americano, la Suicide Squad.
In questo universo la supercattiva avrà molti tira e molla con Joker, compresa una relazione passeggera con Deadshot, per poi decidere di isolarsi e ricominciare da capo, cercando di convivere con la sua doppia identità.
E nel film gli ammiccamenti tra Harley e Deadshot non mancano di certo, sebbene ci sia sempre Joker pronto a sbucare da un momento all’altro.
Interessantissimo sarà vedere come casa DC e Warner avranno intenzione di sviluppare i due personaggi. Intanto la Robbie ha già firmato un contratto per le successive comparse di Harley nei futuri film, e non le dispiacerebbe vedere sul grande schermo la trasposizione dell’universo female di Gotham, da Barbara Gordon a Poison Ivy, non escludendo un ritorno sul grande schermo assieme a Joker e il loro amato nemico Batsy!
Sulle sorti di Jared Leto, si sa ancora poco. Non sono pochi gli indizi seminati su Joker all’interno della Suicide Squad, e sappiamo tutti benissimo che questo personaggio, interpretato da questo attore, hanno bisogno di essere ancora più approfonditi e aver molto più spazio, magari con un film interamente su Batman e Joker, e con un film il cui vero e unico nemico sia Joker.
In testa all’articolo e in cover oggi: A little sketch vol.3 by Micha-vom-Wald