Skylanders Imaginators e il fenomeno dei Toys-to-life

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Il mondo dei giocattoli di oggi è completamente diverso da quello che abbiamo conosciuto da bambini e oltre ai mille restyle dei tipici must generazionali una nuova tipologia si è fatta largo tra gli scaffali dei negozi, ed è quella dei Toys-to-life.

La realtà ci fa sentire assai vecchi, specialmente se si guarda la nuova industria dei giocattoli ripensando a com’erano quelli della nostra infanzia: io, una leva 1990, mi ricordo ancora del mio quinto anno di elementari, dove se non avevi un yo-yo delle patatine e un Tamagotchi non eri nessuno (arrivai in ritardo con il Tamagotchi ma mi presi la mia rivincita sociale quando fui la prima ad indossare le scarpe da ginnastica di Topo Gigio che si illuminavano al grido di “Ma cosa mi dici mai”… ma questa è un’altra storia.).

Unire giocattolo e videogioco è una mossa decisamente vincente, ma chi decide di optare per questo genere ha una vita doppiamente difficile. Ecco perché vedere una saga come Skylanders arrivare al suo sesto capitolo, senza contare le numerose applicazioni spin-off, può lasciare tutti un po’ sorpresi.

 

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L’ultimo capitolo in arrivo è Imaginators, titolo che sfrutta le riuscite ed apprezzate meccaniche di Trap Team e le unisce al custom selvaggio.  Nel capitolo precedente (inteso ovviamente Trap Team e non Superchargers) i giocatori potevano intrappolare dentro delle gemme di Traptanium i nemici sconfitti, così da riportarli nelle Skylands e farli combattere dalla parte del Bene.

In Imaginators il concetto è simile, ovvero imbrigliare l’essenza di un personaggio e portarlo con se, solo che stavolta non si tratta né di un classico eroe né di un nemico, ma del proprio Skylander ed ecco perché si parlava di custom selvaggio.

Una delle cose che i bambini sognavano di più era la possibilità di creare il proprio Skylanders.

Una delle cose che i bambini sognavano di più, secondo gli sviluppatori di Imaginators che qualche settimana fa ci hanno mostrato a Londra in anteprima il gioco, era la possibilità di creare il proprio Skylanders, un eroe che riflettesse in tutto e per tutto i desideri del bambino.

 

Crystal Fire, courtesy of Activision

Crystal Fire ©Activision

 

E le opzioni di personalizzazione sono tantissime a cominciare dall’elemento d’appartenenza dello Skylander fino ad arrivare ai più piccoli dettagli come la voce e le esultanze; una volta creato il personaggio questo verrà salvato in un’apposita miniatura che prenderà letteralmente vita, visto che a completamento dell’operazione la gemma del statuina si illuminerà come se venisse infusa al suo interno l’anima del personaggio.

Oltre ad essere una soluzione estremamente comoda per tutti quei bambini che condividono con i propri amichetti l’amore per Skylanders, perché la miniatura ovviamente è utilizzabile su qualsiasi Portale, il fatto di avere il proprio Skylander salvato dentro un oggetto fisico aggiunge quel legame emotivo nei confronti del gioco, quell’affetto verso il giocattolo che un semplice CD non riesce a trasmettere completamente ad un bambino piccolo.

Il gioco aggiunge svariate novità, e per ulteriori dettagli vi reindirizziamo al provato dei nostri amici di Multiplayer.it, ma ciò che francamente colpisce del titolo è il come tutto questo venga fatto.

 

 

 

Le critiche ai Toys-to-life

Skylanders, assieme a tutti gli altri brand Toys-to-life, è sempre stato un po’ il bersaglio del videogiocatore medio: “Non sanno più cos’inventarsi”, “È solo una manovra commerciale”, “Il gameplay è sempre uguale”. Il problema è che queste critiche spesso vengono mosse da uomini adulti, magari da appassionati di videogiochi che ne masticano e ne parlano anche con cognizione di causa ma è questo il punto del fenomeno Toys-to-life: non lo si può comprendere se non si è bambini.

I giochi vengono però realizzati da persone adulte, uomini e donne che hanno il compito di pensare come dei bambini e di creare dei giocattoli che soddisfino i gusti dei piccoli acquirenti. Anche se sono passate decine d’anni il mestiere del giocattolaio, perché di questo si tratta, è un lavoro complesso e su cui per altro spesso gravano ingenti responsabilità economiche, perché mica si producono dodici pezzi di una macchina o di una Barbie.

 

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KingPen ©Activision

 

La prima difficoltà da affrontare non è quella di fidelizzare in generale il pubblico, ma si tratta di conquistare un pubblico di acquirenti che cresce negli anni. Mentre un prodotto come amiibo trova facilmente la sua fetta di pubblico divisa tra i giovanissimi e i fedeli della grande N appassionati di collezionismo, un brand come Skylanders deve costantemente reinventarsi senza tradire i bambini che sono cresciuti con il franchise e che più crescono più si allontaneranno perché diretti verso un’età diversa ed interessi diversi.

Ovviamente le difficoltà si moltiplicano perché non stiamo parlando di semplici action figure, di pupazzini venduti singolarmente ma di componenti essenziali di un videogioco. Parlando esclusivamente della parte gaming il genere Toys-to-life è forse uno dei più limitati e rigidi perché alla creatività di ogni capitolo vanno aggiunte rigide specifiche concettuali, del resto stiamo sempre parlando di un videogioco indirizzato a dei bambini e non certo rivolto ad un giocatore professionista di StarCraft.

Stabilizzarsi su una certa fascia d’età o seguire i fan nella crescita?

In generale (e questa cosa è al contempo infinitamente semplice ed estremamente complessa da capire per un adulto) i videogiochi per bambini, come i giocattoli, sono incastrati nella difficile posizione in cui l’evoluzione del gioco è percepita quasi come negativa: stabilizzarsi su una certa fascia d’età e lasciar andare i fan cresciuti o seguirli nel loro percorso facendo evolvere il titolo con meccaniche e contenuti più maturi? È un problema reale che tanti altri franchise hanno affrontato anche al di fuori del genere Toys-to-life e TT Games con i sui episodi LEGO lo sa benissimo.

E mentre Disney decide di gettare la spugna con Infinity, anche su questo fronte Activision ha trovato un modo intelligente per raggiungere  gli aficionados che stanno lasciando il nido delle Skylands, creando Battlecast.

 

 

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Battlecast è il nuovo gioco di carte mobile dedicato a Skylanders, una sorta di Hearthstone dalle dinamiche più leggere indicato anche per i giovanissimi. Che le meccaniche di gioco siano riuscite ed efficaci è quasi scontato dirlo, anche perché parliamo dello stesso gruppo che ha accolto a braccia aperte mamma Blizzard nella sua famiglia; ma Battlecast è più di una semplice app, è la dimostrazione di come far felice il pubblico di ogni età, dal bambino all’adolescente fino ad arrivare al padre di entrambi semplicemente cambiando piattaforma, passando da console a mobile, in modo da lasciare la saga principale intatta e fornendo un nuovo passatempo a chi avrebbe comunque abbandonato il franchise.

La novità che porta Battlecast è l’utilizzo di carte digitali e di carte fisiche: i pacchetti di carte possono essere comprati allo stesso prezzo sia in app che in negozio, dove la versione fisica dovrà successivamente essere scannerizzata dall’applicazione per essere aggiunta alla collezione di carte virtuali. Oltre a tutto questo ogni carta Skylander può prendere vita attraverso la realtà aumentata con un effetto davvero convincente.

 

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Skylanders Imaginator, courtesy of Activision

 

Vi sento già mugugnare: “Un’altra bella invenzione per guadagni facili”. Forse, ma pensate (se avete un’età compatibile) cosa sarebbe successo se qualcuno fosse venuto a metà degli anni ’90 da noi e ci avesse fatto tenere nel palmo di una mano Spyro? Ve lo dico io, il disastro.

Dopo intere giornate di “LOVOGLIOLOVOGLIOLOVOGLIO” avremmo ottenuto dai nostri genitori ciò che volevamo. Ciò che fa un po’ tristezza è la convinzione che i bambini di oggi siano più viziati ed incapaci ad usare la fantasia: quando la società si evolve e cambia mutano tutti gli aspetti di questa, dal modo in cui si lavora al modo in cui si fa la guerra al modo in cui si gioca.

I nostri figli e nipoti vivono in una generazione diversa dalla nostra e il fatto che siano affezionati ai Toys-to-life non li rende meno bambini, sono semplicemente bambini che giocano in modo diverso, con la differenza che la difficoltà nel progettare un prodotto adatto a loro è sempre la stessa, semplicemente cambiano gli strumenti a disposizione del giocattolaio.

Una volta c’erano gli yo-yo e i Tamagotchi, adesso c’è Skylanders… il vero dramma è non riuscire a trovare delle scarpe parlanti e che s’illuminano numero trentanove.

Skylanders Imaginators sarà disponibile in Europa dal prossimo 14 ottobre per PS3, PS4, Xbox 360, Xbox One e Wii U.

 

 

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