Visita a due musei non convenzionali a Milano

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Il luogo per tradizione adibito alla cultura rimane ancora il museo (o al massimo la biblioteca), croce (soprattutto) e delizia (spesso poca) di ogni qualsivoglia vacanza nelle capitali europee e non.

Purtroppo l’approccio a queste strutture è sempre all’insegna della passività.

Purtroppo l’approccio a queste strutture è sempre all’insegna della passività. Si entra, si visitano lunghi corridoi addobbati con quadri, sculture e quant’altro e al massimo ci si ferma davanti a particolari opere annuendo in silenzio.

Questo male si sposa con il nerd dentro di noi, tipicamente curioso, che vuole essere parte attiva della visita, che vuole capire, che vuole uscire arricchito dall’esperienza, magari con una storia da raccontare agli amici quando li rivedrà.

La vera questione sta proprio nel sapere se esistono tali musei, tali luoghi di cultura, che possano soddisfare anche il nerd dall’indole più pura.

La risposta al quesito sopra è assolutamente positiva. Basta sapere dove cercare.

Qualche settimana fa mi sono recato a Milano per andare a vedere la mostra di Star Wars ospitata da WOW Spazio Fumetto (a mia totale insaputa visto che era una sorpresa), quindi qualche giorno prima mi sono dedicato a cercare altre attività da svolgere nel week end di ferie che sarebbe seguito, navigando fra Trip Advisor, i consigli di alcuni amici e i link trovati sull’Internet.

Per farla breve, due nomi saltavano fuori più spesso di altri: “Dialogo nel buio” e “MIC: Museo Interattivo del Cinema” così abbiamo deciso di documentarci e di andare a dargli un’occhiata. È superfluo aggiungere che quello che ci aspettava non era per niente convenzionale; ma andiamo in ordine (almeno per quanto riguarda cosa abbiamo visitato prima e dopo).

 

 

 

Dialogo nel buio

Situato in Via Vivaio 7, esattamente presso l’istituto dei Ciechi di Milano (fermata linea Rossa – Palestro), di fatto è una mostra/percorso sensoriale dove i visitatori compiono un “viaggio” in totale assenza di luce in ambienti più o meno familiari, ricostruiti ad hoc.

Quello che avviene è che in piccoli gruppi si è accompagnati da guide non vedenti o ipovedenti, le quali ci faranno interagire con gli ambienti in cui andremo poco per volta a “visitare”.

Il tutto, lo ripeto, nel buio più totale.

Una volta arrivati sul posto si viene privati di ogni orpello possibile, quali collane, cellulari, chiavi che potrebbero fare rumore, e chi più ne ha più ne metta, e poi si viene portati nel percorso vero e proprio, non senza essere stati muniti di un bastone, esattamente lo stesso che usano i non vedenti.

Volontariamente non sto a descrivere tutta l’esperienza, perché bisogna necessariamente viverla, ma quello che posso fare è dirvi quanto ci è stato trasmesso prima di iniziare l’esperienza, da persone normovedenti.

 

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Quello che Dialogo nel buio vuole proporsi di fare, non è tanto simulare come sia la vita di un non vedente, anche perché gli ambienti ricostruiti sono completamente privi di ostacoli e di barriere architettoniche (o quasi), ma vuole insegnare al visitatore che anche senza uno degli organi su cui facciamo più affidamento, è possibile avere una percezione della realtà quasi più acuta, perché ci si vede costretti ad affidarsi ai sensi rimanenti, che troppo spesso lasciamo in secondo piano, appunto perché ci basiamo principalmente su stimoli visivi.

Quello che Dialogo nel buio vuole proporsi di insegnare al visitatore è che anche senza uno degli organi su cui facciamo più affidamento, è possibile avere una percezione della realtà quasi più acuta.

Particolarità interessante è anche stata data dal fatto che in alcune serate, come quella a cui sono andato, alla fine del percorso si può fare un vero e proprio aperitivo al buio, magari chiacchierando e condividendo la nostra esperienza con i compagni di viaggio della mostra stessa.

La visita deve essere prenotata, e si può procedere solo in gruppi di 6 per volta, il mio consiglio è di andarci magari con un gruppo di amici.

La visita deve essere prenotata, e si può procedere solo in gruppi di 6 per volta, il mio consiglio è di andarci magari con un gruppo di amici, o comunque di riuscire a beccare un gruppo di persone che non siano troppo timide, perché ovviamente nella visita si farà molto affidamento sul prossimo; e deve essere detto, in aggiunta, che bisogna anche trovare un gruppo di persone che si facciano coinvolgere dall’esperienza, senza scendere nella caciara o nella battuta facile, perché posso garantirvi che il tutto risulterà molto meno godibile se vi trovate nel caso sopra descritto.

Il costo non è economicissimo, perché si tratta comunque di 15 euro, ma devo onestamente dirvi che l’esperienza merita la vostra attenzione.

 

 

Dopo una esperienza che ci aveva privato di un senso, abbiamo ripiegato su di un’altra che invece faceva totalmente affidamento al senso che avevamo abbandonato, ossia la visita al Museo Interattivo del Cinema.

 

 

 

 

Il MIC

(Museo Interattivo del Cinema)

Il MIC, situato in via Fulvio Testi 121 (Fermata linea MM5 – Bicocca), non è tanto un museo, quando un’esperienza interattiva che risulta appagante sia per i più grandi che per i più piccoli.
Al suo interno si trovano diverse postazioni interattive permettono di divertirsi smontando, rimontando, doppiando sequenze cinematografiche, di approfondire diverse tematiche scegliendo l’argomento, l’autore, il periodo da una vasta library (al momento 50 ore di filmati a tema).

È possibile inoltre utilizzare mappe dinamiche per scoprire quali sono i set dei cinema le sale cinematografiche della città e la loro storia. Il museo non è grandissimo, è vero, ma al suo interno è facile perdersi nell’osservare i vari filmati che vengono presentati ai visitatori, dove si parla in generale della storia del cinema mondiale, sia a quella Milanese.
Molti sono gli approfondimenti sull’animazione, dal Carosello a Bruno Bozzetto, passando anche alla famosa “Linea” di Osvaldo Cavandoli.

In particolare da Febbraio 2016, è possibile visitare il nuovo archivio storico dei film; ossia l’archivio contenente tutte le pellicole dei film più o meno recenti dei film proiettati nelle sale italiane.

 

 

È facile pensare che una visita simile sia totalmente inutile e noiosa (vi sfido a trovare interessante la visione di tanti scaffali su cui sono impilate svariate pizze), ma un plauso va fatto all’organizzazione del MIC che ha reso questa esperienza davvero interessante.

Una volta entrati nell’archivio infatti, verremo dotati di un paio di smartglass Epson, con i quali potremmo aggirarci liberamente nell’archivio dove al suo interno sono stati piazzati dei QR code, che una volta inquadrati, ci permetteranno di vedere delle scene memorabili di alcuni film storici. Starà a noi trovare tutti i codici ed identificarli correttamente tutti.

Verremo dotati di un paio di smarglass Epson, con i quali potremmo aggirarci liberamente nell’archivio dove al suo interno sono stati piazzati dei QR code, che una volta inquadrati, ci permetteranno di vedere delle scene memorabili di alcuni film storici.

Questa particolare visita è da prenotare preventivamente, ma ha un costo davvero basso: appena 5,50 euro.

 

 

 

I due musei, seppur totalmente diversi, offrono quindi due esperienze che permettono di uscire dal classico schema della fruizione passiva, rendendo quindi ogni visita una esperienza a sé stante, ognuna in grado di lasciarci con sensazioni diverse, a seconda di come vengono vissute.

Io mi sento di consigliarle entrambe, voi le farete o le avete già fatte per caso? Avete altri musei simili da consigliare? Fatelo nei commenti :)

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