L’evoluzione non lascia le proprie tracce esclusivamente in reperti che dobbiamo trovare o specie lontane che dobbiamo studiare; alcuni segni del suo passaggio permangono sui nostri stessi corpi, come fossero dei souvenir.

Il nostro corpo nasconde (a volte neanche tanto) degli elementi che testimoniano il percorso evolutivo che abbiamo fino a questo momento intrapreso, ne riportiamo qui due esempi:

  • I tre muscoli auricolari (anteriore, superiore e posteriore), che in altre specie animale servono ad orientare le orecchie in direzione dei suoni che catturano l’attenzione (basti pensare ai gatti, che spesso rispondono ai nostri richiami col solo movimento di un orecchio); nell’uomo sono ormai muscoli poco sviluppati, che in alcuni individui consentono un limitato spostamento delle orecchie, certamente insufficiente a raggiungere lo scopo originario.
  • Le vertebre del coccige, presenti in numero variabile (generalmente da 2 a 6) a testimonianza del fatto che non rivestono alcun ruolo specifico al momento, mentre un tempo costituivano le vertebre della coda; durante l’embriogenesi umana infatti l’abbozzo della coda regredisce, ma in presenza di rare mutazioni può permanere ed il nascituro viene alla luce insieme ad un ricordo del suo passato evoluzionistico.

 

 

  • Vox (youtube.com)