Quanti di voi il 2 Febbraio sono andati in giro a cercare marmotte? Perché? Come, perché!? Il 2 Febbraio negli Stati Uniti e in Canada si celebra Il Giorno della Marmotta, ricorrenza in cui si è soliti osservare la tana di una marmotta la quale, ridestata dal letargo, se non vedrà la sua ombra a causa del brutto tempo vorrà dire che l’inverno finirà preso, nel caso contrario scapperà terrorizzata nel suo rifugio… e l’inverno continuerà per altre sei settimane.

Ecco perché il MustSee di questo week end torna con un cult degli anni novanta: Groundhog Day (Ricomincio da capo) di Harold Ramis con Bill Murray e Andie MacDowell.

Il tempo, affascinante nel suo scorrere, cambia senza dare modo di abituarsi. Rende l’essere umano schiavo e incapace di potervi reagire, a volte provocando anche non poca frustrazione. E del tempo bene se ne intende, sebbene in termini differenti, il metereologo televisivo Phil Connors (Bill Murray), egocentrico e spocchioso uomo incapace di relazionarsi con gli altri e provare un minimo di empatia o sensibilità verso il prossimo.

Come ogni anno, Phil è costretto a recarsi per Il Giorno della Marmotta nella città di Punxsutawney, assieme alla sua produttrice Rita (Andie MacDowell) e l’operatore Larry (Chris Elliott). Eppure quest’anno sembra ci sia qualcosa di diverso. Dopo aver trascorso questa insopportabile giornata, Phil e la troupe decide di tornare indietro, ma a causa di una bufera di neve sono costretti a fermarsi ancora una notte.

 

Groundhog Day

 

Esattamente come il giorno precedente la sveglia suona alle 6:00.

Esattamente come il giorno precedente la sveglia suona alle 6:00. Phil viene svegliato dalla stessa canzone del giorno prima, I Got You Babe di Sonny & Cher, e dalle stesse frasi dei deejay radiofonici. In quello che in un primo momento può sembrare uno scherzo di cattivo gusto, Phil si rende conto di essere tornato indietro nel tempo. La tragedia si scatena all’arrivo del giorno segue, che si mostra essere ancora una volta il 2 Febbraio. A causa di chissà quale forza, Phil si trova incastrato in un loop temporale che lo riporta sempre al tanto odiato 2 Febbraio.

Se in un primo momento tutto sembra divertirlo, e l’arroganza di Phil è ancora più elevata, a tal punto da usare la ripetizione del giorno per sporchissimi fini, successivamente la presa di coscienza di una vita fatta del solito giorno noioso e infinito porta nel personaggio uno stato di angoscia e inquietudine da farlo sprofondare in una delirante ricerca del porre fine a tutto quello nel modo più irreversibile possibile: la morte. Ma non si può ingannare il tempo, e qualsiasi metodo Phil attui è inutile. Esiste qualcosa che possa sbloccare Phil da questa ripetizione infinita e apatica?

 

Groundhog Day

In piedi campeggiatori, camperisti e campanari!

Groundhog Day è diventato un vero must all’interno della cinematografia, ma anche della serialità. La tematica del tempo, inteso come punto di non ritorno e stato di ripetizione, è stato utilizzato in moltissimi altri contesti, come per esempio in singoli episodi di X-Files, Star Trek e Supernatural; numerose volte – anche perché il tempo è la tematica principale di tutte le stagioni – in Doctor Who; nel libro 1408 di Stephen King da cui è tratto l’omonimo film.

Dello stesso Groundhog Day c’è anche una sorta di remake italiano con protagonista Antonio Albanese, È già ieri.

 

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La particolarità di questa pellicola risiede nel suo montaggio.

La particolarità di questa pellicola risiede – oltre che per la tematica e la brillantezza dei dialoghi, sarcastici e ironici ma che al tempo stesso tentano di far riflettere su quelli che possono essere anche piccole accortezze della vita di tutti ma che possono fare davvero la differenza – nel suo montaggio.

Ramis struttura il film come se fosse un susseguirsi di ciak differenti su come può svolgersi una scena. Sebbene sappiamo che Phil sia costretto a vivere sempre lo stesso giorno, non tutti i giorni cominciano con il fatidico e insopportabile suono della sveglia. Spesso si ritorna su una stessa scena, magari con un’azione in più, o frase in più, per permettere a Phil di cambiare qualcosa compiuto male il giorno precedente.

Questa scelta permette alla pellicola di aver un buon ritmo e di filare liscia come l’olio, senza cadere nella trappola del ridondante e annoiare. Anzi, ogni scena è caratterizzata da un dinamismo tale che porta lo spettatore a volerne sempre di più, incuriosito da quello che sarà il destino del protagonista e dalle sue scelte future, proprio perché portato a reagire in modi differenti alle stesse situazione. Ed è proprio attraverso questo “gioco” che il personaggio di Phil inizia a trasformarsi e ad attuare il suo arco di cambiamento, fondamentale se vorrà davvero tornare a vivere un’esistenza normale.

 

Groundhog Day

 

Certo, non tutti abbiamo a disposizione il rivivere costantemente lo stesso giorno affinché le cose vadano nel verso giusto, ma il film è una chiara metafora su quelli che possono essere i tragici scherzi del tempo, speso in atteggiamenti effimeri, e quindi sprona a preservare piuttosto che curare; ovvero, a cercare di relazionarci col prossimo e anche con noi stessi, per poter migliorare giorno dopo giorno e rendere le cose che ci riguardano sempre più soddisfacenti. Insomma, voltare pagina quando qualcosa non va, senza rimuginarci sopra e commettere gli stessi sbagli.

Groundhog Day è una commedia rilassante e brillante. Non pretende di essere un capolavoro, eppure tutti i suoi elementi sono mixati alla perfezione a tal punto da rendere l’intero complesso più che irresistibile.

Il titolo del film, nonché giorno stesso della celebrazione, è ormai diventato negli Stati Uniti un modo di dire per identificare una giornata noiosa. Nel 2006 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.

Giocando tra l’agrodolce e il simpatico, la battuta pronta e la recitazione di Bill Murray

Giocando tra l’agrodolce e il simpatico, la battuta pronta e la recitazione di Bill Murray, il quale regge praticamente l’intera pellicola sulle sue spalle, oltre che il paradosso temporale e delle intere situazioni, coniugano perfettamente il fantastico con la morale, senza appesantire o scivolare nella retorica. Piuttosto Ramis si concentra su quelle che sono le dinamiche della routine, degli stereotipi televisivi e del limite morale umano, superandoli con una commedia che conquista e fa parlare di sé tutt’ora.

Una commedia che non ha bisogno di troppe spiegazioni sul finale, ma che anzi si fa amare anche nelle sue imperfezioni e in quei piccoli interrogativi che lascia come, per esempio, da cosa sia iniziato tutto il processo di loop che vede Phil vittima. L’universo che soggetto, regia e cast creano è talmente ben costruito da portare lo spettatore a crederci, e accettare quelle leggi del tempo così inspiegabili e sorprendenti.

 

Groundhog Day

 

Se, quindi, avete voglia di una commedia diverte e leggera, ma anche con un po’ di profondità, gustandovi l’irresistibile Bill Murray in una delle sue interpretazioni per voi, Groundhog Day è il film per voi!

 

#MustSee vi consiglia un film da guardare ogni week end