Tutto ebbe inizio nella notte tra il 3 e 4 luglio 1947, quando un oggetto si schiantò nel deserto del New Mexico, in un’area situata a circa 120 km nord-ovest dell’allora sconosciuta cittadina di Roswell…
La mattina successiva, uno dei tanti allevatori del posto, un certo W.W. Mac Brazel, ritrovò nel suo ranch degli strani rottami tra cui molte lamine metalliche, delle asticelle e del lattice. Due giorni più tardi l’allevatore decise di recarsi a Corona per informare dell’accaduto il locale sceriffo, George Wilcox e mostrargli i resti che aveva rinvenuto.
Da almeno una settimana altri allevatori del posto avevano però già avvistato strani oggetti volanti e in città si erano già diffuse voci incontrollate su presunti “dischi volanti”, fatto questo, che ha sicuramente contribuito alla nascita del caso mediatico di Roswell.
Ma un altro elemento fu fondamentale, Brazel condusse infatti lo sceriffo sul luogo del presunto incidente, accompagnato probabilmente da un militare in “abiti borghesi” (un Man in Black ovviamente…) e una volta arrivati sul posto lo sceriffo verificò la presenza di detriti di varia natura come legno, carta, stagnola, gomma e nylon provenienti da un “oggetto di provenienza ignota”, come poi scrisse nel suo rapporto.
L’8 luglio del 1947 il Roswell Army Air Field emise un improvvido comunicato stampa, ripreso subito dal quotidiano Roswell Daily Record, in cui si descriveva il ritrovamento di un oggetto volante non identificato da parte del personale militare.
Il giorno dopo arrivò la prima smentita ufficiale dell’Air Force, che parlava solo del ritrovamento dei resti di un pallone sonda, ma ormai il patatrac era fatto…
Era nato il caso mediatico di Roswell, che da locale divenne presto nazionale, riportato con titoli sensazionalistici anche sui quotidiani nazionali come il San Francisco Chronicle.
A ben poco servirono le numerose successive smentite e le testimonianze ufficiali, come quella fornita dal tenete Irving Newton della base meteorologica di For Worth che spiegò sul Fort Worth Morning Star-Telegram che ciò che era stato rinvenuto a Roswell altro non era se non i resti di un Ray Wind, un tipo di pallone sonda le cui caratteristiche non erano note al personale del Roswell Army Air Field.
La notizia fu confermata dal generale Roger M. Ramey e fu mostrata la ormai famosa foto che ritraeva il maggiore Jesse Marcel mentre sorreggeva alcuni dei resti del pallone sonda.
Più di un caso mediatico si dovrebbe però forse parlare di una vera e propria leggenda metropolitana, che fa parte della cultura popolare moderna e che ha ispirato libri, film, serie TV e persino serie animate di grande successo.
Ma cosa c’è di reale dietro alla finzione?
Per la verità il caso di Roswell passò quasi nel dimenticatoio fino al 1978 quando un ufologo ed ex fisico, Stanton T. Friedman, intervistò proprio il generale Roger Ramey insieme a Jesse Marcel.
I due smentirono ciò che avevano affermato decenni prima e sostennero che si era trattato di un cover up messo in atto dall’Air Force. La cosa di per sé non sarebbe stata nulla di eccezionale, nel senso che durante tutta la Guerra Fredda (ed anche oggi) in diverse basi del Air Force, come la segreta, ma allo stesso tempo celeberrima Area 51 (nome non ufficiale), venivano sviluppati velivoli sperimentali che per ovvie ragioni dovevano rimanere segreti. Spesso i velivoli sperimentali hanno incidenti e per quanto queste basi possano essere isolate a volte accadeva che qualche civile assistesse all’incidente o ritrovasse detriti del velivolo e non era insolito che la CIA o altre agenzie governative ricorressero anche all’intimidazione e a veri e propri insabbiamenti per assicurarsi che progetti militari strategici rimanessero segreti. Si può perfino essere tentati di sostenere che le stesse strampalate teorie ufologiche facessero comodo alle autorità militari, alzando un’ulteriore cortina fumogena intorno a questi incidenti.
Qui ci si spingeva però (molto) oltre sostenendo che ciò che era stato trovato non era di origine terrestre e che il governo americano ne era a conoscenza.
Nel 1980 W. Moore e C. Berlitz pubblicarono un libro: The Roswell Incident, che ebbe molto successo e riportò il caso all’attenzione dei media, non solo nazionali, ma anche di tutto il mondo. La teoria era affascinante e colpì l’immaginario del pubblico, sostenendo che nei pressi di Roswell e altre località, su una zona per la verità molto ampia, erano caduti velivoli di origine extraterrestre recuperati poi dall’esercito, insieme addirittura a cadaveri alieni…
A questo seguirono altri libri, programmi televisivi e persino il presunto filmato di un’autopsia aliena (filmato Santilli), che certamente arricchirono gli autori, ma erano pura finzione e sicuramente non hanno contribuito a chiarire ciò che è realmente avvenuto.
Ora non vorrei perciò soffermarmi sulle infinite, quanto inverosimili teorie complottiste che inondano già la Rete, ma su ciò che è realmente avvenuto quella notte quasi 70 anni fa.
Nel 1994 in seguito alla richiesta di un Congressman del New Mexico, il GAO (General Account Office), agenzia investigativa che opera per conto del Congresso, iniziò un’inchiesta che obbligò l’Air Force a condurre un’indagine interna per chiarire definitivamente ciò che era accaduto nel 1947.
Nel 1995 fu pubblicato un primo rapporto: The Roswell Report: Fact versus Fiction in the New Mexico e venne alla luce il progetto segreto Mogul.
Il Mogul project
Secondo il rapporto pubblicato dalla U.S. Air Force, ciò che era stato ritrovato nella zona di Roswell erano i resti di una serie di palloni sonda sperimentali, che facevano parte di un progetto militare segreto: il Progetto Mogul.
Questo progetto si basava sulla teoria del geofisico Maurice Ewing, secondo la quale a determinate quote nell’alta atmosfera esisteva quello che si può definire come un “canale audio”, una zona in cui le condizioni di temperatura e pressione rendono molto bassa la velocità di propagazione del suono, permettendo così alle onde sonore di percorrere tragitti lunghissimi (anche intercontinentali) rimanendo “intrappolate” in questa zona per un effetto di rifrazione.
Ewing penso che questo “canale” potesse essere usato per rilevare le onde sonore prodotte da eventuali test nucleari sovietici, attraverso microfoni molto sensibili.
All’epoca non c’erano ancora velivoli in grado di raggiungere quelle quote (14000 m), perciò si decise di utilizzare prima cluster di palloni sonda, lunghi circa 100 m, poi sostituiti da enormi palloni sonda fatti di polietilene, materiale in grado di ridurre la dispersione dell’elio, dotati di grandi microfoni a disco e trasmettitori radio ed in grado, dettaglio importante, di mantenere una determinata quota per lunghi periodi di tempo.
È facile immaginare quanto potessero sembrare strani agli abitanti di Roswell questi cluster di palloni o singoli palloni giganti, che continuavano a muoversi in cielo per settimane, magari con strane traiettorie e basse velocità che non facevano pensare ad aeri militari.
Il rapporto indicò anche nello specifico, che quello schiantatosi a Roswell era il pallone sonda segreto Mogul 4, lanciato dalla base di Alamogordo circa un mese prima e schiantatosi per avverse condizioni meteorologiche, spargendo detriti su una vasta zona.
Il progetto Mogul fu un discreto successo, nel senso che la teoria si era dimostrata valida, ma era eccessivamente costoso e rimase attivo solo dal 1947 al 1949, sostituito da una più efficiente e meno costosa rete di sensibili sismografi e di sistemi per il campionamento dell’aria per il rilevamento di segni di fallout radioattivo.
Sistemi di palloni sonda segreti furono però ancora utilizzati, in funzione di spionaggio, ad alta quota sull’Unione Sovietica.
La costruzione di velivoli spia in grado di volare ad altissima quota prima e l’inizio dell’era spaziale poi, fecero di fatto abbandonare questi progetti.
Tutt’oggi esiste però ancora una rete di sensori a terra che rileva gli infrasuoni su lunghe distanze per rilevare anche eventuali esplosioni nucleari è il Geophysical MASINT (Measurement And Signal INTelligence). Tra l’altro nel 2013 il MASINT rilevò l’esplosione dell’evento di Chelyabinsk.
Un secondo conclusivo rapporto della U.S. Air Force nel 1997: The Roswell Report: Case Closed aggiunse poi che i presunti cadaveri alieni avvistati erano solo manichini usati nel progetto High Sky Dive, oltretutto ben 3 anni dopo. Si spiegava che col passare del tempo, la situazione psicologica che si era creata in quel periodo aveva portato i testimoni a fare confusione fra eventi diversi , avvenuti in tempi diversi, anche molto distanti tra loro come l’incidente di un aereo cisterna avvenuto nel 1956, in cui l’equipaggio rimase gravemente ustionato.
Per la verità nel 2001, in un suo libro, Karl Pflock indagò sui testimoni chiamati in causa dai vari sostenitori dell’origine aliena dell’oggetto di Roswell.
Verificò che su 300 testimoni che erano stati chiamati in causa in vario modo, solo 41 avevano avuto informazioni dirette o anche di seconda mano, solo 23 avevano realmente visto qualcosa e di questi solo 7 credevano all’ipotesi aliena e solo 4 dicevano di aver visto cadaveri alieni, 3 cambiarono idea, sul quarto le informazioni sono scarse.
In conclusione che cosa accadde veramente?
In conclusione, sì, a Roswell nel luglio del 1947 fu messa in atto un’operazione di cover up tesa però a fare in modo che un progetto militare segreto rimanesse tale, si può discutere su quale fosse nello specifico questo progetto militare, ma il resto, l’ipotesi aliena, è pura finzione, divertente, appassionante, ma pur sempre finzione.
Nonostante tutto, circa 75 milioni di americani credono ancora oggi che a Roswell sia caduta una navicella aliena e che il governo abbia insabbiato tutto…
Quando si cerca di spiegare un fenomeno apparentemente inspiegabile è bene tener sempre presente la regola empirica del Rasoio di Occam.
È inutile perdersi subito nelle spiegazioni più improbabili, ma è bene invece partire da quella più semplice e logica perché come ci insegna (o dovrebbe insegnare) l’esperienza, la spiegazione più semplice, non sempre, ma almeno nella maggior parte dei casi è quella vera. Esemplare da questo punto di vista è il particolare delle presunte scritte aliene rinvenute a Roswell.
Molte persone sono partite dall’idea che si trattasse di un linguaggio alieno, perdendosi in infinite analisi e ipotesi per spiegare che cosa potessero significare, mentre altro non erano (come ha chiarito il Report finale dell’Air force) che simboli floreali su di un nastro usato nel pallone sonda…
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- The Roswell Report: Fact versus Fiction in the New Mexico (amazon.it)
- The Roswell Report: Case Closed (amazon.it)
- L’incidente di Roswell (it.wikipedia.org)
- Project Mogul (en.wikipedia.org)
- Roswell UFO incident (en.wikipedia.org)