Ci sono opere che hanno bisogno del grande schermo.
Certo, le emozioni non si misurano in centimetri (o in pollici) ma converrai con me che c’è una potenza particolare nel calarsi in una storia nel buio della sala cinematografica.
Nel corso degli anni molti film – soprattutto d’animazione – che hanno avuto un significato particolare per la mia vita, e ancora oggi hanno un posto speciale nel mio cuore di appassionato e cinefilo, sono sbarcati al cinema dandomi la possibilità di lasciare in pace, almeno una volta, VHS fruste e DVD ammaccati.
Ancor oggi non saprei descriverti la goduria di vedere Akira di Katsuhiro Otomo nello splendore dello schermo gigante e le emozioni che ne sono derivate.
Il trend positivo di creare eventi speciali per portare, spesso per la prima volta, opere che meritano di avere un’uscita al cinema in Italia è in costante crescita, ed è evidente quindi il successo di iniziative come queste.
Ora, come saprai se leggi in modo regolare noi di Lega Nerd, arriva nei cinema per due giorni (10 e 11 novembre) La Tomba delle Lucciole, versione rimasterizzata e riadattata del caposaldo antimilitarista del padre dello studio Ghibli, Isao Takahata.
Un lungometraggio d’animazione giustamente considerato il più triste ed emotivamente forte della storia.
Non c’è post dedicato all’argomento che non abbia almeno un commento con “lacrimoni” nella frase.
Difficile spiegare cosa ho provato quando, da ragazzino, vidi il film in VHS.
Fu comunque una delle opere che hanno contribuito alla mia formazione, anche sotto il profilo della sensibilità.
Takahata è stato un maestro, partendo da un romanzo semi-autobiografico, nel narrare senza sconti ma anche senza pietismo, iperboli lacrimevoli e banalità l’orrore della guerra ma anche e soprattutto del dopo-guerra, inteso proprio per ciò che va oltre e resta dopo il fuoco delle bombe e degli spari.
Quindi, considerando La Tomba delle Lucciole al vertice di questa particolare classifica, ecco alcuni dei lungometraggi animati che, del tutto o in parte, rischiano ogni volta di provocare un’impennata nel consumo di fazzoletti.
Naturalmente, se hai titoli da aggiungere scrivili nei commenti!
Up
I primi minuti di Up sono, in pratica, un film nel film. Un cortometraggio, distillato di pura poesia, su quanto sia bello e difficile essere innamorati e vivere insieme.
Fino in fondo.
Un saggio di delicatezza nella scrittura, che racconta tutto senza utilizzare neppure un dialogo. Brillante, tenero ma soprattutto quotidiano.
https://www.youtube.com/watch?v=1G371JiLJ7A
Chi non apprezza questo piccolo miracolo di storytelling della Pixar non ha letteralmente un cuore.
La Ragazza che Saltava nel Tempo
Il delicatissimo periodo dell’adolescenza, raccontato con spunto fantascientifico ma con tomi e modi semplici e per niente scontati.
Questo lungometraggio di Mamoru Hosoda, che ricade nel genere young-adult, esplora con vivacità e tatto le dinamiche del tempo che passa e dell’ineluttabilità del destino.
Allegro all’inizio e poi via via malinconico, specialmente per chi ha superato i vent’anni, questo prodotto regala emozioni a piene mani e sa toccare corde dell’animo
Alla fine lascia dentro qualcosa di bello, e non è da tutti.
Charlie, anche i Cani vanno in Paradiso
Uno dei film più toccanti e indimenticabili che l’animazione americana ci abbia regalato, frutto del genio di quel Don Bluth mai abbastanza osannato.
La simpatica canaglia dalla forma di pastore tedesco, Charlie, scopre il valore dell’affetto e della sincerità e redime se stesso nel salvare la piccola Anne-Marie.
Finale dolceamaro, e un addio indimenticabile tra cane e bambina.
“Gli addii non sono mai per sempre…”
Il Re Leone
Essere dei genitori nell’universo Disney è una minaccia costante alla propria esistenza. E per lo spettatore, un attentato ai dotti lacrimali.
Più o meno intensamente e in modo scioccante crepano (vado a memoria) la mamma di Bambi, quella di Red, quella di Quasimodo, quella di Nemo, i genitori di Tarzan etc. senza contare roba tipo la scena straziante della cattura della mamma di Dumbo.
Ma la scena più articolata, spettacolare e devastante è di certo quella della morte di Mufasa ne Il Re Leone.
Ti sfido a guardare questa scena senza provare almeno un accenno di cardiopalma ogni volta…
…e poi aver voglia di strozzare Scar (con un fondo d’ammirazione per la sua bastardaggine assoluta)
5 Centimetri al Secondo
Attenzione, qui si entra nel territorio scivoloso del “Proust for dummies, as an anime”
Scherzi a parte, un’opera dalla scrittura sapiente che mischia i temi della grande letteratura del novecento con i ritmi e lo stile dei manga.
Tre momenti nella vita di due ragazzi, un’amicizia che si sviluppa e approfondisce fino a lambire i territori dell’amore, la distanza e il tempo che cambiano l’animo…
Un prodotto tecnicamente ineccepibile che tocca vette clamorose di sentimentalismo per nulla gratuito, per chi è sensibile a certi temi e magari ha vissuto qualcosa di simile.
https://www.youtube.com/watch?v=KUpFIADInfE
Transformers – Il Film
Dite quello che vi pare, ma quando un eroe muore sul campo bisogna soltanto togliersi il cappello e versare una lacrimuccia.
Se poi si tratta di Commander aka Optimus Prime…
Magari in confronto agli altri film d’animazione, citare questo vi farà ridere, ma vi assicuro che all’epoca ci sono stato malissimo, e scommetto anche molti di voi.
Ancora oggi rivedere la morte in battaglia del leader indiscusso degli Autobot e uno dei robot più amati della storia fa una certa impressione.
“One shall stand, one shall fall!”
Probabilmente adesso non fa più così piangere – per quello basta pensare ai film di Michael Bay.
Il Gigante di Ferro
A proposito di robottoni, vogliamo parlare (lo so, sono fissato con questo film) dello struggente lavoro firmato da Brad Bird?
Quando si arriva al finale è veramente dura trattenere una lacrimuccia, come sempre accade quando un “oggetto” come un robot si fa amare tanto e dimostra più anima degli esseri umani.
“Tu sei chi scegli e cerchi di essere”
“SU-PER-MAN”
Laputa, il Castello nel Cielo
E quindi, in conclusione, torniamo al Giappone alla poetica dello Studio Ghibli.
Laputa – chiara citazione di I Viaggi di Gulliver – è uno dei primi lavori ufficiali della realtà creata da Miyazaki & Takahata e, con grande semplicità e senso di avventura, è capace di parlare ad un pubblico di ogni età.
Il fantastico si ammanta di innocenza e l’epica si “abbassa” al livello degli occhi e del cuore di due ragazzini.
Un film realizzato in stato di grazia, che unisce azione non-stop al messaggio sociale e umano, senza tralasciare i sentimenti autentici dell’innocenza.
Difficile rimanere indifferenti di fronte alla storia che Miyazaki ha orchestrato per noi, fino alla parte finale di rara forza.
E poi… un gigantesco androide che ti regala un fiore.
Di una purezza davvero toccante.