Ultimamente mi sono trovata a scavare a fondo nel tema del complottismo: un mondo ampio, quasi sconfinato, che si basa sulla tendenza innata a diffidare di tutto ciò che non conosciamo.
All’interno delle varie teorie possiamo dividere due macro gruppi: i complotti scientifici e quelli non scientifici (in cui c’è davvero di tutto, dall’omicidio di Kennedy alla moglie di Obama, presunta transessuale/rettiliana).
Appartiene al primo gruppo la questione dei vaccini secondo cui, invece che salvare milioni di vite tramite la prevenzione, provocherebbero morte, autismo e debolezza immunitaria. Ora la prima domanda da porsi è:
La gente crede davvero a queste fandonie?
La risposta è sì.
Dati alla mano, uno studio della primavera del 2015 dell’Osservatorio Scienza Tecnologia e Società rivela che il 57,3% degli italiani crede che la vaccinazione debba essere una scelta personale; il 23% ritiene che tutte le vaccinazioni base debbano essere obbligatorie; infine, il 18,6% è contrario ad ogni tipo di vaccinazione.
Un italiano su cinque, dunque, crede in qualche modo che i vaccini siano inutili e/o dannosi. Certo, quel 23% fa ben sperare, ma in un paese civilizzato come il nostro e nell’anno 2015 quella percentuale è ancora decisamente troppo bassa.
Ciò che credo essere davvero interessante però, è la falsa credenza (ben radicata, purtroppo) che i vaccini possano essere una delle cause dell’autismo.
Vediamo bene nello specifico i due fattori in gioco: autismo e vaccini, appunto.
Autismo
Con questo termine si indica un disturbo neuro-psichiatrico dalle molte sfaccettature; per questo è ormai prassi comune parlare di “Disturbi dello Spettro Autistico” (DSA), per cui si intende quelle patologie che hanno come denominatore comune alcune caratteristiche comportamentali, quali le difficoltà socio-relazionali, i disturbi linguistici e i comportamenti ossessivo-compulsivi.
Quando in psicologia si tratta di questa patologia ciò che viene insegnato, tra le altre cose, è che la ricerca in questo campo deve ancora chiarire molti aspetti, tra cui le cause e la possibilità di guarigione, o addirittura se si debba ancora parlare di guarigione: l’esperienza mi insegna che non è raro imbattersi in genitori di bambini autistici che vedono nel proprio pargolo doti straordinarie, piuttosto che i sintomi di una malattia.
Senza addentrarci troppo nelle specifiche, parlare di DSA in generale è ovviamente riduttivo: esistono varie forme di autismo e vari livelli di gravità. Ecco quindi che possiamo avere un adulto con la Sindrome di Asperger perfettamente integrato nella comunità e, all’esatto opposto, il ragazzo autistico non autosufficiente e con gravi difficoltà di comunicazione.
Sappiamo però che l’autismo può essere diagnosticato esclusivamente tramite criteri comportamentali (già accennati sopra). Prima dei tre anni di vita questi sintomi sono celati o comunque non evidenti; è possibile essere certi della diagnosi solo attraverso studi psicologici specifici (esistono delle comprovate scale di misurazione).
Vaccini
Senza addentrarmi troppo in un mondo che temo di conoscere solo a livello scolastico, vi rimando agli articoli della Lega dove questo argomento è stato trattato in modo decisamente migliore da Clostridium: La scoperta del vaccino, il vaccino e come si fa un vaccino.
La Correlazione tra Vaccini e Autismo
I vaccini hanno permesso di debellare malattie mortali, di aumentare la sopravvivenza infantile e di allungare le aspettative di vita nel giro di pochi decenni. Come effetto collaterale, insieme all’utilizzo di medicine, ad una dieta variegata e alla disponibilità di acqua potabile, ci hanno anche reso più alti e belli.
I miei genitori sono stati vaccinati gratuitamente tra i banchi di scuola contro la polio, sono stati la prima generazione a non morire in massa a causa di malattie infantili. Hanno poi vaccinato me e i miei fratelli.
Eppure: mia madre credeva nella correlazione vaccino-autismo; ha cambiato idea (o almeno così credo) dopo interminabili discussioni sull’argomento. Perché, dopo la comprovata efficacia dei vaccini sulla propria pelle si arriva a credere che possa causare una malattia psichiatrica specifica come l’autismo?
Dove nasce questa falsa credenza?
Prima di tutto, il movimento anti vaccini non è nato negli ultimi decenni, ma si può dire che sia cresciuto di pari passo con l’avanzamento tecnologico e la diffusione dei vaccini stessi.
Rimando ancora ad un altro interessante articolo della Lega per ulteriori approfondimenti esattamente qui.
Quindi partiamo dal presupposto che c’è sempre stata una sorta di diffidenza culturale nei confronti del vaccino radicata in una storia non proprio recente.
E questo conta: è il passato che va a formare i pregiudizi insiti in una società.
Ma se parliamo della doppietta autismo-vaccino dobbiamo spostarci in un periodo storico piuttosto recente: gli anni novanta. Nel 1998, infatti, il dottor Andrew Wakefield pubblicò sul Lancet (una delle riviste mediche più importanti al mondo) un suo recente studio in cui affermava di aver trovato una malattia infiammatoria dell’intestino che colpiva soprattutto i bambini autistici. E fin qui niente di preoccupante, se non che il medico attribuisse la malattia proprio al vaccino trivalente (ovvero quello contro morbillo, parotite, rosolia).
Il legame vaccino-autismo rimaneva sottinteso nell’articolo, ma venne apertamente espresso in una successiva conferenza stampa, durante la quale il medico suggerì di sospendere la trivalente a livello nazionale per chiarire i possibili effetti collaterali. Tutto sommato, all’inizio Wakefield fu cauto nella sua battaglia anti vaccini.
Intanto però il celebre dado era ormai tratto, e la notizia (erronea) che la trivalente potesse causare l’autismo si diffuse in tutto il mondo; la conseguenza fu un calo nelle vaccinazioni e il mancato raggiungimento della copertura del 95% (necessaria per tenere a bada le malattie infettive che il vaccino si prefigge di debellare) in molti paesi industrializzati.
La comunità scientifica venne scossa dallo studio di Wakefield, ma riuscì a falsificarlo piuttosto in fretta. Basti pensare che il medico inglese aveva basato le sue congetture solamente sull’analisi di dodici bambini affetti da autismo; qualsiasi conclusione tratta da uno studio del genere è sicuramente da considerarsi prematura e certamente non adatta alla pubblicazione.
Gli studi successivi al 1998, comunque, smentirono in modo definitivo qualsiasi correlazione tra il vaccino trivalente e il disturbo intestinale trovato da Wakefield (e chiamato, guarda caso, “enterocolite autistica”).
Mentre il medico inglese acquistava notorietà all’interno del circo mediatico (ma ne perdeva in ambito scientifico) qualcuno sopra tutti riuscì davvero a gettare luce sulla vicenda: Brian Deer, giornalista del Sunday Times. Quest’ultimo avviò un’inchiesta, edita nel 2004, in cui provò che le ragioni dietro allo studio di Wakefield erano prettamente commerciali: il medico inglese, infatti, sei mesi prima della sua pubblicazione sul Lancet, aveva sottoposto all’ufficio brevetti di Londra la domanda per un nuovo vaccino contro il morbillo, oltre ad alcune cure per l’enterocolite autistica.
Ma ancora più sconvolgente sarebbe il fatto che Wakefield prima di tutta questa vicenda avesse stretto accordi con un avvocato che si occupava del gruppo Jabs, ovvero quell’unione (inglese) di genitori di bambini autistici che combatte per ottenere il riconoscimento degli effetti collaterali dei vaccini.
In poche parole, Wakefield era stato pagato milioni di sterline per pubblicare uno studio che comprovasse il collegamento tra vaccini e autismo, in modo che alcune famiglie potessero vincere una causa miliardaria nei confronti di una nota azienda farmaceutica.
Guarda caso, i dodici bambini che parteciparono all’esperimento appartenevano proprio a quelle famiglie.
Concludendo: Il General Medical Council britannico (GMC) avviò delle indagini sul caso Wakefield e accusò il medico di pratiche anti-etiche (inutili punture dolorose e colonscopie a bambini troppo piccoli) e di aver manipolato a suo vantaggio i dati dello studio.
Tutti i co-autori dell’articolo del 1998 ritirarono i propri nomi e ammisero un errore di valutazione. Nel 2010 Wakefield venne radiato dagli ordini dei medici e da allora non può più professare in Gran Bretagna.
In compenso è scappato negli Stati Uniti ed è diventato il personaggio di riferimento di tutti i movimenti anti-vaccini.
Eccolo qui il collegamento tra vaccino e autismo: non nasce da ricerche scientifiche, non da dicerie popolari, bensì da un tentativo di frode comprovato.
Basta una ricerca online di cinque minuti per capire la storia dietro questa infamante credenza; volendo spenderne dieci di minuti è anche possibile trovare studi scientifici da tutto il mondo che smentiscono in modo categorico che qualsiasi forma di autismo possa essere collegato ai vaccini.
Senza perdere diottrie per decifrare tutte le statistiche riportate da centinaia di studi, è sufficiente andare a ripescare il caso del Giappone: nonostante la sospensione del vaccino trivalente nel 1993 (per sospetti effetti collaterali) l’incidenza dell’autismo non subì diminuzioni, bensì aumentò.
A voler essere precisi, la crescita di questa patologia negli ultimi decenni è un trend diffuso ovunque; molto probabilmente questo è dovuto ad un miglioramento delle tecniche psicologiche e ad un correlato aumento dei casi diagnosticati.
Un’ultima postilla: la credenza dell’esistenza di un nesso tra autismo e trivalente nasce anche dalle tempistiche di comparsa dei primi sintomi della patologia, a partire dai 2-3 anni, ovvero dopo il termine dei primi cicli di vaccinazioni.
Non è infatti raro sentire testimonianze di genitori che affermano che il proprio figlio non accusasse alcun sintomo nei primi 24-30 mesi di vita e di averli visti comparire proprio dopo i vaccini.
Purtroppo questa è una semplice coincidenza temporale tra sintomi ed età di vaccinazione.
Perché è fondamentale combattere le teorie Anti-Viccini
Per due semplici e ovvi motivi:
1) I vaccini proteggono il singolo.
Le malattie provocano sofferenza; è quindi nel nostro migliore interesse prevenire tali malattie, soprattutto nei bambini.
Quand’ero piccola io, nei gioiosi anni ’90, era assolutamente normale vaccinare contro certe malattie, ma considerato inutile vaccinare contro morbillo, rosolia e varicella. Io stessa le ho contratte all’asilo, ma fortunatamente in una forma molto leggera. Non mi è andata poi così bene con la pertosse, altra malattia considerata “normale” nel corso dell’infanzia, ma potenzialmente letale; dopo mesi di tosse, violente emicranie e vomito i miei genitori hanno mandato a quel paese la mia pediatra che si ostinava a prescrivermi sciroppi e mi hanno finalmente portata in ospedale, dove mi hanno prescritto antibiotici per adulti. Inutile dire che quella tosse fastidiosa me la sono trascinata fino in adolescenza. Posso riportare i tassi di mortalità infantile per rosolia e tutte le altre malattie infantili, ma non è quello il fulcro della mia tesi: non sopportate vedere i vostri figli soffrire? E allora vaccinate! Obbligarli a provare sulla propria pelle febbre alta, tosse, e crosticine fastidiose non li renderà più forti, anzi. Io me lo ricordo bene, magari voi ve lo siete dimenticato.
2) I vaccini proteggono l’intera società
Vaccinare è soprattutto un atto altruista.
Debellare una malattia tramite la vaccinazione di massa è possibile, la storia lo ha dimostrato; non solo, esistono persone più deboli, con immunodeficienze, che sono particolarmente a rischio di fronte a malattie infettive.
Il vero atto di altruismo sta nel permettere a queste persone di muoversi all’interno della nostra società senza il costante terrore di contrarre una malattia come il morbillo, per cui esiste un vaccino da decenni.
Decidere di vivere in un paese bigotto avanzato come l’Italia sottintende anche il rispetto per l’altro, a volte è bene ricordarlo.
Detto ciò, potete comunque opporvi all’utilizzo dei vaccini. È un mondo libero, giusto?
Se fate questa scelta però, siete pregati di andare a vivere sul cucuzzolo di una montagna o in un paese africano a vostra scelta, dove i vaccini e le medicine nemmeno arrivano. E dove, tra l’altro, i tassi di autismo sono comunque alti.
In caso contrario, pregate il vostro Dio di non incrociare il mio cammino quando deciderete di mandare a scuola i vostri figli non vaccinati insieme ai miei.
- Vaccino (treccani.it)
- Vaccino (wikipedia.it)
- Igiene e Sanità Pubblica (PDF) (epicentro.iss.it)
- Medbunker (Medbunker.blogspot.it)
- Observa.it
- MicroMega: Almanacco della scienza (5/2015) (repubblica.it)