È meglio carta e penna? È meglio avere un bel calamaio gigante e una grossa quantità di inchiostro per raccogliere a fondo i tuoi pensieri, tanto non importa se sono noiosi o petulanti, se palesi o novità, sono pensieri e potranno sempre piacere.
Oggi è difficile riuscirsi ad immaginare un bambino con una penna stilografica in mano ed un calamaio scrivere astrusi pensieri sulla sua vita e sul rapporto che ha con i nonni, i genitori e gli amici. Sarebbe davvero inusuale poiché è chiaro che, salvo rarità, ci troviamo in un contesto storico diverso caratterizzato da altri stili e modi di vivere la vita e di scrivere, appunto.
La scrittura è una questione di interazione e l’interazione nasce da come svolgiamo ogni giorno la vita e da come riempiamo le 24 ore della giornata con i nostri modi di fare.
Proprio basarsi su questo potrebbe essere d’aiuto per comprendere il web e la sua evoluzione nel tempo, non solo come piattaforma ludica o lavorativa, ma come quel tipo di rete globale che non è solo lettura ed interazione passiva come accadeva nei primissimi anni 90, dove il mondo virtuale era agli albori e dove tutto era ancora molto spoglio e lento, ma anche un elaboratore di concetti. Rumorino del modem e via!
Si partiva in viaggio per chissà dove, si disabilitava la visualizzazione delle immagini per una navigazione più veloce e si tentava di scoprire nuove informazioni e chi aveva magari la possibilità di acquistare un dominio e di metter su due idee da condividere col prossimo ne era anche parte attiva e ne capiva il successo tramite un contatore di visitatori.
Internet dei primi anni ’90 era questo, era una forma di essere presente, di non vedere l’ora di trovare un sito e quindi qualcuno che avesse una nuova idea, che magari avesse un nuovo contesto di quotidianità e di trarne nuove idee ed informazioni.
Nessuna novità da un punto di vista strettamente storico, ma era forse il concetto assoluto di biblioteca 2.0 con tanto di opinioni personali che forse il bibliotecario non poteva darti, che dovevi cercarti magari riflettendo con calma, ma su internet grazie al grande numero di utenti era possibile.
Col tempo ed anche brevissimamente, l’evoluzione prossima fu data dal blog e questa è storia che conosciamo tutti dato che anche in TV si parla di personaggi famosi blogger che di questa interazione ne hanno fatto anche un lavoro. Sembra una parolona e in effetti merita tutti i suoi elogi. La sola interazione passiva fu presto sostituita dal concetto di domanda/risposta, ben diversa dal concetto di intervista giornalistica. Erano idee che muovevano idee e risposte che ampliavano conoscenze.
Con tariffe più basse internet divenne, tra l’altro, anche il mondo dove barcamenarsi perdendo, in qualche occasione, felicemente tempo con video divertenti o jingle sfiziosi e spaziarsi tra il fondere nuove conoscenze e lo svagarsi con la mente riempì molti pomeriggi piovosi e non, senza accorgersi che allo stesso tempo si stava crescendo probabilmente anche da un punto di vista mentale.
Grazie alla parolina magica composta da tre consonanti uguali (“www”) l’utente era in grado di conoscere e farsi riconoscere molto diverso dalle comuni BBS.
Un computer, un modem, un buon antivirus e si partiva per un nuovo viaggio.
L’evoluzione, che si vive al momento, nata dall’unione di più idee messe insieme e tutto questo scrivendolo e dicendolo sul web, oggi grazie a costi ancora più bassi e banda larga, anche in maniera social.
La tastiera è solo un mezzo per dire quello che si ama e per conoscere nuove cose attraverso il web e sebbene l’interazione passiva data dalla lettura del giornale non è ancora morta è chiaro che quello che si ha in mente può essere oggi facilmente immesso nei miliardi di kilobyte che compongono la rete tramite i social.
Ormai il social, inteso come strumento di condivisione, è quasi tutto e talvolta c’è sempre qualcuno che si chiede l’utilità di quelli che scrivono di ogni momento della giornata, di quello che avrebbe presto fatto una festa, che avrebbe pranzato o visto la TV, ma anche questo è un modo per partecipare ed essere presenti nel web.
Questa generazione è quella che ha visto forgiare e crescere il web rendendolo un po’ come l’universo: Infinito. Tante varianti di tante cose, ognuno con la propria idea: Siti web, blog, chat, canali IRC.
Questa generazione è quella che ha visto forgiare e crescere il web rendendolo un po’ come l’universo: Infinito. Tante varianti di tante cose, ognuno con la propria idea: Siti web, blog, chat, canali IRC.
Le generazioni su internet passano molto più velocemente rispetto a qualsiasi altra cosa, cambiano siti, slang, software e sistemi operativi in maniera molto dinamica e questo è stata la base più grande per l’utilizzo e la creazione di tutte queste risorse e la caratteristica del web è che tutto può improvvisamente cambiare in maniera ancora più veloce creando di nuovo una variabile di utente “vecchio” e “nuovo”.
Per non parlare della sostanziale differenza che già esiste tra quelli che sono stati a cavallo tra il secolo scorso e gli anni 2000 e quelli dell’era social dove abbiamo il cosiddetto utente “vecchio stampo” che preferisce utilizzare internet come mezzo di lettura ed acquisizione di informazioni ed al massimo per commentare o proporre su blog o forum, anche se magari è iscritto a qualche social, ma lo usa di rado e chi invece ama, passando talvolta molto tempo della giornata, anche tramite smartphone, la condivisione di stati ed immagini tramite i social.
Sicuramente, dati i gusti, queste due categorie si incontreranno con una maggiore rarità, ma idee, stati o chi ne ha, più ne metta, rimangono scritti e compongono il web.
Ad oggi abbiamo molti più concetti che si estendono e si ramificano a loro volta e che potrebbero essere infiniti con tantissimi blog e social ognuno che rispecchia i propri gusti e che sa dove più facilmente può reperire idee e immetterne di nuove trovandosi a proprio agio.
I social si conoscono molto bene, anche in TV siamo continuamente invitati a commentare e consideriamo la rete social il fulcro del momento dove un miliardo di persone attive in contemporanea si scambiano stati in tempo reale, per non parlare anche dei social “brevi”, quelli cosiddetti micro-blogging, dove l’abilità di riuscire talvolta a creare un pensiero articolato composto da un numero molto esiguo di caratteri, diventa un’impresa arguta, ma spesso molto divertente e quelli ancora macro-blogging dove il blog è lui stesso social, un ibrido dove i tuoi post sono pubblici senza limiti di caratteri e dove i tuoi pensieri sono li uniti agli altri e dove basta cercare il tuo nome o il titolo del tuo post per fare parte di un mondo fatto di interazione attiva, dove si commenta, si condivide sul proprio sito e si ricrea una novità facendosi conoscere in larga scala.