Quando hai poche aspettative, tutto sembra più bello. E anche ieri sera è stato così. Ho seguito e commentato in diretta l’evento Apple e oggi, come al solito, vi faccio un riassuntone.
Avevamo previsto come tanti altri che sarebbero arrivate delle novità oltre all’iPhone 6s di rito, ma non mi aspettavo niente di che sinceramente. Siamo nell’”anno dell’S” e nessuno pensava a super rivoluzioni o prodotti incredibili. Come ho scritto, è stato un bene.
Se vi interessa solo la mia opinione sul keynote e i nuovi prodotti saltate tutto il pippone riassuntivo e andate in fondo (Apple, Like a Pro). Tanto lo so che avete già letto dieci articoli tutti uguali oggi.
Apple Watch OS 2
Tim Cook si è presentato sul palco come al solito bello barzotto e ha scelto di partire parlando dell’Apple Watch e del nuovo Watch OS 2 in uscita che permetterà, finalmente, di avere app che girano nativamente sull’orologio invece che girare di merda in stream dall’iPhone.
Come ho già scritto in passato questo avrebbe dovuto essere Watch OS 1, ma c’era la fretta di uscire prima possibile e tutti gli early adopters che si sono comprati un Apple Watch si sono, di fatto, beccati un device ancora in beta. Amen.
Due nuove app interessanti: quella di messenger di Facebook e quella di GoPro per comandare la propria action cam dal polso. Tutto per mostrarvi che arrivano sempre più app, non c’è ancora la killer app, ma è un passo avanti.
Sono stati presentati anche nuovi cinturini e colori, niente di che, roba overpriced di Hermes in pelle super cool che non vi comprerete mai.
Dal canto mio continuo a trovare l’Apple Watch esageratamente overpriced e abbastanza inutile: l’unico motivo che mi porterebbe ora a comprare uno smartwatch è l’estetica, perché sempre di un puro accessorio da sfoggiare stiamo parlando, e l’unico che mi piace davvero per ora è quello di Huawei. Considerando che è uscito Android Wear per iPhone, potrei farci davvero un pensierino quando esce. Magari usato… magari me lo mandate da recensire? Huawei, siete in ascolto? #aspettaespera
Nuovo iPad Pro
Erano due i rumors che impazzavano ormai letteralmente da anni, un nuova Apple TV e un nuovo iPad “grosso” da 12 pollici o più… entrambi si sono materializzati in rapida (quasi) sequenza ieri sera e devo dire che ne sono rimasto molto stupito.
Non credevo che Apple rilasciasse un iPad gigante sulla scia di quanto intrapreso da Samsung e altri su Android. È un mercato di nicchia molto piccolo quello di chi vuole uno schermo così grande in un tablet, perché cerca una strana via di mezzo tra un portatile e un tablet.
Samsung su Android ha tirato fuori un Note da 12 pollici (tale Note Pro 12.2) molto particolare che ha avuto molto successo nello studio in cui lavoro, ce ne sono due che girano, con tastiera esterna e pennino sempre a portata di mano. Ne riconosco i vantaggi per chi fa il project manager (nel nostro caso particolare) e per altri usi, come dicevo, super particolari. Presentarsi alla riunione con un tablet gigante e poter prendere appunti al volo con la stylus è molto comodo, è innegabile.
Apple sembra seguire la stessa identica strada, ovviamente a modo suo: il nuovo iPad Pro, questo il nome, è un 13 pollici, con schermone da paura ad altissima risoluzione, ben quattro casse (una per ogni angolo, sembrano un figata) un corpo ovviamente in alluminio, ovviamente molto bello, ovviamente molto sottile… e poi il nuovo processore A9x che promette prestazioni mai viste prima su un tablet e, colpo di scena, una penna opzionale, tale “Apple Pencil” che rileva la pressione e costa come un prostituta d’alto bordo.
La penna in questione rileva la pressione con un sensore sulla punta ed è quindi dotata di una batteria interna (autonomia dichiarata di 12 ore) che si ricarica con una porta lightning integrata. Non vedo perché non dovrebbe funzionare anche con l’iPad più piccolo, ma a quanto pare per ora si può usare solo con questo “Pro”. C’è qualcosa che mi sfugge.
Apple quindi fa l’occhiolino al mercato professionale, con un prodotto dei suoi, integrato, veloce, bello da vedere e facile da usare.
Il prezzo è anche più basso di quello che mi aspettavo, ma comunque non certo economico, si parte da 799$ per il modello base senza pennino (“just” 99$) e senza tastiera esterna (169$). Ah già, perché ovviamente c’è anche una tastiera esterna come primo accessorio (indubbiamente ne arriveranno decine, centinaia di altri, è il bello di Apple) che sfrutta una nuova porta proprietaria nella parta lunga del tablet (magnetica, trasmette dati e fornisce energia, quindi vedremo anche una versione con retroilluminazione dei tasti, o con batteria aggiuntiva integrata magari…)
Impossibile non pensare al Surface di Microsoft, anche perché abbiamo visto ieri sera proprio Microsoft che presentava sul palco quanto il suo nuovo Office per iOS gira alla grande sul nuovo iPad Pro… praticamente si stavano piantando i chiodi da soli nella bara. O magari no, perché il Surface fa girare Windows 10 e tutto quello che vi serve… sempre che vi serva altro oltre ad office e ai milioni di app presenti su iOS, ovvio.
Ci siamo anche dovuti sorbire le solite demo infinite di app di dubbia utilità da Adobe e altri, solita manfrina di portare sul palco gli sviluppatori ad allungare inutilmente il brodo, probabilmente più una marchetta per favorire l’ecosistema che una vera utilità di marketing. Ma magari sono solo io che non ho pazienza, eh.
In definitiva l’iPad Pro è molto interessante per quel particolare mercato in cerca di qualcosa del genere. Che poi sappiate o meno di volerlo è tutto un altro paio di maniche e probabilmente vi convincerete solo dopo aver visto un collega usarlo. Per la maggior parte dei signor Rossi là fuori sarà più un acquisto impulsivo che altro ho idea. Vedo già le email arrivare ai reparti acquisti da parte di qualcuno che lo ritiene “assolutamente necessario per il proprio lavoro”. A voi piciu non serve a niente se non a dire che avete un iPad grosso più grosso (Sio ti attendo al varco)
Strano che non sia stato aggiornato l’iPad Air 2, neanche con un semplice aggiornamento del processore. Mentre è uscito (ma non ne hanno neanche parlato) l’iPad Mini 4, con un aggiornamento del processore da quello che si è capito. Niente di che.
Il force touch (3D touch) di cui parlo più avanti non è arrivato su iPad. Davvero non capisco perché, anche considerando che, come scrivo dopo, è una tecnologia che prenderà piede solo se ben supportata da tanti device diversi.
L’iPad Pro sarà disponibile da novembre, non si sanno ancora i prezzi per l’Italia.
Nuova Apple TV
Altra novità attesa letteralmente da anni: una diavolo di Apple TV con dentro un processore decente, app store nativo e un nuovo telecomando che funga da controller. È arrivato tutto, incredibilmente, esattamente come ce lo aspettavamo.
C’è un nuovo sistema operativo (TV OS) su cui gli sviluppatori possono sviluppare nuove app pensate per l’utilizzo in televisione: che siano giochi (ovvio) o utilità di dubbia utilità (scusate) cambia poco. La novità potentissima, visto che parliamo di Apple, è che da ieri è possibile sviluppare su una nuova piattaforma su cui tutti si butteranno a capofitto, migrando i loro successi da iOS o creando nuove possibilità di interazione telecomando-uomo-TV. Non è poco.
Se lo fa Google con la sua Google Android TV non se la caga nessuno e il progetto rimane ibernato per anni, se lo fa Apple, lo sapete bene, arrivano le orde di developer con le super idee e, alla lunga arrivano le killer app che fanno la differenza.
Non che quanto ci sia di base sia poco, intendiamoci: Siri è ovviamente integrata nel tutto, permettendo la ricerca non solo nella piattaforma di streaming di Apple, ma anche nelle più famose della concorrenza (Netflix, HBO, etc) e poi il tutto è comandato da una interfaccia sembrerebbe molto semplice e chiara, con un nuovo telecomando che integra un microfono per Siri e una superficie touch da utilizzare per muoversi tra i menù, scrubbare o videogiocare a piacimento. C’è anche un giroscopio e lo potete utilizzare come sulla Wii, per interagire con giochi o app. Win.
Avrei preferito vedere un controller dedicato per il gaming, ma era davvero chiedere troppo.
Senza contare che ci si sarebbe allontanati troppo da quell’approccio casual che ha premiato tantissimo fino ad ora. Se volete un controller decente compratevi una Playstation, sembra dire Apple… e guardando quanto bene hanno fatto le soluzioni della concorrenza simili… gli si da ragione per forza.
La nuova Apple TV ha finalmente poi un processore decente e un po’ di giga interni in cui salvare app e giochi, è prezzata su due tagli molto interessanti (149/199$) e arriverà a breve. La stiamo comprando, lo sapete quanto me.
La nuova Apple TV è “in arrivo” e non si sanno ancora i prezzi per l’Italia.
Nuovo iPhone 6s
Di questo nuovo iPhone si sapeva già tutto da mesi, d’altronde Apple ci ha abituato a questa pratica di rilasciare le vere novità solo ogni due anni, mantenendo il form factor dei propri smartphone uguale per per un periodo abbastanza allettante per chi produce accessori (o vende abbonamenti telefonici).
È una pratica davvero ottima, che permette la creazione di un ecosistema di accessori e non svilisce ogni sei mesi chi si è appena comprato uno smartphone da un mucchio di soldi come fa la concorrenza.
Gli “S” solitamente portano novità solo nel processore e nella camera. Ci sono state eccezioni, come il Touch ID sull’iPhone 5s, ma solitamente ci si ferma li.
Anche quest’anno cambia poco apparentemente: nuovo processore A9 (il doppio più veloce! ma la RAM sembra ancora ferma a 1Gb, da confermare) nuova camera da 12Mpx che registra anche video in 4K… e nuovo schermo con “3D Touch”, questo il nuovo nome di quel force touch visto su Apple Watch e i nuovi MacBook, che permette di rilevare la forza della pressione del dito sul touchscreen, abilitando nuove interessanti funzioni lato software.
In pratica premendo più a fondo accederete a funzioni aggiuntive: premendo a fondo su una icona di un app nell’home screen si attiverà un menu contestuale con funzionalità particolari legate a quell’app. Detta così pare una minchiata, ma le possibilità sono tante e Apple ha già reso disponibile la funzione agli sviluppatori che potranno integrarla nelle loro app e, soprattutto, nei loro giochi.
Fino a quando non sarà su tutti i device Apple sarà solo una “novelty” come dicono gli americani, ma entro un paio di anni sarà la norma, statene certi. Non è una “rivoluzione”, ma è senz’altro una piccola innovazione, ammettiamolo.
Altra novità sono le fantomatiche “live photos“. Attivate di default, in pratica registrano un mini video di pochi secondi prima e dopo lo scatto di una foto. Un po’ quello che avevamo già visto su Windows Phone anni fa e che non ha mai avuto un grande successo se non durante i pitch di vendita in negozio. Il fatto che siano attivate di base sicuramente farà in modo che si creino dei filmati interessanti per errore che troveremo magari su Instagram. Non si sa ancora quanto peseranno però in questa maniera le foto: durante la diretta ho scherzato dicendo che magari si sono comprati Pied Piper… chi guarda Silicon Valley capirà il battutone.
Anche il sensore Touch ID è stato rinnovato e ora è presente una nuova versione che promette di essere più veloce nel rilevamento delle impronte. Già quello attuale mi pare ottimo quindi non vedo questo super vantaggio, ma tanto meglio.
Per gli americani ci sono poi novità per l’acquisto del nuovo iPhone. In particolare è stato introdotto una specie di “abbonamento” per chi vuole cambiarlo ogni anno con quello nuovo: a 32 dollari al mese ve lo danno sempre nuovo, dando indietro il vecchio. Chissà se lo proporranno anche in Italia.
Ah, hanno finalmente rifatto il dock ufficiale. Lo sto comprando.
L’iPhone 6s uscirà allo stesso prezzo del 6 dell’anno scorso e sarà disponibile anche in un nuovo colore “rose gold”, un rosa slavato che non mi fa impazzire, ma magari piacerà alle quote rosa la fuori.
Apple, like a Pro
È indubbio il nuovo approccio di Apple al mercato professionale o, se preferite, agli utenti più “hardcore” che vogliono funzionalità particolari da power user. Lo abbiamo visto con iOS 9 (che esce il prossimo 16 settembre) e tutte le nuove figate che ci piacciono tanto, split screen, sharing tra app e compagnia bella. Ora arriva anche l’hardware in risposta, per davvero, con questo nuovo iPad Pro e la sua Apple Pencil a corredo, oltre alla tastiera esterna / custodia, non dimentichiamocelo.
Tutta roba che abbiamo già visto altrove, ovvio. Apple è sempre stata campione indiscusso del “te lo faccio meglio in faccia”, prendendo a destra e a manca buone idee e, cosa non da poco, realizzandole alla perfezione o quasi, imponendole poi sul mercato come fossero proprie. È una pratica che fa incazzare gli hater online (che anche oggi sparlottano #falme) ma che piace tantissimo al mercato e agli utenti. Si, perché…
non è importante chi per primo fa una cosa, ma chi la fa meglio, non scordiamocelo mai.
Un’ovvietà da ripetere ciclicamente su internet. Ripetetelo ad alta voce, su, su.
E Apple è proprio brava a “farlo meglio”. Dal primo iPod (Creative NOMAD Jukebox anyone?) al primo iPhone (LG Prada anyone?) gli esempi sono infiniti, ma chi ogni santa volta ci ricorda “chi lo ha fatto per primo” pecca enormemente di ignoranza tecnologica, perché pare pensare che Apple si limiti a copiare qualcosa e a riproporla sul mercato con sopra una mela e una buona campagna pubblicitaria (frase standard dell’hater comune).
Peccato che, ovviamente, non sia così. O per lo meno non sempre. E allora è chiaro che quasi tutto di quello che abbiamo visto ieri ci ricorda qualcosa che avevamo già visto da Microsoft, Samsung, Amazon o altri. Ma è anche vero che, apparentemente, Apple lo ha fatto meglio e, soprattutto, ha saputo integrarlo alla perfezione nel suo ecosistema, con hardware e software che funzionano davvero insieme e regalano una esperienza utente che altri non riescono neanche a vedere con il binocolo.
Si, perché è vero che la mia smart TV a casa ha un telecomando touch con microfono simile a quello dell’Apple TV, ma è anche vero che funziona da schifo. Che ha una interfaccia a dire poco imbarazzante, con un lag mostruoso anche solo per passare da una schermata all’altra. Che se parlo nel microfono devo ripetere tre volte i comandi e che il touch serve solo a sfogliare schermate, cosa che faccio prima a fare col telecomando “normale”. Che infatti era fornito con la TV ed è l’unico che uso quotidianamente, mentre quello “smart” è in un cassetto non so dove.
Questo solo per fare un esempio stupido, che però si può applicare a buona parte delle “innovazioni” di Apple.
Mi aspetto lo stesso dalla nuova Apple TV: ha la ricerca come abbiamo già visto fare ad Amazon, ma sicuramente funzionerà bene grazie all’integrazione con Siri e con le app e i servizi di terze parti. Ha il touch che funzionerà altrettanto bene, come su tutti gli altri prodotti Apple, e una interfaccia utente non solo bella esteticamente, ma anche facile da usare e rifinita in ogni microscopico dettaglio.
Vi pare poco? Mentre voi siete ancora li a decantare chi ha fatto per prima quella tal funzione, l’uomo della strada compra Apple, perché funziona meglio, è più facile da usare e offre un’esperienza migliore.
Lo stesso concetto è applicabile ad ogni prodotto e servizio della Mela, con le dovute eccezioni, perché ovviamente le cazzate le fa anche Apple e belle grosse (iOS7/8 anyone?), ci mancherebbe.
Semplicemente ne fa meno della concorrenza che, ormai infilata drammaticamente nella corsa all’innovazione per stare dietro ad Apple è più preoccupata di far uscire la tal funzione o il tal prodotto prima invece che bene. E chi ne approfitta? sempre Apple ovviamente. Fa incazzare anche me, lo devo ammettere.
A questo aggiungiamo quel “reality distortion field” che Apple è tanto brava ad inserire attorno alle proprie novità ed ecco che magicamente quello che fa, lo fa bene a prescindere, azzerando spesso il senso critico di chi compra, grazie ad una combo micidiale di marketing e generale ottima realizzazione. I particolari sfuggono, il prezzo passa in secondo piano, i dettagli e le funzionalità mancanti diventano ininfluenti anche quando magari non lo sono.
L’iPad Pro venderà alla grande? sicuro. Molti di quanti lo compreranno avrebbero fatto meglio a comprarsi un Surface? probabile. Ma alla fine funziona meglio la Pencil di Apple sull’ecosistema chiuso e perfettamente integrato dell’iPad, con le app tutte ottimizzate e con una interfaccia perfetta… o il pennino di Microsoft (e Wacom) su Windows 10, con app scaricate qua e la e una esperienza generale che sta sempre inutilmente a metà tra portatile e tablet? Certo quella tastiera l’abbiamo vista tre anni fa sul primo Surface, ma alla fine quella che ci ricorderemo in futuro, quella che la gggente userà davvero… sarà probabilmente quella presentata ieri da Apple.
Dove invece questa volta Apple fallisce miseramente, a mio modesto parere, è negli standard hardware. Mi aveva illuso con il nuovo MacBook, con quella USB Type C messa li a dire “arriverà ovunque” e invece… niente.
Apple si ostina a spingere Lightning sui suoi device mobili, forse solo perché siamo nell’anno dell’ “S” è vero, ma mi aspettavo più coraggio. Questa benedetta nuova porta si deve diffondere velocemente se vogliamo pochi sbattimenti e invece stenta. E dire che Apple è stata storicamente molto coraggiosa in questo campo, ricordiamoci della prima porta USB sul primo iMac, della scomparsa dei lettori DVD, del formato 16:9 nei portatili prima e nei fissi poi… gli esempi sono innumerevoli. E invece no, ci tocca aspettare (forse) un altro anno per cambiare tutti i nostri cavetti.
Concludo questo pipponeinfinito™ con un’ultima riflessione su cosa significa l’uscita dell’iPad Pro.
È ormai ovvio che sia in atto una migrazione dell’utente standard dalla piattaforma desktop a quella mobile.
Ci hanno abituato a questo nuovo modo di interagire e creare contenuto con l’iPhone, ci hanno fatto scoprire nuovi usi e possibilità poco dopo con l’iPad e ora chiudono il cerchio con questo iPad Pro con tastiera e pennino, portando a casa tutti gli usi più comuni per un elaboratore elettronico. Il MacBook Air uscirà di produzione? È probabile.
D’altronde quello che fai, di base, con un portatile di quel tipo lo puoi fare con un iPad, magari con uno schermo grande, no? Ecco, appunto.
Apple vuole portare tutti i babbani verso iOS: un ecosistema chiuso, controllato, più sicuro e, soprattutto, incredibilmente profittevole per Apple. Un ecosistema in cui le applicazioni sono sviluppate meglio grazie alla grande integrazione tra hardware e software e la frammentazione dell’hardware ridotto al minimo indispensabile. Dove gli utenti hanno, di fatto, una esperienza migliore nella maggioranza dei casi.
Quanto frutta ad Apple l’ecosistema di iOS e quanto quello di OS X? Se poi paragoniamo il tutto a quello di Windows di Microsoft, l’evoluzione in atto è evidente a chiunque.
La buona notizia (sempre se si considera quanto detto sopra una cattiva notizia, ovviamente) è che stiamo vivendo anni di transizione fortissima in cui, davvero, tutto può ancora accadere.
Ci sono player nel mercato tecnologico che mai come prima stanno influenzando le nostre vite digitali e
un appassionato come me non può che gioire dello spettacolare campo di battaglia in cui siamo in trincea,
con la carta di credito in una mano e l’ultima figata di turno nell’altra.