Quanti di noi nerd sognano di salvare il mondo? Siamo seri: tutti! Dopotutto i supereroi non sono che la sublimazione del desiderio di ciascuno di essere un eroe, di salvare la vita di un sacco di gente, preferibilmente di tutta la gente del mondo.

La storia è piena di eroi, persone che hanno salvato centinaia e anche migliaia di vite con il loro coraggio. E queste persone vengono giustamente ricordate, con libri e film.

Ma chi si ricorda di coloro che hanno salvato il mondo?

Forse il loro gesto non è stato così audace, forse nell’economia delle cose non sono stati così importanti. Ma queste persone esistono. E oggi parleremo di una di loro, parleremo di Vasili Alexandrovich Arkhipov, l’uomo che salvò il mondo.

 

A Guy Called Vasili Arkhipov

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A guy called Vasili Arkhipov saved the world.

Cit. Thomas Blanton

Queste parole furono pronunciate nel 2002 da Thomas Blanton, direttore dei National Security Archive quando la storia di Vasili venne de-secretata.

 

Vasili nacque nel 1926 in un paesino vicino a Mosca da una famiglia contadina. Studiò all’accademia navale del Pacifico e nel 1945 servì il suo paese nella guerra contro il Giappone. Dopo la guerra si laureò all’accademia navale del Caspio e prese servizio nella marina sovietica, sui sottomarini. Ed è proprio su uno di questi sottomarini che Vasili si distingue per il suo coraggio (suo e di molti altri in quella situazione).

 

 

È una fredda mattina del 4 luglio 1961

È una fredda mattina del 4 luglio 1961, fredda non per tutti ovviamente, ma lo è per il sottomarino K-19 classe Hotel, che sta sguazzando dalle parti della Groenlandia. Il sottomarino è il primo della sua classe ed è il primo sottomarino russo a propulsione nucleare. E ha un problema.

 

A causa di un guasto il sistema di raffreddamento del reattore nucleare è andato fuori uso. Una falla nel reattore ha fatto sversare parecchio liquido di raffreddamento, facendo diminuire la pressione nelle pompe, spargendo materiale radioattivo ovunque e facendo impennare la temperatura del reattore. Il sottomarino non ha un sistema di raffreddamento di backup e nemmeno uno di emergenza.

Il meltdown è dietro l’angolo.

Il meltdown è dietro l’angolo. Nella zona non c’è nessuno, a parte una barca americana e non si può rischiare di lasciare informazioni segrete ai nemici. Così il capitano Zateyev ordina che si trovi un’altra soluzione. Il team di ingegneri a bordo del sottomarino ha un’altra soluzione (gli ingegneri hanno sempre una soluzione) ma è molto rischiosa. Zatayev ordina comunque di metterla all’opera.

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Gli ingegneri si mettono a costruire un nuovo sistema di raffreddamento usando i pezzi del sistema di ventilazione e del sistema idrico del sottomarino. Con loro lavora anche Vasili. Gli ingegneri, si mettono a montare e smontare tubi e pompe mentre il reattore continua a surriscaldarsi superando i limiti di sicurezza.

la fusione del nocciolo e la successiva esplosione meccanica sono solo questione di tempo

Nonostante le barre di controllo non c’è modo di fermarlo, la fusione del nocciolo e la successiva esplosione meccanica sono solo questione di tempo. Intorno alla squadra di riparazione l’ambiente è fortemente radioattivo a causa dello spargimento di refrigerante dovuto alla falla.

Mantenendo il sangue freddo però Vasili e gli ingegneri riescono in qualche modo a costruire un sistema di raffreddamento per tempo.

La temperatura del reattore smette di salire e inizia a scendere con grande sollievo di tutti.

Il coraggio di questi uomini sarà pagato caro: 8 di loro moriranno per gli effetti delle radiazioni nelle tre settimane successive e tutti gli altri subiranno una dose molto alta di radiazioni, tra cui lo stesso Vasili.

 

 

 

C’erano dei Porci in una Baia

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È il 1962, l’anno prima, mentre Vasili navigava sul K-19, gli Usa tentarono di rovesciare il governo comunista installatosi a Cuba. Come andò l’invasione lo sappiamo tutti. E sappiamo anche come i rapporti tra Cuba e URSS divennero più stretti.

 

Il Cremino era preoccupato del recente schieramento di missili nucleari a corto raggio in Turchia e quindi decise di rispondere sfruttando la posizione dell’isola di Cuba. I russi chiesero ai cubani di costruire rampe di lancio e silos interrati e in cambio gli avrebbero dato un po’ di missili nucleari. La cosa ovviamente non sta bene agli americani i quali, appena gli U2 riportano foto di installazioni missilistiche, si alterano e decidono di reagire. Le opzioni sono due: bombardamento totale dell’isoletta al fine di sfasciare le rampe, oppure, blocco dell’isola così da evitare che su quelle rampe ci finiscano dei missili. Prevale la seconda scelta, scelta che passerà alla storia come La Crisi dei Missili di Cuba.

 

 

L’Orologio dell’Apocalisse

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Avete presente quando in “The Watchmen” l’orologio che segna l’avvicinarsi del conflitto nucleare è a 5 minuti dall’ora X? Ecco la crisi dei missili di Cuba si può riassumere con quell’immagine.

 

La tensione è altissima.

La tensione è altissima.  Il 22 ottobre Kennedy parla alla nazione e al mondo: se i russi tenteranno di forzare il blocco, questa azione sarà intesa come un atto di guerra. Il 26 ottobre, per la prima volta nella storia, gli Usa dichiarano DEFCON 2 (ossia l’ultimo livello prima di DEFCON 1 che presuppone la guerra nucleare totale).

 

Kennedy autorizza di armare i bombardieri nucleari di stanza in Europa

Un totale di 23 B-52 americani, carichi di testate nucleari, prendono il volo pronti a reagire con un contrattacco nel caso i missili balistici dovessero iniziare a volare. I B-47 lasciano le loro basi e si sparpagliano in aeroporti civili e militari di tutti gli Stati Uniti con l’ordine di essere pronti e armati per il decollo in 15 minuti. 145 ICBM vengono armati e tenuti pronti al lancio mentre il grosso delle altre forze di risposta nucleare vengono messe in stato di allerta. Kennedy stesso autorizza con il SAC 199 di armare i bombardieri nucleari di stanza in Europa così da essere pronti a lanciare il first strike nucleare alla Russia.

 

Il 26 ottobre Castro manda un telegramma Khrushchev per chiedere che la Russia lanci l’attacco nucleare per prima.

Il 26 ottobre Castro manda un telegramma Khrushchev per chiedere che la Russia lanci l’attacco nucleare per prima. Il 27 ottobre la CIA conferma che almeno 4 postazioni di lancio sono armate e pronte a lanciare un attacco nucleare sul suolo statunitense da Cuba. Sempre il 27 ottobre un U2 che sta sorvolando Cuba viene intercettato e abbattuto da un missile cubano. I cubani non avevano la tecnologia per abbattere un U2, i russi si, per gli americani era un atto di guerra.

 

Mentre i negoziati segreti vanno avanti il mondo trattiene il respiro.

E proprio quando basterebbe una scintilla a far esplodere il conflitto nucleare che avviene l’incidente peggiore possibile.

 

 

We Came Very Close

We came very close [to a nuclear war], closer than we knew at the time.

Robert McNamara

 

Mentre il mondo si aspetta l’olocausto nucleare da un momento all’altro, Vasili è a bordo del sottomarino d’attacco B-59 classe Foxtrot. Il sottomarino fa parte di un gruppo di 5 che ha il compito di forzare il blocco Usa e stabilire una base sottomarina a Cuba.

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Il viaggio è stato lungo ed estenuante, l’equipaggio è stanco, non ha idea di cosa stia succedendo sopra di loro. A causa della natura della missione i sottomarini non hanno più contatti con Mosca da diversi giorni. Tutto quello che sanno è che la guerra era imminente quando sono partiti e che anzi, potrebbe già essere scoppiata.

All’improvviso lo scafo trema violentemente.

Passano pochi istanti e di nuovo una serie di colpi si abbatte sul sottomarino. Gli strumenti registrano cariche di profondità e un grosso gruppo di navi americane sulla direttrice del sottomarino. Sopra di loro la portaerei USS Randolph e la sua scorta di 11 cacciatorpediniere ha individuato il B-59 e, visto che non ha ben capito di chi sia quel sottomarino, sta cercando di farlo riemergere usando cariche a basso potenziale. Senza avere idea di con chi ha a che fare.

 

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anche il B-59 è dotato di armi nucleari

Come tutti gli altri sottomarini Foxtrot anche il B-59 è dotato di armi nucleari e, prevedendo un lungo silenzio radio, il comando sovietico ha dato al capitano la facoltà di usarle se necessario. A patto che i due ufficiali a bordo siano d’accordo.

Il capitano Savitsky non poteva sapere che le cariche di profondità erano cariche non letali, e diede quindi l’ordine di armare un siluro a testata nucleare. L’uso di una tale arma avrebbe spazzato via l’intera flottiglia americana. L’ufficiale politico Maslennikov si schierò subito con la decisione del capitano di lanciare l’attacco nucleare.

Ma Vasili si oppose.

In realtà le regole di ingaggio prevedevano che bastasse l’accordo tra il capitano e l’ufficiale politico, Vasili non c’entrava nulla. Ma, pur essendo solo l’ufficiale in seconda sul B-59 era però l’ufficiale capo di tutta la squadriglia di sottomarini. Inoltre, a causa del suo eroico comportamento a bordo del K-19, era un eroe conosciuto e stimato in tutta l’Unione Sovietica.

 

Conclusione

 

La linea di Vasili prevalse, il sottomarino ormai senza quasi senza corrente e con il sistema di ricircolo d’aria bloccato riemerse in mezzo alla flotta nemica che, dopo averlo identificato, lo spinse a ritornare in Russia. La crisi di Cuba rientrò, i russi ritirarono i loro missili e gli americani ritirarono i loro dalla Turchia.

la 3° guerra mondiale non venne decisa a Washington o a Mosca

Quello che sappiamo oggi è che la 3° guerra mondiale non venne decisa a Washington o a Mosca, ma in un sottomarino in immersione nel mar dei Caraibi. Forse il capitano avrebbe cambiato idea durante le manovre di armamento del siluro, o forse no. Questo non lo sappiamo.

Quello che sappiamo è che quel siluro avrebbe dato il via alla 3° guerra mondiale e che sia il capitano che l’ufficiale politico erano d’accordo e che quindi il siluro poteva venir lanciato. Quello che sappiamo è che Vasili si oppose e convinse gli altri due a non farlo. Se quel siluro fosse partito la flotta americana sarebbe stata vaporizzata, da li in poi nulla avrebbe più potuto fermare l’orologio. La prima ondata di testate nucleari avrebbe colpito le basi aeree, i siti di lancio e i concentramenti di truppe in Europa, la seconda ondata si sarebbe concentrata sui “bersagli economici” un eufemismo per indicare i bersagli civili.

La storia è piena di eroi, eroi che tutti conoscono.
Vasili non lo conosce quasi nessuno.

Vasili continuò a servire nella marina russa, nonostante le cure intensive le radiazioni subite nell’incidente del K-19 lo portarono alla morte nel 1998. Ho cercato dove fosse sepolto ma non ho trovato notizie. Se qualcuno di voi andrà in Russia e dovesse trovare la sua tomba gli dica grazie anche da parte mia (edit l’ha trovato @dgiacomelli si trova presso il Purshevskoe Cemetery, ora sapete dove lasciargli un fiore).

 

Cпасибо, Vasya.