Esistono persone in grado di far perdere persino una guerra alla propria madrepatria per denaro? E non parliamo di semplici Mercenari, parliamo di vere e proprie carogne!
Siamo in una calda giornata di Agosto del 1935. Qui nove valorosi uomini, provenienti da vari Stati Europei si riunirono a Londra per formare la F.I.G.A.; essi hanno sempre pensato che come acronimo fosse davvero pessimo, ma per il nome ne valeva assolutamente la pena.
Qual è lo scopo di questi audaci uomini? Semplicemente, vengono chiamati da uno Stato qualsiasi – quasi sempre europeo – per svolgere missioni pericolosissime, e sono lautamente pagati una volta terminato il lavoro; sarebbero capaci persino di svolgere missioni contro la propria patria, pur di avere il denaro! Ma vediamo di conoscerli meglio:
- George Jones, detto lo Scozzese. Nato a Londra (Inghilterra) nel 1915, nessuno sa perché venga chiamato così dal resto della squadra; è il Capitano della F.I.G.A. ma è anche piuttosto freddo e distaccato; ha una cicatrice nell’occhio destro; la sua arma preferita è lo Sten.
- Götz Zimmermann di Ulm, detto lo Spadaccino. Nato a Ulm (Germania) nel 1914, fiero oppositore del Nazismo e abile spadaccino; tuttavia un giorno, mentre era ubriaco, si è inconsciamente tatuato una svastica storta nel collo.
- Conrad Renard, detto la Collina. Nato ad Amboise (Francia) nel 1910, è chiamato così a causa della sua potenza e della sua stazza.
- Lenderd Dumont, detto il Nano o il Nerd. Nato a Bruxelles (Belgio) nel 1912, è alto circa 1,40 m al contrario del suo collega Francese; è anche il nerd della situazione.
- Abbondanzio Zilio, detto il Bombarolo. Nato a Ravenna (Italia) nel 1916, ha sempre pensato che per ottenere migliori risultati nelle missioni bisognasse ricorrere alle bombe; gli mancano entrambe le mani, perse durante lo scontro con un membro del KKK.
- Yago Aguilar, detto il Marinaio. Nato a Cordova (Spagna) nel 1909, viene chiamato così a causa della sua passione per le barche e per la vita da lupo di mare; ha un occhio di vetro e fuma sempre la pipa; ha una Barca, che si porta sempre durante le missioni.
- Hippolytus Toles, detto l’Ellenico. Nato a Sparta (Grecia) nel 1914, è tristemente conosciuto nel gruppo a causa delle sue battute poco divertenti.
- Nikolaj Jørgensen, detto il Piromane. Nato a Tårnby (Danimarca) nel 1913, gli piace semplicemente bruciare cose ed è in perenne scontro con Abbondanzio; è inoltre amico di Lars Ulrich.
Membri deceduti, ritirati o altro:
• Nils Sjögren, detto il Biondo. Nato a Sundsvall (Svezia) nel 1917, è quello bello del gruppo e somiglia molto a Clint Eastwood; nonostante ciò, molte fonti sostengono che egli sia gay. [Morto durante un’assalto alla Base Nazista 211 nel 1944]
I loro nomi sono abbastanza difficili da pronunciare, ma quello che faranno sarà certamente fuori dal comune!
Le Avventure della F.I.G.A. – 1944, La Bomba Atomica dei Nazisti (Parte II)
– Avevate “soltanto” un compito da svolgere – disse Churchill – E lo avete fallito! –
– Ehi, ragazzo! – esclamò George – Abbiamo fatto il possibile e abbiamo perso anche uno dei nostri! –
Churchill e lo Scozzese stavano seduti in una stanza vuota, l’uno di fronte all’altro.
– E sia. Ma voglio darvi una seconda possibilità… –
– Davvero? E sarebbe?? –
– Heinz Schneider. È questo il nome dello Scienziato Nazista che è fuggito dalla Base qualche giorno fa… Con i progetti della Bomba Atomica. I nostri Servizi Segreti hanno miracolosamente intercettato un messaggio criptato e hanno individuato dove si è nascosto… –
– Dunque? –
– Il Dr. Schneider si trova nella Casa di Campagna di Goebbels, in una Zona semi-disabitata vicino Rheydt. Voi dovete andare lì, trovare Schneider e distruggere definitivamente la Bomba Atomica Tedesca! –
– Perché lo chiede a noi? Perdio, che l’MI6 non sia in grado di svolgere questo lavoro? –
– A tempo di guerra, i servizi segreti si riempiono di incompetenti e principianti. Mi servono mercenari esperti per questo tipo di lavoro. –
– Ma noi non siamo mercenari… Siamo Liberi Professionisti! –
Dopo quel piccolo colloquio, George andò dai suoi compagni in Svezia (erano rimasti a riposarsi lì dopo il funerale di Nils).
– Questa volta abbiamo un compito molto difficile e ci servirà anche l’aiuto dell’Ellenico –
– Evvivaaa! – esultò Hippolytus.
– Nano, tu invece verrai messo in uno zainetto e verrai trasportato dalla Collina (Conrad) –
– Vai al diavolo. – rispose Lenderd.
Spiegò la faccenda ai suoi compagni. La sera stessa, presero l’aereo per andare in Germania.
Il viaggio notturno fu tranquillo; purtroppo però, proprio all’alba, ci fu il primo intoppo…
Arrivarono tre caccia della Luftwaffe.
– Ci mancava solo questa! – gridò Conrad.
L’aereo della F.I.G.A. non disponeva di armi, dunque Lenderd venne preso e scaraventato contro un caccia. Essendo piccolo, riuscì facilmente ad aggrapparsi e ad entrare nella cabina di pilotaggio con un piede di porco, dove gettò il pilota nel vuoto e si mise al posto di esso. Ma i restanti caccia, al posto di mirare a Lenderd, mirarono all’aereo principale che trasportava tutti; dopo che il Nano abbatté un aereo, l’ultimo pilota rimasto riuscì a distruggere un’ala del trasporto della F.I.G.A.
– Siamo fregati! – imprecò Yago, che questa volta non si era portato la sua barca – Prendete i paracaduti, dobbiamo scappare! –
Mentre Lenderd tentava di colpire quest’ultimo caccia, i sette evacuarono dall’aereo. Fortunatamente, atterrarono tutti vivi e anche l’ultima minaccia venne distrutta.
– Dove siamo atterrati? – domandò Hippolytus, una volta che furono tutti riuniti.
– Da qualche parte, nel cuore della Germania Nazista. Dobbiamo continuare a piedi verso ovest. – disse George.
– Probabilmente siamo nei pressi di Dortmund. Sono stato spesso in queste zone da giovane. – dichiarò Götz.
Proprio in quel momento, si stava avvicinando un furgone guidato da un membro della Gestapo. Gli otto uomini rimasero immobili.
– Diamine, questo posto brulica di Nazisti! – osservò Lenderd, aggrappato alle spalle di Conrad (trovava umiliante essere infilato dentro uno zainetto).
– Forse perché siamo in Germania… Perdio, smettetela di sparare cazzate e tacete! – si innervosì George.
Il furgone era a dieci metri da loro.
Una volta vicino, il membro della Gestapo cominciò a fare domande. Lo Scozzese si accese una sigaretta e si tastò la cicatrice; poi, in modo fulmineo, prese lo Sten e crivellò di piombo il nemico.
– Adesso gettate il cadavere a terra e salite tutti nel furgone! –
Così fu fatto. Dopo una giornata di viaggio, si resero conto di essere vicini alla meta.
– Maledizione! Ci vorrà una vita prima di trovare questa casa di campagna a Rheydt! – osservò Abbondanzio.
– Probabilmente hai ragione, o probabilmente no. Setacciate la zona, voglio tornare a Londra vittorioso entro stasera! Se trovate Schneider, fate un fischio e verrò col furgone in vostro soccorso! – ordinò George.
George si mise a cercare da solo. Yago, Götz e Abbondanzio andarono insieme, come anche Conrad e Lenderd. Nikolaj invece fu costretto ad andare con Hippolytus.
– Ehi, Piromane! – disse Hippolytus ridendo – Se un negro e un bianco si gettano da un palazzo, chi arriva prima a terra? –
– Tu arrivi prima, se non ti stai zitto! – rispose Nikolaj.
Dovettero passare quattro giorni (cercando anche la notte) per trovare il nascondiglio di Schneider. Prima di allora, le uniche cose che erano riusciti a trovare erano una fabbrica di tappi della Volkswagen e una Casa di Tolleranza quasi abbandonata (ma comunque con abbastanza merce da poterci trascorrere un bel paio d’ore).
Stavo dicendo? Ah, sì. Il nascondiglio del Dr. Schneider fu trovato proprio dal drappello di Götz, Abbondanzio e Yago verso le cinque del pomeriggio.
– Ecco la casa! C’è un cartello giallo con una scritta nera. Dice “Proprietà di Joseph Goebbels”. – spiegò Götz – Entro io per primo. Voi mi seguirete dentro dopo sessanta secondi esatti, sessanta secondi! Bombarolo, se questo è il posto giusto tu andrai a chiamare lo Scozzese. –
– D’accordo – obbedì Abbondanzio.
Dopo cinquantanove secondi, i due entrarono nella casa. Trovarono Götz con la Katana in mano, poiché aveva trovato una botola nel pavimento, nascosta sotto un tappeto.
Una volta aperta, scesero tutti e tre le scale. Dopo svariati gradini, si arrivò a una porta.
La aprirono con cautela. La stanza era illuminata da una lampada fioca e c’era un tavolo da lavoro pieno di fogli, con un uomo seduto che lavorava.
– E voi chi siete?! – domandò sbigottito l’uomo, dopo qualche secondo di silenzio.
– Mi chiamo Jerda e non è con le chiacchiere che uscirai da questa merda – rispose Götz – Tu, piuttosto, chi sei? –
– Il mio nome è Heinz Schneider e ti conviene non avvicinarti! – a quanto pare, avevano trovato lo scienziato che cercavano.
– Ma davvero? E cosa ci fa uno come te nascosto in una villetta sperduta, appartenente a Goebbels? –
– N-Non faccio niente! Ve lo giuro! M-Mi nascondevo dai… Bombardamenti Americani, e… –
Abbondanzio si avvicinò al tavolo da lavoro e prese in mano (anche se non aveva le mani) alcuni di quelli che sembravano i progetti della Bomba Atomica.
– Ehi, Spadaccino! – esclamò esso – Sono questi i progetti della Bomba che cercavamo! –
– Perfetto! Va’ a chiamare George. E dopo fai venire anche il Piromane, ci sarà un bel falò! – ordinò Götz. Abbondanzio se ne andò correndo.
– No, fermi! Bastardi! Non potete distruggere il lavoro di una vita! – gridò Heinz, ancora spaventato.
– Piuttosto, perché la Germania non ha ancora cominciato a costruire la Bomba, visto che ha tutti i progetti completi? –
– Mentre fuggivo dalla Base 211 ho perso alcuni documenti minori, che adesso sto tentando di rifare e perfezionare… Ma era solo questione di mesi! –
– Okay, bene. Il mio capo sta arrivando qui e quando arriverà sarà per te la fine, poi gli Alleati lanceranno una Bomba Nucleare a Berlino e bye bye Germania! – disse Götz, tradendo anche un po’ di compassione per la propria nazione; vedendo la faccia di quel Nazista, però, anche quella piccola scintilla di compassione scomparve.
– Ssh, silenzio! C’è qualcuno al piano di sopra! – esclamò Yago.
Era vero. Si sentirono dei passi proprio sopra le loro teste.
– Chi è?? – domandò lo Spadaccino allo scienziato, puntandogli la Katana alla gola.
– Diamine… Forse è Goebbels, Herr Doktor! Proprio adesso doveva venire a fare dei controlli?? –
– Non fiatare, non dire una parola oppure ti taglio la gola. – lo minacciò lo Spadaccino.
– Silenzio! – disse il Marinaio.
La botola si aprì: qualcuno stava scendendo le scale.
Un silenzio di tomba calò nello studio di Schneider mentre i passi si avvicinavano. Götz era allerta e pronto ad uccidere il gerarca Nazista.
Suspense.
I passi adesso erano vicinissimi.
La porta si aprì.
Una gamba mise piede dentro la stanza.
Götz con uno scatto velocissimo apparve alle spalle di Goebbels e lo tagliò perfettamente in due all’altezza dello stomaco, senza vedere in faccia se fosse davvero lui.
La parte superiore del corpo del Nazista cadde con la faccia rivolta a terra.
– Sì, merda, sì! Hai tagliato in due Goebbels, diamine! Sei stato grandissimo!! – esultò Yago.
Schneider scoppiò in lacrime mentre i due membri della F.I.G.A. si abbracciarono per la gioia.
Ma appena Götz girò il corpo per vedere il volto del gerarca appena morto, ci fu un colpo di scena. La persona che aveva appena ucciso, infatti, non era Goebbels…
[spoiler]ERA ADOLF HITLER IN PERSONA![/spoiler]
Nessuno dei tre in quella stanza riusciva a crederci. Aveva appena tagliato in due Adolf Hitler!
– Tu… Arschloch! Hai appena ammazzato il Führer! Era solo venuto a farmi una piccola visita a sorpresa… Maledetto! – gridò Schneider.
– Sempre meglio di morire crivellati, in un cinema in fiamme, dall’Orso Ebreo. – disse Yago.
Götz non riusciva ancora a parlare per l’emozione. Poi però si accorse di quello che era successo: Hitler era morto.
Proprio in quel momento arrivarono George, Nikolaj e Abbondanzio, che era sudatissimo.
Il Piromane portò tutti i progetti fuori e li bruciò in pochi secondi, mentre George osservò il corpo di Hitler e rimase colmo di sgomento.
Ma Schneider aveva ancora un’altra carta da giocare…
La Seconda Guerra Mondiale era forse terminata!
Uscirono dalla Casa.
– D’accordo, avete vinto voi. Ma non fuggirete vivi da qui, il Führer sarà vendicato! –
Così, lo scienziato premette un pulsante rosso nel suo polso e, dal nulla, sbucò fuori un nemico creduto ormai morto: il Superuomo!
– Cosa?! È ancora vivo?! – gridò George – Credevo fosse esploso in Antartide! –
– Lui è (quasi) indistruttibile! L’ho progettato per difendere la Bomba Atomica e lo farà fino alla morte! –
Quel mostro era ancora senza la testa.
– Muahahahaha! – disse Schneider – Adesso morirete tutti, e io potrò finalmente… –
Non finì la frase, poiché George gli piantò una pallottola in testa uccidendolo.
– Perdio, cominciavo a non sopportare più la sua voce… Adesso occupiamoci del Superuomo! Abbattiamolo una volta per tutte! – incitò lo Scozzese.
Abbondanzio era però rimasto senza bombe, poiché la sera prima, essendo annoiato, le aveva usate per uccidere alcune formiche.
Il nemico cominciò a prendere a pugni George, che sicuramente si ruppe anche qualche costola. George schivò un colpo, e lo colpì ripetutamente col suo Sten, ma niente da fare. Allora da dietro arrivò Götz e gli saltò di sopra, tentando di bloccargli le braccia. Poi, una volta caduto a terra, impugnò nuovamente la Katana strisciando, mentre George e Abbondanzio distraevano quella bestia. Non avendo più abbastanza forze, prese la mira e lanciò la sua spada verso il colosso: gli tagliò totalmente il braccio sinistro. Il Superuomo urlò per il dolore, poi afferrò la Katana e la spezzò.
– Noooo! – gridò lo Spadaccino.
Anche Nikolaj e Yago tentarono di affrontare quel mostro, ma Nikolaj si ruppe addirittura una gamba sbattendo contro una roccia.
Tutti erano per terra, tentando invano di rialzarsi.
– Ho paura… George! È finita… Ho paura di morire! – esclamò il Piromane.
– Non aver paura della morte, figliolo… ma abbi paura della vita! – rispose George in fin di vita.
E fu in quel momento che arrivò Conrad.
Ci furono attimi di sguardi.
– Lasciatelo a me! – disse infine.
Il Superuomo era molto più grande e potente, ma la Collina gli saltò addosso e lo bloccò. Poi, lo gettò a terra e lo tenne fermo, ma il nemico si liberò dalla morsa e, una volta rialzatosi, gli lanciò un macigno, che Conrad schivò ferendosi. Il francese passò nuovamente all’attacco, ma fallì e per poco non ci rimaneva secco. Infine, prese un frammento della Katana e, non avendo ormai più niente da perdere, con uno slancio gli squarciò il petto. Poi, con uno sforzo sovrumano, glielo aprì e gli staccò il cuore a mani nude.
Il Superuomo morì, finalmente. I membri della F.I.G.A. rimasero in silenzio e chiamarono un elicottero.
– Come sarebbe a dire che quello che abbiamo ucciso non è il vero Hitler?! – gridò infuriato George.
Lui e Churchill stavano di nuovo seduti da soli uno di fronte all’altro.
– Beh, ecco… Hitler per non farsi prendere da noi Alleati non esce mai di casa. Per le sue commissioni e i suoi lavori, si serve di alcuni sosia identici a lui. Manda i suoi sosia persino per prendersi un caffè al Bar o per comprare il giornale. In questo caso, ha mandato un suo sosia per vedere come procedeva la progettazione della Bomba Atomica, il quale gli avrebbe fatto un rapporto una volta tornato a Berlino. – spiegò Churchill – Quindi, con tutte le probabilità, il vero Hitler è ancora vivo e vegeto buttato in qualche Bunker segreto. –
– Ma allora è stato tutto inutile… –
– No. Avete bruciato i progetti, è questo quello che conta. E visto che avete completato la missione, riceverete ben 8.500£ l’uno, come promesso! –
George e il Primo Ministro si salutarono affettuosamente.
La parte superiore del finto Hitler, ucciso da Götz, venne appesa nella stanza principale della F.I.G.A. come ricordo di quella fruttuosa missione.
Abbiamo visto quanto si è spinta oltre la follia della Germania Nazista. Ma la vera domanda è: e se i Tedeschi avessero lavorato anche ad altri progetti, molto più pericolosi della Bomba Atomica?
FINE 1944 (Parte II)
Nel prossimo episodio: Le Avventure della F.I.G.A. – 1958 (sperando che io riesca a fare un racconto più breve).