Immaginatevi di essere a casa vostra, sbracati dopo una dura giornata di lavoro. “Caro” dice la vostra fidanzata “dobbiamo andare a comprare il vino per stasera.” Riconoscete subito il plurale imperativo usato dalla vostra ragazza, quindi vi ricomponente e scendete in strada.
Nel vialetto vi attende la vostra rombante auto elettrica. Guardate con disgusto gli sfigati che si affannano con le loro rumorose e puzzolenti auto a carburante, balzate alla guida e silenziosi vi immettete in strada verso la più vicina enoteca.
Una scena così l’abbiamo vissuta tutti no? Io stesso ho una Tesla Roadster Sport 2.5 nel vialetto davanti a casa mia (è del vicino).
Ma cambiamo un attimo il contesto. Casa vostra è una villetta nella periferia di Londra, la vostra ragazza è una signorina per bene che veste con l’austera quanto sensuale moda vittoriana e in strada, oltre alla vostra auto, ci sono anche delle carrozze.
Eppure tutto il resto sarebbe uguale.
È il 1884, mancano ancora due anni prima che la prima auto a benzina venga costruita e l’auto elettrica sembra il mezzo destinato a cambiare la mobilità per sempre.
Vapore, Benzina e Elettricità
Ebbene sì, l’auto elettrica è antecedente all’auto a benzina. L’800 è stato il periodo dell’energia. Durante il secolo tre grandi forze si sfidarono per avere il controllo delle strade: il vapore, la benzina e l’elettricità.
Vapore
Il vapore partiva favorito: la prima auto a vapore era del 1769, il famoso carro di Cugnot la miglior auto per un gentiluomo imbellettato che volesse andare a donzelle il sabato sera, facendo fischiare la valvola di sfogo davanti alle sale da ballo per insegnare il rispetto ai rimasugli di un’altra epoca che ancora si spostavano in carrozza, e loro muti o volavano fiorettate in faccia. Tra l’altro il carro di Cugnot vinse il premio per il primo incidente automobilistico della storia.
La tecnica progredì rapidamente (progredire è un modo di dire, nulla batte in eleganza il buon vecchio carro di Cugnot) nel 1858 arrivarono in Inghilterra le prime auto a vapore commerciali. Agli inizi del 1890 le auto a vapore avevano motori ad avviamento “rapido” triciclo e quadriciclo.
Nel 1900 le auto a vapore furono sviluppate principalmente negli USA dove conobbero il loro periodo d’oro. Nel 1906 la Stanley Rocket sgommava potente guadagnandosi il record di velocità su strada: 205 km/h (levata di bombetta al coraggioso pilota Fred Marriot).
Benzina
La prima auto a benzina apparve invece, come tutti ben sappiamo, nel 1886 ad opera di Benz. Famoso rimane il viaggio di sua moglie nel 1888 per dimostrare l’efficienza dell’auto del marito, un viaggio di 100 km non privo di imprevisti tra carburatori bloccati, freni rotti, catene spezzate e tante altre disavventure, ma nulla che una donna vittoriana a bordo di un trabiccolo tedesco non potesse affrontare.
Ma, sul finire del ‘800 l’auto a benzina era la meno considerata, aveva un avviamento complesso, faticoso e pericoloso, traballava, vibrava e faceva un sacco fumo puzzolente e consumava in maniera imbarazzante: roba per il proletariato insomma (che comunque non aveva soldi per comprare auto).
Elettricità
Infine le auto elettriche.
Questo prodigio della tecnica vittoriana si deve a un valente nerd ingegnere Thomas Parker, già famoso per aver elettrificato la rete metropolitana di Londra e lavorato a un sistema di tram elettrici per altre cittadine inglesi.
In realtà Thomas era uno avanti con i tempi (con i tempi intendo pure i tempi attuali visto che, ad esempio, si batteva per l’adozione del sistema metrico decimale).
Le auto elettriche ebbero un successo strabiliante, erano silenziose, si avviavano subito (non necessitavano di manovelle o caldaie in pressione) non avevano sobbalzi o tremori strani.
Tutte cose che la controparte a benzina non poteva vantare, al punto che si vendevano kit per trasformare la propria puzzosa auto a benzina in una rombante auto elettrica con cui far girare la testa alle signorine per bene.
Un censimento delle auto presenti a New York, Boston e Chicago del 1900 ci riporta l’impietosa verità: su 2370 veicoli che sfrecciavano tra le strade americane 400 erano a benzina, 800 a elettricità e 1170 a vapore.
La situazione sarebbe andata ancora migliorando, nel 1905 erano attive ben dodici fabbriche che sfornavano auto elettriche che a quel punto avevano superato anche quelle a vapore come vendite.
Alla svolta del secolo c’erano per le strade circa 30.000 veicoli elettrici.
Il Declino
Le auto elettriche dell’800 soffrivano degli stessi problemi di quelle odierne: autonomia e tempi di ricarica. Come ai tempi odierni anche in quelli passati le batterie erano il punto debole di tutto il sistema.
Le prime batterie ricaricabili furono inventate nel 1859 (batterie a piombo acido) e il principio è rimasto immutato fino ai giorni nostri (ne avete una nella vostra auto). Erano grosse e poco efficienti ma costavano anche niente.
Le auto andavano a circa 22 km/h e avevano un autonomia inferiore ai 50 km.
Lo stesso Thomas Edison si occupò del problema e riuscì a migliorare la resa delle batterie fino ad avere autonomie di circa 160 km ma al costo di batterie enormi, pesantissime e molto delicate. L’epoca d’oro delle auto elettriche stava volgendo al termine.
Le auto a benzina iniziarono ad essere più affidabili con l’introduzione del radiatore, più silenziose grazie alla marmitta e più facili da mettere un moto grazie al motorino di avviamento.
Le auto elettriche non migliorarono le loro performance e, mentre il petrolio costava sempre meno, l’elettricità rimaneva ancora un bene di lusso.
Il colpo di grazia fu la Ford modello T.
Le auto elettriche declinarono velocemente, nel 1914 solo lì’1% delle auto prodotte era elettrico e da li a poco, nemmeno più quello.
Conclusioni
Le auto elettriche ebbero una seconda ondata di interesse negli anni ’40 quando lo sforzo bellico rese il petrolio costoso, ma durò poco. L’interesse si risvegliò negli anni ’70 a causa dei nuovi picchi del petrolio e infine oggi con il rinnovato interesse verso l’ambiente.
Ma i problemi non sono cambiati e le sfide sono rimaste le stesse: più rapidità di ricarica e più autonomia, altrimenti le auto a benzina saranno sempre più vantaggiose.
Ma tutto questo è un problema per altri ingegneri.
Per quello che mi riguarda, quando mi avvicino a una Tesla Roadster Sport 2.5 lucente e pronta ad aggredire la strada, mi tocco la bombetta e tributo un saluto silenzioso a Thomas Parker.
Mi piacerebbe averlo al mio fianco e dirgli “guarda, ci avevi visto giusto, ma dopo più di 100 anni non siamo nemmeno ritornati ai livelli di quando c’eri tu”.
Probabilmente Thomas si farebbe una risata, prenderebbe il suo bastone da passeggio e si farebbe accompagnare al più vicino pub per fare due chiacchiere tra gentiluomini davanti a un buon brandy.
In tram ovviamente.
- What is the history of electric cars? (howstuffworks.com)
- World’s first electric car built by Victorian inventor in 1884 (telegraph.co.uk)
- The rise & fall of electric vehicles in 1828–1930: Lessons learned (PDF) (eee.hku.hk)