Diciamocelo, senza vergogna: anche a voi piace far scontrare nella vostra testa i vostri eroi preferiti per decidere chi è più forte. Hulk o La Cosa? Superman o Lanterna Verde? Goku o Vegeta?

Non ditemi che non l’avete mai fatto, perché non ci credo. Non potreste definirvi nerd se non aveste trascorso ore rinchiusi nella vostra cameretta a farlo compulsivamente, ossessivamente, fino a consumarvi, da soli o in compagnia.

Bene, qualcuno è andato oltre. Qualcuno ha deciso di raccontare questa storia.

Non solo la storia di chi è più forte di chi, ma la storia di qualcuno che, per l’appunto, ha passato una vita a chiederselo e che, per fortuna o purtroppo, finisce per trovarcisi letteralmente in mezzo. Il torneo dei tornei, una competizione in cui tredici superumani dai poteri straordinari si scontrano per il più ricco dei premi. E un improbabile protagonista, un collezionista di fumetti che spera di arrivare a fine giornata con la testa ancora sulle spalle.

L’autrice, direttamente da Toronto, Canada, è l’esplosiva Blake Northcott, il romanzo è Arena Mode, primo capitolo dell’omonima saga che, con oltre centomila copie vendute partendo da un progetto su Kickstarter, sta spopolando oltreoceano facendo colpo sui pezzi da novanta dei comics americani:

La serie Arena Mode, di Blake Northcott, mi ha catturato fin dalla prima pagina senza più lasciarmi andare. Racconta una storia nuova, vissuta da personaggi originali in un’ambientazione mai vista con uno stile inconfondibile. Ne voglio ancora, per favore!

Mark Waid, autore di Kingdom Come e Daredevil, serie vincitrice di un premio Eisner.

 

Blake Northcott è la più elettrizzante tra le nuove voci della narrativa di supereroi. La sua prospettiva sul genere è del tutto nuova. Francamente, ho ragione di credere che cambierà le regole del gioco

Mark Millar, autore di Kick Ass e Wanted.

 

La saga di Arena Mode, infatti, è in tutto e per tutto sintomo dell’inversione di tendenza di cui la cultura nerd sta godendo.

Certo, gli endorsement da soli dicono tutto e niente, ma in questo caso non sono senza motivo. La saga di Arena Mode, infatti, è in tutto e per tutto sintomo dell’inversione di tendenza di cui la cultura nerd sta godendo. Non più chiusi in casa a giocare a D&D, non più rintanati nelle fumetterie come carbonari, i nerd camminano a testa alta  perché sanno di essere diventati cool, e questo Blake Northcott lo grida in un megafono.

 

Di lei è pieno il web. Innumerevoli video, interviste per i siti più importanti e social network, vediamo questa bella ragazza bionda dispensare sorrisi e sarcasmo circondata da action figures e abbigliata con le t-shirt dei suoi fumetti preferiti, allegra, solare e orgogliosa del fatto che si sfonda di fumetti e con la sua passione ci lavora. Lo stesso Millar, infatti, l’ha voluta come sua collaboratrice e il suo nome si sta facendo strada nel giro. E non senza un motivo.

 

blake

Blake, infatti, non è solo carismatica. Blake è dannatamente capace. Arena Mode, infatti, funziona. Certo, per questioni di copyright i supereroi della major non ci sono ma gli archetipi, mai così lontani dall’essere stereotipi, funzionano alla grande. Il torneo all’ultimo sangue in cui si affrontano, non un semplice Mortal Kombat ma uno spettacolo in diretta mondiale che non risparmia frecciate al vetriolo alla società contemporanea, non è un mero espediente ma un motore narrativo di grande potenza che riesce a gestire personaggi reali e tridimensionali nella migliore delle maniere nonostante essi siano presenti in gran numero.

Blake Northcott scrive con il piede incollato sull’acceleratore e non si limita a creare scene d’azione tra le più epiche mai lette in un libro.

Arena Mode, va detto, è un page turner. Blake Northcott scrive con il piede incollato sull’acceleratore e non si limita a creare scene d’azione tra le più epiche mai lette in un libro. Il conflitto di fondo è solido, il protagonista è un collezionista di comics con cui viene naturale immedesimarsi e il lettore è praticamente costretto a restare con le chiappe incollate alla sedia fino all’ultima pagina.

 

Certo, in Italia i romanzi di supereroi non sono conosciuti e l’argomento potrebbe sembrare addirittura improbabile per un libro non a fumetti, sembra quasi un’eresia affermare che con i supereroi si possa fare letteratura ma, in un periodo come questo in cui manga e comics, giochi di ruolo, anime e cosplay sono entrate a far parte della cultura popolare del nostro paese senza limitarsi ai giovanissimi, questo non è che un altro muro da abbattere, e Blake Northcott lo fa con la delicatezza di un ariete.