Dal buio attorno a lei permeava un solo rumore.

TUM TUM…TUM TUM…TUM TUM…

Il cuore le batteva come un tamburo nel petto costringendola ad un respiro quasi affannoso.

“Ora calmati, ora calmati, ora calmati”

Continuava a ripetersi nella sua mente come un mantra.

Pareva però che quelle parole sortissero l’effetto contrario, decise così di riaprire gli occhi.

Tutto era pronto e ben sistemato di fronte a lei e questo la rassicurava.
Cominciò così a ripassare mentalmente la lista di tutto il nécessaire.

“matita, c’è
gomma, pure
fogli, ci so… no aspetta dove sono? Ah eccoli”.

Con un sospiro di sollievo estrasse un quadernone ad anelli dalla borsa e lo aprì.

Tutti gli appunti che si era scritta cominciarono a scorrerle sotto i suoi occhi mentre frettolosamente e con mani incerte girava le pagine.

<Swingman?>

Senza neanche essersene resa conto vuotò il bicchiere che le era comparso davanti, accorgendosi all’ultimo di quello che aveva trangugiato, “…birra… poco male, magari mi calmerà un po’…”

<Swingman?>

Si rese conto che le gambe stavano ballando senza il suo consenso e solo dopo un notevole sforzo mentale riuscì a fermarle.

<SWINGMAN?>

Finalmente si rese conto che tutti non solo stavano aspettando lei ma la stavano anche osservando con sguardi che miscelavano, in dosi variabili, incredulità e divertimento.

A partire dal collo e fino ad arrivare alle guance, si sentì immediatamente avvampare dall’imbarazzo per la figuraccia.

<allora “Swingman” cosa fai?> le domandò la persona davanti a lei.
<ehm…> prese tempo

“ecco, mi sono persa cosa mi ha chiesto, cosa faccio? Improvviso!”

<faccio un tiro sulla percezione!> riuscì ad esclamare cercando di leggere sulle facce davanti a lei se quella era stata o meno una buona mossa.

<beh allora lancia…> disse il DM senza cercare di nascondere un fondo di insofferenza.

<ah si!> cominciò a cercare con furia il dado giusto

“d8 no, d6 no, d4 nemmeno, d100? Si! No, no ma che dico? Trovato!”

Tirò fuori dall’astuccio un dado a 20 facce di colore nero e con screziature che tendevano al rosso, passando per il bianco e per il viola.

Le sembrava di avere una piccola galassia nel palmo della mano, anzi ne percepiva tutto il potere intrinseco.

Scosse con vigore la mano chiusa a pugno per alcuni istanti attendendo quello giusto, solo allora lanciò ed iniziò a pregare…

Il dado dopo un piccolo balzo cominciò a rotolare rumorosamente sulla tavola di legno.

Tutto attorno era calato il silenzio, ora tutti erano in attesa di vedere quale sarebbe stato il numero.

Dopo alcuni attimi che le parvero infiniti, il d20 smise di girare.
Sulla faccia svettava fiero un bellissimo 20 di colore bianco.

Il numero perfetto! nulla poteva resistere ad un tiro del genere!

<si cazzo!! 20!!> esultò rischiando quasi di cadere dalla sedia sotto gli sguardi increduli dei partecipanti.

<cosa vedo?> disse pregustando già ricchi bottini nascosti, scrigni strapieni di gemme preziose o artefatti magici.

Alzando lo sguardo si accorse che era comparso un quadernone che schermava la vista dei giocatori, il DM si era rintanato dietro al suo separé per tirare i dadi su misteriose percentuali.

<nulla…anzi no, vedi uno specchietto> rispose con fare leggermente sornione dopo aver fatto capolino dalla barriera.

“come nulla? Non è possibile! Ma certo, sarà di sicuro uno specchietto magico e rarissimo!!”

<è uno specchietto magico e rarissimo?> chiese sorridendo fino quasi a ridurre gli occhi a due fessure.

Il DM per tutta risposta ritornò dietro le quinte facendo sentire al gruppo solamente dei dadi che venivano lanciati, quando il rumore cessò tirò su il capo e la guardò.

<no, è uno specchietto>…