Capitolo 5.

I

Driiiiiiiiiiiin! Il telefono sulla scrivania cominciò a squillare.

Con la mano sinistra afferrò la cornetta e rispose.

“Certo. Sì… Ovviamente professore. Non si preoccupi le ho detto. È andato tutto secondo i piani… Sì, l’hanno visto tutti. Funzionerà, si calmi, funzionerà… Lo stavo proprio per fare. Mi mandi i nominativi per l’iscrizione. Arrivederci.”

Stancato dalla mattutina apprensione del suo timoroso collega aprì il browser internet e attese la e-mail. Dopo due minuti, sei secondi e ventinove decimi una piccola icona rossa pose fine alla sua attesa. La cliccò e aprì il messaggio.

Studiò per ben trentaquattro minuti quelle serie di nomi, numeri e indirizzi. Quelle tabelle contenevano la sua prossima vittima. Il prossimo monito per l’intero ateneo.

Leonardo, Leopoldo, Lionel, Lino, Luca. No, basta uomini, decise. Spostò il cursore sulla destra e fece scorrere verso il basso la pagina fino ad arrivare al simpatico, quanto inopportuno, cuoricino rosa che il professore aveva posto prima dell’inizio dei nominativi femminili. Rise.

Mentre scorreva la tabella relativa alle ragazze, un nome catturò la sua attenzione, un nome antico. Sì, perfetto. Quale altro nome più perfetto e simbolico di Maria. Subito si rattristò pensando a come nessuno avrebbe mai avuto l’acutezza di cogliere il riferimento teologico.

Aprì il portale dell’università ed inserì nella ricerca il cognome e il nome della sua nuova preda. Ad ogni lettera del nome sentiva il battito della vena giugulare della sua vittima sui polpastrelli. Quanto tempo hai sprecato Maria.

Chiusa la e-mail si avviò verso l’armadio alla sua sinistra e tirò fuori la ventiquattrore contenente il necessario per le lezioni del martedì. Subito prima di quella del mercoledì e subito dopo quella del lunedì, la cartella del giorno era molto elegante, di pelle nera, con una grande fibbia argento a scatto sul davanti. Aprì per controllarne il contenuto, anche se sapeva già che ci avrebbe trovato tutto l’essenziale per la giornata che lo attendeva.

Scendendo lungo le scale mobili ripassava nella mente l’impresa che lo attendeva quella stessa notte. Ripassò mentalmente il volto della ragazza. Magra, bionda, con occhi castani e un viso affusolato. Una spolverata di lentiggini condiva il volto regalandole quel non so che di innocente. Sarebbe stato più semplice quella notte. Era una ragazza minuta, e abitava al residence dell’ateneo. La sua tana.

[…] #FuoriCorso