Secondo Wikipedia il Botswana, ad essere precisi detto anche ufficialmente Repubblica del Botswana, è uno Stato dell’Africa del Sud. Confina con il Sudafrica a Sud, la Namibia ad Ovest, lo Zambia a Nord e lo Zimbabwe a Nord-Est; non ha sbocchi sul mare.
Lo stato è vasto 581.730 km² ed è abitato da 1.640.115 abitanti con una densità di 2,7 ab/km². La lingua ufficiale è l’inglese, ma è molto diffuso il Tswana, lingua del popolo omonimo, che ha lo status di lingua nazionale. Col nome di Bechuanaland fu protettorato britannico fino al 1966, anno in cui ottenne l’indipendenza.
E fin qua la storia non fa una piega! Individuato geograficamente il luogo in cui ci troviamo (usando un francesismo: in culo al mondo), vorrei sottoporvi questa curiosa quanto inaspettata notizia che ho scoperto.
Per i meno anglofoni di noi il titolo si potrebbe tradurre come
“I Cowboy metallari del Botsawana”
Quando pensiamo alle parole cowboy e/o metallaro il nostro immaginario comune ci rimanda immediatamente a personaggi dalle fattezze caucasiche e a gruppi che ne hanno fatto la storia come Black Sabbath, Iron Maiden, KISS o più recentemente gli sdoganati Metallica (no, St. Anger ≠ Metallica!)
Ma torniamo a noi!
Nel 2008 il fotografo sudafricano Frank Marshall stava accompagnando un gruppo metal del Sud Africa per un concerto a Gaborone , capitale del Botswana che ricorda:
Arriving at the small nightclub venue where they were to play, I was greeted by leather-clad Botswanan metalheads. Said metalheads had given themselves names like ‘Dead Demon Rider’, ‘Coffinfeeder’ and ‘Ishmael Phantom Lord’. As the metal scene in South Africa is mainly white, I was immediately fascinated and thrilled by the small, tight-knit subculture that had grown up in the country.
Nel 2009 Marshall tornò per fare dei metallari del Botswana il focus della sua tesi di laurea in fotografia . Marshall chiamò questo suo progetto Visions of Renegades, le cui foto mostrano un mondo che è allo stesso tempo familiare ed estraneo a chi di questo mondo musicale ne fa parte.
Riporta sempre Marshall:
The costumes are like an arms race amongst the scene members,” says Marshall. “There’s a competition between them to see who can look the most brutal. When I was in Botswana, I was carrying around a few of the previous metaller portraits I’d done. The locals admired the guys in them. But they also felt compelled to raise their sartorial games.
L’immagine (molto old-school) che ci arriva nel vedere le foto è presa a piene mani da un mix di look biker e cowboy (dovuto anche al fatto che molti di essi lavorano nelle fattorie), ma una perfetta sintesi di questo stile la troviamo nella copertina dell’album Ace Of Spades dei Motorhead.
Mosaka, bassista della band Overthrust spiega:
Metal is given very extreme respect and great dignity in Botswana. A metal gig here is like a religious ritual among the metallers, they become very, very delighted or even crazy sometimes whenever there is an upcoming gig. They will spend weeks preparing their leather pants, boots and other metal attire – it’s like they are preparing for war! When the time to gig has arrived, they will make a straight line, move at the same pace, same step, quietly and gently marching to the gig. It’s like they are robots or their spirits are possessed by machines.
Uno dei gruppi emergenti a livello internazionale da questa scena sono gli Skinflint, in cui militano i fratelli di chiara origine africana Giuseppe e Alessandra Sbrana.
A dirla tutta il sound non è malaccio, ho sentito di peggio (St. Anger!)
via Vice