Un piccolo pianeta in un sistema solare tutto da esplorare, un centro spaziale dotato di tutto il necessario per sollevarsi da terra, un gruppo di validi kerbonauti e quel pazzoide di Jebediah: dei sempici ingredienti da cui può nascere una spettacolare avventura spaziale!
Sono rimasto piuttosto colpito quando ho notato che su Lega Nerd nessuno ha mai parlato di KSP, che magari non sarà un simulatore ultrarealistico alla Orbiter, ma che di sicuro è ben più di un semplice gioco. Quindi mi son detto: “Bando alle ciance, vediamo di far capire a questi nerd cosa vuol dire schiantasi su Mün!”.
Un po’ di presentazioni: Kerbal Space Program è sviluppato dalla Squad (un team mooolto particolare) a partire dal 2011.
È un simulatore/gioco in stile sandbox, in cui è disponibile uno svariato numero di componenti (motori, serbatoi di propellente, ruote, ali, strumenti scientifici, paracadute, batterie, separatori, etc…) per poter assemblare il proprio lanciatore o il proprio aeroplano, per poi pilotarlo dove più ci piace.
Nel gioco siete voi a progettare, costruire e pilotare la vostra astronave!
Tutto qui. Davvero? No! KSP è un gioco in continuo sviluppo, questo vuol dire che viene periodicamente aggiornato con nuove features.
Attualmente, dalla prima versione (la mitica 0.7.3) siamo arrivati un mese
fa alla 0.22, e la 0.23 è già in fase di sviluppo!
Il gioco
Lo scopo del gioco è semplice: creare e gestire il proprio programma spaziale, progettando e costruendo le proprie astronavi e pilotandole alla conquista dello spazio!
Per farlo, sono disponibili due modalità: sandbox e carriera.
Nella modalità sandbox sono disponibili fin dall’inizio tutte le componenti, quindi volendo è subito possibile andare a farsi un giro intorno al globo su un aereo supersonico, assemplare una stazione spaziale in orbita, o raggiungere Jool e cercare lo Space Kraken (di cui parleremo più avanti…). Non ci sono obbiettivi ufficiali, a parte quelli che vi ponete voi.
Nella modalità carriera (finalmente inserita nella 0.22), invece, si comincia con pochissimi pezzi, sufficienti ad assemblare un razzo con cui riuscire ad arrivare in orbita (cosa non sempre molto facile…)
Il resto della tecnologia viene “inventato” tramite il settore Research & Development, dove si convertono dei Punti Scienza in nuove tecnologie che vanno a formare il TechTree.
Questi punti vengono accumulati nel corso del gioco compiendo analisi scientifiche sull’ambiente, raccogliendo campioni di terreno dai pianeti, trasmettendo i rapporti dei kerbonauti.
Il gioco supporta molte mod, tutte il risultato del lavoro della ricca community e tutte ufficiali, che possono essere utilizzate per cambiare l’interfaccia o per introdurre nuovi pezzi: in questo modo potete ricostruire lo Space Shuttle o ricreare la missione dell’Apollo 11, o semplicemente rendere ancora più fighe le vostre creazioni.
L’ambiente di gioco
Il gioco sotto certi punti di vista è abbastanza realistico: utilizza una meccanica kepleriana, ovvero la fisica dei due corpi, con l’aggiunta del metodo delle sfere di influenza e delle patched conics per i viaggi interplanetari.
Non avete capito un’acca? Non importa. Non sono necessarie conoscenze avanzate di meccanica orbitale o di scienza dei razzi per potersi godere il gioco: la parte più divertente di tutto è proprio testare sulla rampa di lancio i parti della propria mente, sperando ardentemente che il tutto non salti in aria con molto dispiacere dei poveri Kerbal a bordo (parlo per esperienza), oppure cercare di atterrare ovunque vogliate abbastanza delicatamente da lasciare integro almeno il 51% del vostro lander.
I controlli e le manovre orbitali sono facilitate da un’interfaccia grafica molto comoda e intuitiva, che permette di pianificarle ed in seguito eseguirle manualmente.
Una volta imparati i trucchi del mestiere e abituati ai comandi, trasferirsi da un’orbita all’altra diventa un gioco da ragazzi!
Nel gioco, e online, sono comunque presenti tutorial per familiarizzare con i comandi e imparare le basi della tecnica.
Quindi non preoccupatevi se, almeno le prime volte, i vostri razzi restano ostinatamente attaccati a terra, o esplodono senza apparente motivo!
L’unica pecca che possiamo attribuire alla fisica del gioco è l’aerodinamica poco realistica, ma il DevTeam ne è consepevole, e ha annunciato un nuovo modello aerodinamico per una delle prossime versioni.
L’universo di KSP
Il pianeta da cui cominciamo è Kerbin, una versione in miniatura della Terra: verdi praterie, deserti, catene montuose, fiumi, oceani e calotte polari. Kerbin possiede due satelliti naturali: Mün, con tanti crateri, molto simile alla nostra Luna, e Minmus, più piccolo e più lontano.
Su Kerbin è presente il nostro Space Center, dotato di una rampa di lancio, una pista di decollo/atterraggio, una stazione radar, gli ambienti dedicati all’assemblaggio (il Vehicle Assembly Building e lo Space Plane Hangar), il R&D e l’Astronaut Complex, dove alloggiano i nostri validi kerbonauti (a cui arriveremo tra poco…).
Kerbin è tutto da esplorare, sia per raccogliere esperimenti, sia per semplice soddisfazione personale, oppure per cercare degli easter egg di cui il gioco è disseminato: un disco volante schiantato al Polo, un monumento a Neil Armstrong su Mün, il sopracitato Space Kraken, che giace sconfitto su una luna di Jool, e molti altri ancora.
Raggiungere Mün per la prima volta (e tornare) è uno dei traguardi personali che non ti fanno affatto pentire di aver acquistato il gioco.
Per continuare il tour del sistema solare abbiamo: Moho, un analogo di Mercurio; Eve, simile a Venere, e Duna, simile a Marte, entrambi dotati di un satellite; Dres, una specie di grosso asteroide ispirato a Cerere; Jool, un gigante gassoso di un verde brillante con quattro lune, di cui una dotata di atmosfera (viene voglia di portarsi dietro un aeroplano, no?); e per finire Eloo, un lontano planetoide ghiacciato per la cui orbita può ricordare Plutone.
“Back in my days…”
Come direbbe chi ha conosciuto la prima versione del gioco, la 0.7.3, “ai miei tempi… Kerbin non aveva nemmeno la luna!”. È proprio vero: nella prima versione rilasciata, Kerbin non ruotava neppure (il sole era solo una fonte di luce fissa nel cielo), e il KSC era ridotto proprio all’osso! Il sogno di ogni kerbonauta era semplicemente quello di riuscire ad ottenere un’orbita completa.
In realtà, “comodità” come le docking port e i nodi di manovra sono state inserite solo nelle versioni più recenti.
I Kerbal
E per finire ci sono loro: quei simpatici omini verdi che sognano le stelle.
Sempre pronti ad avventurarsi nelle profondità dello spazio, rendono questo simulatore di volo un po’ meno serio e un po’ più accattivante.
Il gruppo di default è costituito dagli storici Bill, Jebediah e Bob Kerman (che nelle prime versioni costituivano l’unico equipaggio disponibile), ma avete una disponibilità illimitata di kerbals da arruolare nel vostro team.
Anche loro prendono parte personalmente alle missioni: potete comandarli durante le attività extraveicolari, che siano passeggiate nello spazio col jetpack o viaggi in rover (anche questi costruiti da voi) all’esplorazione di Duna.
Veniamo ora al membro più caratteristico del gruppo: Jebediah, il vero badass del gruppo, il tipo che, mentre Bill e Bob al suo fianco si disperano come dannati, si trova tranquillamente a proprio agio, e pensa anzi che la traiettoria diretta contro Mün possa essere corretta da un’ulteriore applicazione di boosters (come potete benissimo vedere sopra).
Note, fonti e link utili
Se la presentazione che ho fatto vi ha intrigato, cosa aspettate? Andate sul sito ufficiale o su Steam e acquistate il gioco! Il prezzo è molto conveniente (per adesso 27 dollari, circa 20 euro, anche se si trova spesso in saldo su Steam), anche se aumenta un poco ad ogni nuova versione (ma gli aggiornamenti per chi l’ha già acquistato saranno gratuiti).
Ancora perplessi? Sempre sul sito ufficiale potete scaricare gratuitamente una versione demo con cui farvi un’idea del gioco, oppure potete guardarvi i video realizzati da alcuni degli utenti più attivi della community, come i tutorial di Scott Manley.