L’Illusionista è un film d’animazione realizzato in collaborazione tra Francia e Inghilterra, uno dei candidati agli Oscar come miglior film d’animazione del 2010. La sua natura è molto particolare poiché è basato sulla sceneggiatura del mimo, attore e regista Jacques Tati che scrisse il testo nel 1956.
Il materiale è rimasto inedito fino al 2010, appunto fino alla realizzazione del film da parte di Sylvain Chomet che ne ha curato gran parte degli aspetti: la regia, la sceneggiatura, il montaggio e la musica.
Realizzazione
Lo stile francese è davvero forte in questo film: dalla scelta musicale alle tinte tenui e acquarellate degli scenari.
Ottima integrazione del 3D nell’animazione tradizionale: tutte le vetture e la maggior parte delle porte e ante sono realizzate in 3D e non lo si nota all’inizio, anche se verso la metà del film è un elemento tanto presente da mostrare qualche pecca e limite. L’uso peggiore del 3D nel film è senz’altro il volo d’aquila sopra la città che vediamo verso la fine. Tra l’altro, data la scelta di regia che è stata fatta sul film, non aveva nemmeno molto senso come scena.
Le inquadrature infatti sono sempre molto statiche e distanti, capita molte volte di desiderare un primo piano di qualche personaggio per coglierne l’emotività e potersi immedesimare, ma non ce n’è neanche uno! Scelta probabilmente fatta per dare risalto ai movimenti del corpo, essendo il copione basato sul soggetto di un mimo.
L’animazione è molto ben curata, ma non eccede mai oltre il limite del reale: niente espressioni caricaturali, niente movimenti non realistici, nessuna deformazione. Tanto che viene da chiedersi perché non abbiano realizzato il film in ripresa invece che in animazione. Gli unici pro evidenti che si trovano per l’uso dell’animazione sono un paio di comparse con forme molto caricaturali. Di contro invece abbiamo che una cura così elevata dell’animazione ha portato ad una riduzione del dinamismo del tutto. Contro di peso come vedremo tra poco.
Storia
La storia ha un messaggio di denuncia sociale. Come tipologia ricorda un po’ (me lo si passi) Tempi moderni: situazioni mimate che provocano il sorriso, ma che alla fine lasciano l’amaro in bocca per il messaggio di denuncia sociale. Non per nulla la sceneggiatura è stata scritta da un mimo nel 1956!
Purtroppo con la riduzione del dinamismo di cui abbiamo parlato, abbiamo che i pezzi di vero mimo, davvero godibili, si contano sulle dita: come un mago che non sapendo quando dovrà entrare in scena continua a preparare e smontare i trucchi dietro le quinte.
Salvo queste situazioni la storia provoca qualche sorriso qui e li, espediente tuttavia non sufficiente a mantenere l’attenzione del pubblico che finisce per segue il primo quarto d’ora cercando di capire dove vuole portare la storia, ma poi getta la spugna assistendo alle scene che si susseguono piatte, quasi senza soluzione di continuità, fino alla fine in cui con gli ultimi 5 minuti la storia tira finalmente le fila del tutto dando il messaggio e il senso del percorso fatto.
Ha quasi l’aria di essere la storia per un cortometraggio diluita in un’ora e dieci.
Personaggi
Il protagonista maschile è stato fatto ricalcando le fattezze di Jacques Tati, l’autore della sceneggiatura, che compare anche in una scena in ripresa all’interno del film (un tributo dall’integrazione poco riuscita).
Mentre le comparse ricalcano sempre una macchietta, risultando così forse l’elemento più comico: dalla giovane band con le fans, alla cantante d’opera grossa come una botte, allo scozzese ubriacone.
Conclusioni
Tecnicamente ottimo sotto molti aspetti, ma nell’insieme ha l’aria di essere un’ottima bistecca farcita con un’ottima sacher: l’animazione che non vuole usare il caricaturale che avrebbe a disposizione arriva ad un risultato tecnicamente ottimo, ma non sufficiente a competere con un mimo dal vivo. La musica quasi assente e le situazioni tristi danno drammaticità senza riuscire ad alleggerire con le situazioni di mimo.
Sono del parere che se fosse stato realizzato 50 anni fa in ripresa sarebbe diventato un cult, ma per i giorni nostri, trovo che possa essere interessante solo per esperti del settore e come materiale di studio per i molti aspetti virtuosi.
Videorecensione VRUFAICss
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- L’illusionista (Wikipedia)