Negli scorsi mesi, nel caso ve lo siate perso, Curiosity ha esplorato un paio di crateri ed è finalmente arrivato alla “Yellowknife Bay” dove ha passato il Natale, in una zona ribattezzata per l’occasione “Grandma’s House”.
In particolare il rover si è mosso verso una depressione della “Yellowknife Bay” in cui si pensa potesse scorrere acqua molto tempo fa.
La scelta della zona non è stata casuale ma frutto della curiosità per un’anomalia dei dati; i satelliti infatti hanno rilevato che l’area si raffredda molto più lentamente del normale suolo e le immagini suggeriscono la presenza, nel passato, di acqua in movimento.
La vera sorpresa è stata, una volta arrivati, scoprire tracce della presenza di acqua diverse da quelle trovate finora.
La vera sorpresa è stata, una volta arrivati, scoprire tracce della presenza di acqua diverse da quelle trovate finora.
La zona infatti ospita rocce sedimentarie a grana fine diversamente dal luogo di atterraggio dove prevalevano granuli grossi. Le rocce sedimentarie osservate hanno bisogno di un ricircolo d’acqua per formarsi e quindi ciò richiede che per un lungo periodo di tempo su Marte l’acqua sia circolata attivamente.
Altra nota interessante di queste ultime attività è stata la fotografia di quello che la rete ha battezzato come “il fiore marziano”, un sasso che effettivamente ricorda la forma di un fiorellino.
Inizialmente questo ritrovamento ha destato stupore e panico perché si pensava fosse un pezzo di plastica che si era staccato dal rover, fortunatamente era soltanto una roccia strana e non un frammento dei 2 miliardi di euro che abbiamo spedito su Marte.
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