Bene eccoci al primo articolo di Nerdeconomy, ossia modellizzazioni economiche nel mondo nerd (aka non prendiamoci sempre troppo sul serio), una rubrica che spero ci accompagnerà di tanto in tanto e che spero, soprattutto, possa interessare/divertire i più.

Come prima puntata parleremo di draghi da un punto di vista economico, i due articoli da cui prendo spunto sono i seguenti (entrambe parlano di Smaug):

Cercheremo quindi di capire quale sia l’impatto di un drago su un’economia esistente, quali le conseguenze e quali le possibile soluzioni.

 

 

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Arriva il Drago!

 

Aspetto monetario

Nessuno si domanda mai: da dove caxxo le ha prese tutte quelle monete il drago?

Il primo articolo citato mette l’accento sulla questione monetaria, ossia un drago incamera grosse quantità di moneta, di fatto sottraendole all’economia.

Tutti noi amiamo ammazzare il drago con i nostri pg e poi guardare il DM mentre enumera le migliaia di monete d’oro, di platino e d’argento pregustando i peggio acquisti.

Ma nessuno si domanda mai: da dove caxxo le ha prese tutte quelle monete il drago?

Bene, questa invece è una domanda importante, i draghi non hanno una società propria quindi è abbastanza certo che quelle monete il drago non se le sia guadagnate con il sudore delle scaglie ma che invece le abbia rubate\pretese in pagamento da parte delle genti che, per loro sfortuna, vivono non lontane dalla sua grotta.

Quindi avere un drago vicino ha un effetto deflattivo sull’economia, il drago ruba le monete, l’economia va in carenza di danaro liquido (deflazione) il che significa che le monete (ancorché vincolate all’oro e all’argento di cui sono fatte, benedetta parità aurea degli rpg) vedono il loro valore crescere.

Il che significa anche che la presenza di un drago nei dintorni fa crescere il valore dell’oro per il semplice fatto di renderlo più raro.

Avere un drago a due passi quindi rallenta l’economia.

Questo ha però effetto negativo sulla crescita economica, la mancanza di moneta rallenta il flusso del commercio che scende al gradino del baratto, il baratto è un sistema lento che rallenta l’economia di scambio e permette un’allocazione delle risorse decisamente meno efficiente di un sistema monetario, di conseguenza ha effetto negativo sulla crescita economica.

Avere un drago a due passi quindi rallenta l’economia.

 

Aspetto economico

L’impatto di un drago a livello di distruzione delle risorse

Il secondo articolo invece pone l’accento sull’impatto di un drago a livello di distruzione delle risorse.

Un drago al suo arrivo è probabile che uccida decine di persone (il drago preso ad esempio è Smaug che uccide i nani determinando una forte carenza di personale specializzato), in prima battuta questo ha un effetto shock sull’area (come un terremoto o uno tsunami), ma quanto questo sia devastante per l’economia dipende da altri fattori.

Intanto dobbiamo stabilire se l’attacco del drago è un evento isolato o meno.
Se il drago attacca la città ogni mese c’è poco da fare, tocca cambiare città (o uccidere il drago), inutile costruire una città in un punto colpito da un cataclisma a settimana.

Ipotizziamo invece che il drago arrivi, pianti su un po’ di distruzione e poi se ne stia tranquillo, magari una città verrebbe distrutta ma i paesi vicini non sarebbero affetti da tale devastazione.

Bene esistono diverse modellizzazioni degli effetti distruttivi di una calamità sull’economia di un’area, purtroppo la maggiorparte riguarda le economie moderne.

L’economia di un’area deve venir considerata come un continuo che va avanti nel tempo, se la zona è ricca la distruzione di beni dovuta al drago sarà presto riassorbita senza grosse difficoltà, ci saranno alcune difficoltà all’inizio ma poi le cose riprenderanno ad andare come prima.

Un buon parallelismo sono le grandi città che nel medioevo furono colpite dalla peste, città come Londra o come Costantinopoli, Roma, Parigi etc. persero fino a metà della propria popolazione ma poi, nel tempo, ripresero a essere produttive e ricche.

Il punto chiave diventa quindi quanto è integrata la città nel territorio, se ad esempio è un ricco snodo commerciale la presenza di un drago farebbe molti più danni terrorizzando i mercanti che attaccando di fatto la città.

Un drago che renda impossibile sfruttare le risorse di un’ambiente al posto di distruggere ricchezza è molto più deleterio per l’economia.

Se il nostro amato rettile occupasse le ricche miniere di oro o di ferro? Se bloccasse il traffico fluviale esigendo pedaggi?

Se divorasse gli armenti dei contadini a ritmi insostenibili?

Bhe in tutti questi casi la città decrescerebbe di ricchezza e molto probabilmente di popolazione.

Ogni economia ha una soglia al di sotto del quale crolla

Le rotte commerciali si sposterebbero e gli approvvigionamenti di beni locali da parte di altre città sarebbero sostituiti da altri competitor.

Ricordiamoci inoltre che ogni economia ha una soglia al di sotto del quale crolla, tale soglia è funzione della complessità tecnologica/sociale raggiunta, se si scende al di sotto di tale valore semplicemente l’economia regredirà a una forma più semplice, cosa che non tutti potrebbero accettare e che potrebbe comportare la fine della città per semplice abbandono.

 

 

Morte al Drago!

Cosa succederebbe ora se il famoso party di avventurieri si facesse strada per uccidere la belva?

Anche qui il discorso si fa complesso.

A livello monetario gli avventurieri sbloccano una grande quantità di denaro che, se reimmettono nell’economia, ha un forte effetto inflattivo, in pratica vengono immesse grandi quantità d’oro in un sistema dove l’oro ha un valore alto a causa della precedente deflazione facendone crollare il valore.

In prima analisi il ritorno dell’oro farebbe trainare l’economia (più oro  più acquisti più produzione!) ma le povere botteghe non farebbero in tempo a star dietro alla domanda (sempre ammesso che l’oro rientri nel mercato in maniera diffusa ad esempio se il re si riappropriasse del bottino degli avventurieri) di conseguenza il prezzo delle merci salirebbe a dismisura, un po’ come successe in Spagna durante la conquista del Sud America.

Un’economia così drogata di moneta non può reggere a lungo, gli strati più poveri della popolazione ne subirebbero gli effetti per primi portando a miseria e fame (il pane ora si venderebbe a monete d’oro!) e molto probabilmente a emigrazione.

Se l’economia del luogo è florida però anche questo shock sarebbe riassorbito, probabilmente attraverso politiche di calmieramento dei prezzi o di riduzione della moneta al fine di permettere all’economia reale di riguadagnare il terreno perduto.

Sul piano dell’economia reale invece uccidere il drago può solo essere un vantaggio, se il drago distruggeva risorse ora queste sono di nuovo disponibili, se occupava aree produttive o snodi commerciali ora questi sono di nuovo liberi, insomma la crescita potenziale sarebbe accresciuta e l’economia si approprierà abbastanza velocemente delle nuove possibilità offerte.

Se la città era stata abbandonata in passato a causa del rettile ora potrebbe essere ricostruita o tornare lentamente alla vita adesso che la bestia ha incontrato il suo fato, se le rotte economiche ormai si sono spostate potrebbe essere difficile re-incanalarle ma, dopotutto, l’economia è una forza ben più potente di qualche draghetto.

 

 

Conclusioni

Bilbo ha ragione a dire che è stupido lasciare che un drago viva nelle vicinanze.

Tutti questi ragionamenti si basano sul fatto che l’area colpita dal drago sia un’economia chiusa o semi-chiusa e comunque non prospera come le economie moderne.

Ovviamente se il drago attaccasse una piccola città di un impero economicamente integrato shock inflattivi e deflattivi non si farebbero nemmeno sentire, così come le distruzioni materiali sarebbero riassorbite molto più rapidamente.

Ma lo scenario delineato è abbastanza medievale, in cui spesso ducati e staterelli agivano in maniera molto autonoma e con economie di scambio poco sviluppate e fragili.

Bilbo ha ragione a dire che è stupido lasciare che un drago viva nelle vicinanze.
Il problema è che non sempre si può uccidere un drago (diversi articoli di fanta-storia medievale pongono l’accento su come un drago sia formalmente invincibile a meno di avere un grosso numero di soldati a disposizione), quindi cosa potrebbe fare un regnate quando un mostro simile si posizionasse vicino alla sua turrita cittadella?

Per le distruzioni materiali e i danni al territorio c’è poco da fare, tocca uccidere la bestia ma, finché non ci sono gruppi abbastanza potenti per farlo, si può sfruttare l’indotto della caccia al drago (fabbri, locande, oggetti magici) e mungere gli avventurieri di alto livello che arrivano in città.

Mentre se il sovrano agisse con rapidità potrebbe attenuare lo shock deflattivo partendo da questo principio “Se la moneta è bloccata al di fuori dell’economia allora io posso sostituirla con un altro bene senza danno per l’economia”.
Il re potrebbe quindi stampare dei pezzi di carta con scritto sopra “vale 1 mo”, per ogni pezzo di carta stampato però dovrebbe togliere una moneta dall’economia (se no sto stampando moneta senza valore), ma questo non è un problema, può usare le monete raccolte con tale conversione per pagare il drago.
Nel momento in cui le monete sono scambiate con la carta perdono il loro valore nell’economia e quindi possono essere date al drago che, come sappiamo dai manuali, cerca oggetti luccicosi e non di valore (stupida gazza ladra troppo cresciuta).

Questo ovviamente non sostituisce le eventuali distruzioni materiali o i furti di non-moneta, se il drago ruba un quadro di valore non posso emettere un pezzo di carta con scritto “vale un quadro di valore” perché se no è come se l’avessi venduto al drago quel quadro e questo non ha senso dal momento che me l’ha rubato.

Però se non altro mi mette al riparo dalla deflazione e, nel caso il drago fosse ucciso, il re non avrebbe altro da fare che scambiare i pezzi di carta con la moneta tornata nell’economia ripristinando il sistema monetario antecedente alla bestia e salvandosi anche dall’inflazione (ovviamente funziona solo se gli avventurieri non se la scappano con il bottino ma il bottino se lo prende il re).

Quindi i draghi sono alla base della teoria monetaria moderna in cui il valore della moneta è slegato dalla parità aurea.
I signoraggisti possono discuterne con Smaug se hanno dubbi in proposito.

 

 

Per i Master più esigenti ecco qualche spunto per le vostre avventure nerdeconomiche:

  • I pg giungono in città per uccidere il drago ma un malvagio mercante li ostacola. Infatti quando la bestia è apparsa nella zona il mercante ha fatto incetta d’oro che adesso, a causa dei furti del drago, vale molto di più ed è ben deciso a non lasciare che la moneta rientri nel mercato.
  • Il re vuole che i personaggi indaghino su alcune stamperie clandestine di “cartamoneta”, sistema messo in piedi all’apparizione di un gigantesco drago, i pg sono di basso livello e quindi non hanno chance contro la bestia ma in futuro chissà… per ora però bisogna difendere il regno dall’inflazione!
  • I pg arrivano in città sapendo che un grosso drago minaccia la zona, qui si trovano in compagnia di molti altri avventurieri venuti per lo stesso scopo. Quello che non sanno è che l’indotto della caccia al drago frutta al re molto più del tesoro del drago e quindi il monarca è d’accordo con la bestia per aiutarla a uccidere gli avventurieri e accrescere la fama della creatura.

Io stesso ai bei tempi avevo scritto un’avventura ambientata in una città che viveva dell’indotto della caccia ai draghi: durante la migrazione annuale di questi esseri centinaia di avventurieri raggiungevano questo borgo per la “Dos dia de sangre”, la grande caccia al drago, sponsorizzata e organizzata dalla cittadinanza che metteva a disposizione tutto quello che serviva per i gruppi di valenti caccia-rettili.