[quote]Men grow cold
As girls grow old,
And we all lose our charms in the end.
But square-cut or pear-shaped,
These rocks don’t lose their shape.
Diamonds are a girl’s best friend.[/quote]
Dopo aver parlato di diamanti come bene rifugio [url=https://leganerd.com/2012/03/10/un-diamante-e-un-investimento-per-sempre/]qui[/url] oggi cercherò di illustrarvi come scegliere (e valutare) un acquisto prezioso per la vostra dolce metà (sempre che ci sia).
[title]Una premessa[/title]
Innanzitutto occorre ricordare che esiste un listino chiamato RAPAPORT che è in grado di darci un’idea di quanto deve (dovrebbe) venire a costare una pietra in base alle sue caratteristiche (le 4 C, Colour, Clarity, Cut & Carat ), peccato che detto listino sia a pagamento e “riservato” agli operatori del settore (per ulteriori informazioni a riguardo vi mando a [url=http://www.whitediamondsinvestment.it/files/diamanti-guastafeste-rapaport.pdf]questo interessante articolo[/url] del Sole 24Ore uscito nel 2007).
Per cui essendo il prezzo di mercato dettato da quel listino potete solo sperare in negozianti che vi effettuino uno sconto maggiore di altri a meno che non comperiate i cosiddetti [b]Blood Diamonds[/b] che provengono da zone di guerra e che (essendone vietato il commercio) hanno prezzi decisamente inferiori agli altri (ma commettereste un illecito).
[title]Le famose 4 C[/title]
1) Colour (Colore), normalmente catalogato con variazioni che vengono identificate dalle lettere dell’alfabeto dalla D (bianco eccezionale) alla Z (giallo chiaro).
[more] Fuori scala ci sono i cosiddetti Fancy Colours che hanno tinte tra il giallo intenso e il marrone, il diamante nero invece è un’aberrazione dei giorni nostri, in pratica è un diamante PIENO di inclusioni (che fino a ieri veniva venduto a poco e niente) che per merito della moda è diventato di colpo costoso (non come i bianchi, ma nemmeno così lontano). In Italia i diamanti detti commerciali hanno un colore che va dal G al J e sono la stragrande maggioranza di quelli venduti nel mondo. I diamanti venduti in televisione e online a prezzi stracciati hanno solitamente una colorazione che va dal J al K (ma si arriva oggi anche a vedere L e M).[/more]
2) Clarity (Purezza), ovvero il numero e le dimensioni delle inclusioni presenti all’interno della pietra stessa: possono essere carboni o ghiacci, possono essere visibili ad occhio nudo o a diversi livelli di microscopio digitale.
[more]In questo caso la scala dei valori è la seguente:
F (Flawless-Puro),
IF (Internally Flawless – Nessuna inclusione a 10 ingrandimenti)
VVS1 e VVS2 (Piccolissime Inclusioni difficilissime da trovare a 10 ingrandimenti)
VS1 e VS2 (Piccolissime Inclusioni visibili a dieci ingrandimenti)
S1 e S2 (Piccole inclusioni visibili a 10 ingrandimenti)
I1 (Piccolissime inclusioni visibili a occhio nudo)
I2 (Piccole inclusioni visibili a occhio nudo)
I3 (Inclusioni visibili a occhio nudo)
[/more]
3) Cut (Taglio) che identifica il modo in cui è tagliata la pietra, tre categorie : Very Good (ottimo taglio), Good (buon taglio), Poor (scarso, taglio brutto).
[more] Attenzione, il taglio spesso è una caratteristica che può fregare, specie nelle vendite online (o per tv). una pietra di taglio good o poor può essere di un peso alto (caratura importante) ma montata risultare di minor effetto (anche nettissimo) di una di minor caratura ma taglio very good. Questo è male perché l’effetto della pietra montata è la cosa più importante in un gioiello con diamanti, e se il taglio non rispetta certe proporzioni pagheremo qualcosa che non vediamo e non godiamo appieno.
Mi spiego meglio, il taglio incide sia sulla rifrazione della luce che sulla dimensione della tavola (e della corona)
se la pietra è troppo profonda, la luce si rifletterà verso l’interno senza ritornare verso di noi, al tempo stesso la pietra sarà così alta che la corona superiore sarà piccola pur lasciando inalterato il peso della pietra. Se invece la pietra è troppo piatta la tavola sarà si pìù grande ma senza alcuna luce valida, piuttosto comperate una pietra più piccola ma con un taglio Very Good.
[/more]
4) Carat (Carati, il peso) , i diamanti si pesano in carati (kt), un carato equivale a 0,2 grammi, il carato a sua volta si può dividere in grani (1/20 di grammo) o punti (1/100 di carato)
[more] Una curiosità :
La parola deriva dall’arabo qīrāṭ (قيراط “ventiquattresima parte”), a sua volta derivante dal greco kerátion (κεράτιον, diminutivo di keras [κέρας] ovvero “corno”), (siliqua del carrubo), i cui semi avrebbero un peso estremamente uniforme, di circa 1/5 di grammo.
Che i semi del carrubo abbiano tutti un peso estremamente uguale è una credenza del passato, ormai sfatata: uno studio dell’Università di Zurigo ha constatato che il peso di tali semi varia, al pari di quello di tutti gli altri semi; gli scienziati suppongono che il seme del carrubo sia stato preso come peso comparativo per il fatto che è relativamente facile constatarne la differenza dimensionale a occhio nudo. Sono state fatte delle prove con delle persone che hanno stimato le dimensioni di vari semi, confrontandoli con un seme campione, con il risultato che il massimo errore di valutazione rientrava nel 5%. La variazione del peso di semi di carrubo presi alla rinfusa arriva al 25%[1].
(Fonte Wikipedia per la pigrizia di scriverlo io).
[/more]
Queste 4 C incrociate sulla tabella del RAPAPORT fanno si che si arrivi a definire il prezzo giusto per la singola pietra (a cui vanno aggiunti la lavorazione del gioiello, il peso dell’oro e l’eventuale quota brand nel caso di un gioiello “firmato”)
[title]Tagli per tutti i gusti[/title]
Il diamante grezzo può venire tagliato in svariati modi dal più comune (e di successo) taglio brillante all’ovale, passando per il marquise e arrivando al taglio princess (oggi sulla bocca di tanti, ma a mio parere sopravvalutato), qui sopra comunque potete vederne i più comuni!
[more]Come avete visto il brillante è un taglio, non un sinonimo di diamante, state sempre attenti, spesso colleghi e imbonitori usano il termine impropriamente definendo la pietra e ciò ha portato alla credenza che siano equipollenti. Invece questo è oggi uno dei maggiori sistemi in Italia per le truffe legalizzate, utilizzare il termine brillante per parlare di una pietra vuol solo dire che è tagliata in quel modo, ma può essere un vetro come uno zircone, un sasso come un pezzo di resina.[/more]
Come negoziante devo dirvi che per me il classico taglio brillante è ancora il migliore, il più luminoso e quello che da maggiori soddisfazioni specie nel caso di anelli a solitario, oggi però si sente molto parlare del Princess che è un taglio quadrato, la luce se la pietra è molto bianca e senza inclusioni è sicuramente bella ma per poter arrivare alla stessa luce di un taglio brillante ci vuole una pietra di tali dimensioni che i suoi costi diventano MOLTO elevati. Gli altri tagli sono meno usati come centri di un anello e più come contorni o montati su orecchini e collane.
[title] Come decidere un acquisto? [/title]
Comperare un anello in diamanti non è come comperare uno iCoso, ne esistono per tutte le tasche e per tutti i gusti per cui il mio suggerimento a tutti i miei clienti è sempre e solo uno: prima di entrare in gioielleria avere un idea chiara di qual’e il limite di spesa che ci siamo prefissati, che siano 300 euro come 30.000, questo vuo, dire che magari è meglio programmare l’acquisto, dando al gioielliere tempo sufficiente per trovare una pietra che ci soddisfi, stiamo parlando di due tre settimane durante le quali il venditore muove i suoi contatti alla ricerca di una pietra che , rispettando i criteri di bellezza richiesti, stia nel budget del cliente. Questo dà modo di trovare magari pietre con piccole imperfezioni invisibili ad occhio nudo ma che possono abbassare il costo della pietra anche di molto.
[more] Oggi oltretutto esistono montature “furbe” che all’interno di uno stesso castone racchiudono più pietre (solitamente 6 di contorno più una centrale un poco più grande) ma che ad un primo sguardo risultano come se fossero una pietra sola; io di queste oggi ne sto facendo moltissime perché costano MOLTO meno di una montatura classica a solitario, brillano molto di più (visto che a differenza delle classiche 57 faccette essendovi 7 pietre ve ne sono 399) e hanno una splendida resa estetica. Se la vostra dolce metà non è legata al concetto di SOLITARIO con queste montature “furbe” la farete contentissima, e sarete contenti anche voi del grosso risparmio fatto.[/more]
Tirando le somme se volete acquistare una pietra alla vostra dolce metà le caratteristiche che suggerisco sono:
– un colore tra l’H e il J
– un taglio Very Good (ma anche solo good)
– un livello di impurità tra il VVS2 e il VS2
La caratura la lascio scegliere a voi, ma i criteri per le altre TRE C andrebbero rispettati se non si vuole acquistare un bidone! Ricordate inoltre che le pietre sotto al mezzo carato spesso non hanno Certificato e va richiesto al commerciante (con un costo aggiuntivo di circa 150/200 euro); i certificati che suggerisco sono GIA, IGI o HRDA, ne esistono altri mille (e tanti produttori hanno i loro, tipo Damiani ReCarlo ecc ecc, ma è una pratica che sconsiglio, è come chiedere al fruttivendolo se le mele sono buone, cacchio le vende lui vuoi che ti dica che fan schifo?). Se vi fidate del negozio e la pietra non è di spesa eccessiva potete accettare che non ci sia certificato, altrimenti richiedetelo.
Mi accorgo ora di essermi dilungato molto, e di non esser comunque riuscito a sviscerare del tutto l’argomento, non me vogliate, ma è un territorio vastissimo! Per qualsiasi delucidazione mi trovate nei commenti!
FONTI:
Wikipedia
Diamond Info Buon sito da cui partire per avere un’idea del costo di una singola pietra!