La Trincea

Trapestio di passi, John prende il fucile e controlla lo stretto accesso alla trincea.
Sa che i tedeschi ogni tanto provano a infiltrarsi di notte, ma di solito lo fanno in vista di qualche offensiva, e il suo settore per ora è tranquillo.
Vede un ragazzo sbucare dal ridotto.
Magro, infagottato nella divisa, l’elmetto legato a vita che tintinna con la gavetta.
E’ un paio di giorni che se lo vede capitare tra i piedi nei momenti più strani.

– Luc che ci fai qua? Questo non è il tuo settore!
– Ciao! Hai una sigaretta?
– Sai che non possiamo fumare – dice John porgendogliene una.
In realtà anche i tedeschi fumano, vede i piccoli bagliori oltre la terra di nessuno, però nessuno spara mai.
– John cosa c’è più avanti?
– Penso ci sia la compagnia 121.
– No, l’altro giorno sono andato fino al settore H e c’erano dei canadesi.
– Cristo Luc! Se ti pescano fuori dal tuo settore ti fucilano per diserzione!
Luc sorride con l’incoscienza dei vent’anni.
– Ma no, nessuno ti dice mai nulla. Sei mai andato nelle retrovie?
– Una volta, sono andato perchè una scheggia mi colpito poco sopra l’occhio, sono stato 2 giorni nell’ospedale da campo.
John ricorda bene quel giorno, i tedeschi hanno provato a forzare le linee, anche se in realtà i tedeschi lui mica li ha visti, solo i colpi di cannone.

Il parlottare di Luc lo riporta indietro.
– Ah e più indietro cosa c’è?
– Penso la seconda linea di trincee.
– E più indietro la terza linea giusto?
– Penso di sì, poi ci saranno i magazzini, le postazioni di artiglieria…
– E più indietro?
– Bhe, più indietro c’è la Francia – John sorride come se avesse fatto una gran battuta.
Luc lo guarda pensieroso.
– Ma tu l’hai vista la Francia?
– Cazzo Luc! Io mi sono sposato in Francia! – Continua a ridacchiarsela.
– Sì ma, quanto è che non la vedi?
John lo guarda, poi capisce che l’altro è serio.
– Troppo tempo amico, sono qui da 3 anni e il massimo che ho visto è la retrovia con la mensa e il bordello.
– Si dice che i crucchi abbiano bombardato Parigi con un cannone.
– Sì, l’ho sentito dire anch’io.
I due rimangono silenziosi per qualche minuto, fumando nella notte.

– Bene John io proseguo!
– Prosegui? E che vuol dire?
– Che vado avanti!
– Vai dai Canadesi?
– Sì, e poi ancora più su…
– Ancora più su?
– Sì, sai mica cosa c’è dopo? Intendo, molto dopo?
– Bhe penso altre trincee…
– Fino a dove?
– Che domanda è “fino a dove”? Fino, fino…
John non ci ha mai pensato veramente, la sua vita è la sua trincea.
– Sai io credo che si possa arrivare fino al mare, fino al Belgio.
– Luc tu sei matto.
– Io non ho mai visto il mare, all’inizio della guerra mi hanno mandato a sud, settore I.
– E dove è?
– Vicino alla Svizzera…
– Vicino alla Svizzera? Luc qua siamo a metà della Francia! La davanti c’è la Renania! Come hai fatto ad arrivare qua?
– Dici? – Risponde Luc ignorando la domanda, – io vedo solo trincee… –
– Sì ma dietro c’è la Renania…
– Bhe, da dove arrivo io ci sono solo trincee e dietro mi dici che ci sono altre trincee.
– Sì, beh…
– Davanti ci sono trincee ma sono dei crucchi… Quindi credo che continuerò ad andare a nord, magari trovo un posto senza trincee.
Luc sorride come davanti a una grande verità.
– Luc, tu sei pazzo, ci sono trincee ovunque e ti farai fucilare.
– Ciao John, è stato un piacere conoscerti, e grazie della sigaretta!
– Luc aspetta!
Ma il ragazzo è già passato avanti.

John rimane da solo.
Che assurdità, pensa.
Poi tira su il fucile oltre il ridotto e spara un colpo verso la notte.
Da qualche parte, un altro fucile risponde.

Che lavoro fa il signor X?
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Il volo negato
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Revolutionary road
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Racconti da un futuro passato
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