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Il post umanesimo nell’arte


Per l’artista post-human, l’opera si identifica in una procedura ricostruttiva del corpo, alterato nella sua identità biologica in un processo di biodiversificazione tra arte, scienza e tecnologia, che ha come fine una mutazione genetica, un nuovo corpo, una nuova personalità, una nuova psicologia, talvolta attraverso autoaggressive trasformazioni somatiche, a metà tra performance, body art e chirurgia plastica: il corpo naturale, anacronisticamente superato ed inadatto al mondo tecnologico in cui si colloca, si adegua artificializzandosi in una esasperata ricerca di identifcazione con una realtà nuova Jeffrey Deitch

Il termine post human è stato coniato da Jeffrey Deitch con l’omonima mostra d’arte del 1992.
Il post umanesimo è una dottrina che abbraccia, oltre alla filosofia, la letteratura e le arti visive. Il termine indica la concezione secondo la quale i problemi che affliggono l’uomo, come le malattie e l’invecchiamento, si possono sconfiggere tramite l’utilizzo della biotecnologia e dell’ingegneria genetica; attraverso l’ibridazione tra uomo e macchina (e quindi la creazione dell’uomo bionico), secondo i post umanisti, è possibile raggiungere persino l’immortalità, oltre ad un incremento esponenziale della abilità e dell’intelletto umani, controllando, quindi, l’evoluzione.
Il concetto di post umanesimo viene esplicitato da Robert Pepperell ne Il Manifesto del Post Umano; il movimento si contrappone all’Umanesimo sia evidenziando i limiti dell’intelletto umano sia eliminando ogni differenza tra gli uomini e il resto della materia, se non la forma (illusoria) con cui appaiono ai nostri occhi.

Se le porte della percezione fossero purificate, le cose ci apparirebbero così come sono, infinite. William Blake

Inoltre, a differenza degli Umanisti, i quali credono che il corpo non sia altro che un vettore per la mente (la “coscienza”), per i post-umanisti questi due elementi sono indivisibili. Inoltre, essendo la coscienza parte del corpo e quindi della materia ritengono che tutti gli esseri – anche le macchine – la possano raggiungere fornendo loro le giuste condizioni.
Un post umanista, inoltre, rinuncia alla ricerca dell’origine dell’universo in quanto futile e inconcludente ed è aperto all’occultismo e al mondo del paranormale, in quanto il metodo scientifico non è da considerare, aprioristicamente, superiore agli altri.
Inoltre, secondo alcuni sociologi, molte previsioni del passato riguardo lo sviluppo tecnologico si sono rilevate errate, e le ambizioni che i post-umani si pongono sono esagerate.
Modificare l’essere umano comporta altrettanti rischi che benefici, e quindi occorrerebbe prestare molta attenzione: alcuni studiosi, come Bill Joy, ritengono che l’uomo rischia seriamente l’estinzione a causa delle mutazioni e delle trasformazioni transumanistiche.
La reazione di alcuni conservatori e clericalismi come Giuliano Ferrara è, semplicemente, di bollare come immorale qualsiasi tentativo dell’uomo di alterare la propria natura.
L’arte occupa un ruolo di prim’ordine in questa dottrina, tant’è che lo stesso Robert Pepperell afferma che l’era postumana potrà verificarsi solo quando si riuscirà a vincere la “sfida” posta dagli Umanisti, secondo i quali l’arte, massima espressione dell’ingegno umano, il senso del bello e la creatività siano di dominio esclusivo dell’uomo e non trasferibili nelle macchine.
Secondo Robert Pepperell, l’arte descrive un prodotto del mercato dell’arte; sottolinea, poi, la differenza tra oggetto d’arte e oggetto esteticamente stimolante
La creatività e l’arte, inoltre, non sono necessariamente la creazione di qualcosa di totalmente nuovo, ma la combinazione di fattori fino ad allora tenuti distinti (come la tendenza, tipica degli inizi del ‘900 in artisti come Klimt, nel recupero della tradizione con l’utilizzo di nuove tecniche e di nuovi materiali).

Uno dei maggiori esponenti artistici del posthuman è Stelarc; convinto del fatto che il corpo umano è obsoleto e che è possibile migliorarlo attraverso l’applicazione delle nuove tecnologie, nel 1997 si è fatto impiantare una protesi meccanica attivata dai muscoli addominali e da quelli delle gambe. Nel 2003, invece, si fa applicare una copia del suo orecchio destro ottenuta con culture cellulari su un braccio.

Altro artista aderente a questa corrente è Eduardo Kac. Una delle sue opere più celebri è la creazione del coniglio transgenico chiamato Alba che, esposto ad una particolare frequenza elettromagnetica diventa luminescente e che, del tutto vivente, è diventato parte integrante della famiglia dell’artista.

Una delle opere più rivoluzionarie è il MEART (Multi Electrode Array Art); creata da Guy Ben-Ary e Steve Potter nel 2003, è costituita da un braccio robotico in grado di disegnare. Durante l’esposizione i visitatori hanno posato per MEART; un’immagine digitale veniva confrontata con gli scarabocchi del braccio meccanico. Le differenze fra le immagini venivano convertite in una griglia con 64 pixel, ogni secondo questi pixel erano convertiti in segnali elettrici e inviati ai neuroni del laboratorio; dopo una pausa ciascun elettrodo misurava i segnali generati dalle cellule di Atlanta in risposta alla stimolazione, e restituiva l’informazione al braccio robotico di Perth. La rete delle cellule del cervello, situata nel laboratorio del professor Steve Potter negli USA ed il braccio meccanico, situato nel laboratorio di Ben-Ary all’università de Australia, interagivano in tempo reale attraverso un sistema di scambio di dati via Internet. Secondo alcuni filosofi e artisti, quest’artista semi-vivente permetterà di esplorare la creatività, perché potrebbe essere capace di iniziare a creare le sue opere.

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ORLAN è una dei massimi esponenti del post human. Ha raggiunto la popolarità grazie a performances “estreme”; protagonista delle sue performances è il suo corpo, che dal 1990 ha subito sette operazioni (le cui riprese, foto, scarti e reperti organici vengono venduti), con lo scopo di trasformarsi in un nuovo essere simile ai modelli classici come Venere, Diana, Europa, Psyche e Monna Lisa. La settima è ultima operazione è del 1993, quando si fa impiantare due protesi al silicone per zigomi, creandosi due corna.
ORLAN sta attuando su se stessa una metamorfosi fisica e di identità tra le più radicali e controverse nel panorama artistico contemporaneo. Artista ormai nota in tutto il mondo, le sue performance sono ormai sostenute anche dal Ministero francese della Cultura e da quello degli Affari Esteri. da Dizionario del teatro e dello spettacolo

Nel cinema e nella letteratura, tematiche come l’ibridazione tra uomini e macchine e clonazione sono affrontate nel genere cyberpunk.
In letteratura, le prime avvisaglie del cyberpunk sono rintracciabili in 1984, di George Orwell e nei romanzi di Asimov. In realtà, la fede nel fatto che le nuove tecnologie possano diventare parte integrante dell’uomo e aumentarne le abilità era presente anche nel Medioevo.
L’ambientazione dei romanzi cyberpunk è il futuro prossimo ipertecnologico ma decadente, solitamente visto in chiave distopica.
Non esiste un vero e proprio filone cinematografico cyberpunk, in quanto nessun cineasta aderì al movimento e le trasposizioni cinematografiche delle opere letterarie furono mal riuscite, non aderenti agli originali e non riscossero successo. Tuttavia, molti film e autori influenti vengono accumunati a questo genere. Tra i film ricordiamo Blade Runner, Terminator, Robocop, Akira, Matrix, Io, robot e Inception.

Fonti
Wikipedia
WikiArtpedia
Manifesto del postumano – capire come il mondo cambia è cambiare il mondo, Robert Pepperel | Kainos – dopo l’umano
Jeffrey Deitch: una straordinaria rivoluzione nel modo in cui vedono se stessi | Flashartonline.it
Eduard kac | Sito
Stelarc | Sito
Meart: The Semi-Living artist | Sito
Orlan | Sito

[spoiler]E, visto che la “topa” (nel vero senso della parola) non può mancare…

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Al di là delle sue innegabili e plateali forzature, delle sue istrioniche provocazioni,
Post-Human è anche il tentativo di un avvio di dialogo tra arte e scienza, seppure in termini apocalittici ed in alcuni casi dichiaratamente truci ed inquietanti, per una mutazione (mostruosa?) della specie, ma anche delle emozioni e delle fantasie dell’uomo, senza limiti né
confini, espressione più vera della libertà dell’anima, che il moderno mondo artificiale potrebbe anche assecondare e potenziare.
Jeffrey Deitch

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