L’eresia di Horus

Ho assassinato migliaia di individui per l’Imperatore e lui non mi ha dato altro che il suo dannato silenzio. Ora i suoi sicofanti guaiscono ad ogni vita che prendo, mentre gli dei mi promettono la galassia.

-L’articolo che segue è interamente scritto dall’utente @Thedoubleg82 che ringrazio infinitamente per la pazienza-

Oggi ci addentriamo nella narrazione di quella che è stata forse la guerra interna più sanguinosa che l’Imperium dell’uomo abbia mai affrontato sinora, l’Eresia di Horus.

Tale conflitto, dalla durata estremamente breve se rapportato ad altri conflitti, ha rischiato di distruggere l’Imperium dall’interno, segnandolo per l’eternità e determinando l’introduzione di organi che, successivamente, avrebbero dato la caccia ai sovversivi con furia impensabile e determinazione paranoica.

Prima di procedere è però opportuno soffermarci su colui che ha determinato tutto questo:

Horus, il Primarca dei Lupi della Luna.

Dopo la dispersione dei neonati primarchi per la galassia ad opera dei poteri perniciosi, l’Imperatore partì alla volta delle stelle per riunificate la Via Lattea e ritrovare le sue creature, i Primarchi, appunto.

Guidando praticamente da solo la sua armata di guerrieri geneticamente modificati, all’inizio del M30 l’Imperatore lanciò la Grande Crociata.

Horus, successivamente soprannominato dai suoi guerrieri e dall’Imperatore stesso Lupercal, fu il primo dei Primarchi a essere ritrovato, precisamente sul pianeta Cthonia, relativamente vicino alla Terra.
Al suo ritrovamento, Horus era ancora un adolescente e pertanto la sua crescita fu quasi interamente condotta al fianco dell’Imperatore.

Ciò permise al Primarca di apprendere direttamente dal suo padre genetico le arti della guerra, le tecniche per padroneggiare i poteri psionici e i segreti per sfruttare al meglio il suo corpo sovraumano di Space Marine. Pronto al combattimento e animato da uno spirito di sacrificio per l’Imperatore che si affiancava a una sincera amicizia, Horus assunse il comando della Legione Space Marine dei Lupi della Luna.

Torreggiante al di sopra dei suoi uomini e dotato di straordinarie capacità strategiche e belliche, Horus era in grado di rivaleggiare con l’Imperatore stesso sotto molti aspetti; dal canto suo, l’Imperatore nutriva una fiducia incondizionata nel suo luogotenente e un affetto simile a quello che intercorre tra un padre e un figlio.

Fianco a fianco i due semidei si avventurarono per la galassia animati dal desiderio di ritrovare gli altri Primarchi, di riunire la famiglia dei condottieri della razza Umana e di porsi a baluardi di salvezza per ogni uomo minacciato dalle forze aliene.

Per un certo periodo Horus fu l’unico Primarca ad essersi ricongiunto con il suo creatore e ciò non fece altro che rendere il legame tra i due ancora più saldo, portando i valorosi Space Marine al fanatismo eroico nei confronti dei loro micidiali condottieri.
Durante l’assedio di Reillis l’Imperatore combatté schiena a schiena con Horus, salvandogli la vita; Horus fece addirittura di meglio, strappando il braccio di un Kapo Orko la cui mano era già stretta al collo dell’Imperatore, ansiosa di ghermirne la vita.

Il Signore della Guerra

Ritrovati altri diciassette dei diciannove Primarchi, l’Imperium non aveva mai conosciuto un periodo di simile espansione.
Circa duecento anni dopo, sul volgere al termine della Grande Crociata i sistemi solari dominati dall’uomo erano posti sicuri, governati con disciplina e amore dall’Imperatore che finalmente vedeva quasi realizzato il suo sogno.

Era stato nominato Signore della Guerra, l’intera forza imperiale venne posta al suo comando e la sua Legione fu ribattezzata “i Figlio di Horus”, a rimarcare la sua assoluta supremazia seconda unicamente a quella del suo amato padre.

Le razze aliene fino ad allora conosciute non si azzardavano a muovere guerra contro una forza tanto maestosa, ad eccezione degli orki che non combattono per dominare ma solo per il gusto della guerra stessa.

Al fine di dedicarsi all’armata nella sua completezza, Horus, si avvaleva di quattro consiglieri che insieme formavano la confraternita del “Mournival”, quattro guerrieri formidabili, quattro servitori incrollabili dell’Imperatore: si trattava dei Capitani Aximand, Torgaddon, Loken e Abaddon (n.d.a. per gli esperti: si! Proprio lui!).

Giunto a questo punto della Crociata, l’Imperatore, sorprendendo tutti i suoi Primarchi, decise di interrompere il suo viaggio per fare ritorno sulla Terra, lasciando il suo pupillo Horus a comando delle forze. Non giustificò mai la sua decisione e del resto nessuno si sognò mai di chiedergliene conto. Horus accettò l’incarico onorato e condusse gli altri Primarchi ai confini della Via Lattea, dimostrandosi un valido sostituto finchè…

La corruzione e il cedimento.

La corruzione di Horus ha inizio ben ben prima che egli diriga le sue armate contro la Sacra Terra.
Possiamo affermare che il Il Cappellano Erebus, della prima Compagnia della Legione dei Predicatori, fu il vero artefice del cedimento di Horus.

Durante una visita di Horus presso il mondo popolato dagli Interex, volta alla riunificazione al resto del genere umano, Erebus si intrufolò segretamente nelle sale dedicate all’esposizione di armi aliene e trafugò la spada corrotta Anathame, determinando l’inizio di un conflitto tra la Legione di Horus (i Figli di Horus appunto) e il mondo che li stava pacificamente ospitando.

Erebus portò la lama demoniaca a Eugen Temba, governatore imperiale del pianeta Davin e grande amico del Primarca Horus. Questo oscuro manufatto scardinò rapidamente la psiche del governatore, portandolo alla follia e facendolo cedere ai poteri perniciosi, trascinando con se l’intero pianeta.

Appresa la notizia Horus si precipitò con i suoi guerrieri nell’orbita del pianeta corrotto e affrontò, come Erebus aveva auspicato, il governatore Temba rimanendo ferito dalla lama demoniaca.

La frittata era fatta.

La ferita del Primarca rifiutava di guarire, nonostante le cure dei migliori apotecari della legione. In un disperato tentativo di curare il padre ferito, gli Space Marine condussero Horus dai Davinites (elementi dei quali sappiamo ben poco se non che avevano metodi di cura che coinvolgevano la stregoneria e i poteri misteriosi del warp).

Durante i rituali di cura lo spirito di Horus venne trasferito momentaneamente nel warp, dove Erebus lo stava attendendo.

Col più triste degli inganni Erebus si travestì da Astur Sejanus, il capitano della quarta compagnia dei Figli di Horus e miglior amico del Primarca; mostrò al suo spirito distrutto una visione del futuro nel quale l’Imperatore alcuni Primarchi governavano l’universo con odio e terrore e senza il contributo di Horus, facendosi adorare dall’umanità come degli dei.

Dal canto loro, i terribili dei del Caos si mostrarono sconfitti dalla potenza psichica dell’Imperatore, mostrandosi in realtà disinteressati al mondo materiale. Va sottolineato che l’animo di Horus era già incrinato dal disinteresse del suo padre genetico, l’Imperatore, dopo il suo ritorno sulla terra, ciò a dispetto degli incredibili successi che egli stava avendo nella riunificazione della galassia.

Tuttavia, nei meandri di perdizione del warp, qualcosa di inaspettato si frappose tra Horus e la corruzione. Il potente Primarca Magnus il Rosso, comandante della Stirpe dei Mille e grande conoscitore della stregoneria e delle arti oscure, interruppe la visione, smascherò il traditore Erebus e supplicò il fratello di non cedere alla tentazione.

Ma ormai era troppo tardi; Horus, terrorizzato e sconfortato dal futuro di odio e terrore che attendeva il genere umano, cedette senza riserve ai poteri perniciosi, si votò al Pantheon del Caos.
Si convinse rapidamente che se c’era qualcuno degno di essere adorato dall’umanità, questi era lui e non l’Imperatore.

Lui aveva combattuto battaglie di furia inimmaginabile, aveva visto orrori oltre ogni concepibilità e aveva lordato le sue mani senza nulla ricevere in cambio!

Devastato nell’anima dalle orrende tentazioni degli dei del Caos, Horus venne guarito dalle sue ferite nel corpo mortale e ricevette la promessa che può essere così riassunta:

”Ho assassinato migliaia di individui per l’Imperatore e lui non mi ha dato altro che il suo dannato silenzio. Ora i suoi sicofanti guaiscono ad ogni vita che prendo, mentre gli dei mi promettono la galassia.”

I Piani di Horus

Ma per conquistare una galassia, la legione dei Figli di Horus, seppur potente, non era sufficiente, quindi il Primarca prese a tentare di corrompere altri fratelli, posti al comando di altre legioni: Angron dei Divoratori di Mondi, Fulgrim dei Figli dell’Imperatore e Mortarion della Guardia della Morte furono i primi Primarchi ad abbracciare Horus nel suo scellerato piano, mossi dalla loro inarrestabile sete di violenza.

Lorgar dei Predicatori non tardò ad unirsi alla causa di Horus, corrotto anch’egli dal perfido Erebus. Magnus il Rosso, in un disperato tentativo di avvertire l’Imperatore dei piani di Horus, inviò un messaggio astropatico di incredibile potenza che scardinò le difese della terra con la sua forza psichica, distruggendo uno dei maggiori progetti dell’Imperatore, un passaggio permanente e stabile per le vie sicure del warp edificate dagli Eldar (popolo alieno riconducibile agli elfi), volto allo scopo di dar loro battaglia.

L’Imperatore, che aveva a suo tempo proibito l’uso della stregoneria a tutto il genere umano, space marine compresi, non riuscì a credere che il suo prediletto figlio lo stesse tradendo e colse l’impiego della stregoneria da parte di Magnus come un tradimento da parte di quest’ultimo. Infuriato, l’Imperatore inviò il Primarca Leman Russ e la sua temibile Legione dei Lupi Siderali a prendere in custodia Magnus per condurlo a giudizio.

Ciò allineò ancora di più i piani di Horus che persuase Russ sul cedimento di Magnus e lo convinse a dargli battaglia fino a costringerlo a ritirarsi nel Warp. Tradito, sconvolto e profondamente disperato per la reazione del suo Imperatore, il Rosso cedette a sua volta alla divinità caotica Tzeentch, schierandosi di fatto dalla parte di Horus, seppur contro la sua volontà.

Alpharius della Legione Alpha cedette al Caos, tratto in inganno da una visione dalla quale si evinceva che una vittoria di Horus contro l’Imperatore avrebbe condotto alla sconfitta definitiva delle entità demoniache. Perturabo dei Guerrieri di Ferro cadde vittima dell’invidia nei confronti dei successi militari di Rogal Dorn dei Magli dell’Imperatore che invece rimase fedele.

Konrad dei Signori della Notte vide l’opportunità di sfuggire ad un’azione disciplinare per la sua eccessiva violenza durante un’azione militare e tradì.

Ai nove traditori (Horus incluso) si unirono innumerevoli reggimenti della Guardia Imperiale e svariate legioni di temibili titani. L’esercito di Horus per muovere guerra alla Terra era costituito ma non era ancora sufficiente.

Nove Primarchi erano rimasti fedeli e tra di essi c’erano guerrieri formidabili e grandi strateghi: Lion el’ Johnson degli Angeli Oscuri, Sanguinius degli Angeli Sanguinari, Roboute Guilliman degli Ultramarine, Ferrus Manus delle Mani di Ferro, Jaghatai Khan delle Furie Bianche, Rogal Dorn dei Magli dell’Imperatore, Leman Russ dei Lupi siderali, Corax della Guardia del Corvo e Vulkan delle Salamandre.

Nove Legioni al gran completo che sicuramente non avrebbero preso bene il tradimento e per di più al comando dell’Imperatore in persona che, all’apprendimento delle reali intenzioni di Horus avrebbe avuto verosimilmente gli zebedei un po’ girati.

Fu così che tramite astuzie, rivolte secondarie e esche, Horus fece in modo che gli Angeli Oscuri, gli Ultramarines e gli Angeli Sanguinari partissero alla volta della galassia lasciando la terra impoverita delle sue difese.

I Lupi, guidati da Russ erano già all’inseguimento di Magnus e pertanto rimanevano ”solo” cinque legioni a difendere la Sacra Terra.

Nel prossimo capitolo dell’Eresia: Assault at Holy Terra.

Stay Tuned!

Fonti:
wikipedia.org
games-workshop.com
Lexicanum.com

[WarHammer40k] è la rubrica a cura di @Zamma @thedoubleg82 e @Baron che recensiscono il mondo di Warhammer 40000.

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