Wilco

Avete presente quando capitano quei momenti alla guida in cui ci si perde anche solo per un istante? Quando capita di cogliere quella particolare sfumatura del cielo, quel dettaglio al ciglio della strada, quei colori che si mischiano e che ci colpiscono improvvisamente in modo del tutto unico e particolare? Ecco, questi sono gli Wilco. O almeno, questo sono ciò che rappresentano.

Un po’ di storia

Nascono nel 1994 a Chicago per mano di Jeff Tweedy, dopo lo scioglimento del suo precedente gruppo musicale. Si formano e non si fermano più, che questo sia chiaro: vanno come dei treni merce, senza fermarsi un attimo, senza darsi un istante di respiro.
Corrono i Wilco e producono, tanto. Otto album che oggigiorno, a meno che tu non sia la classica piatta popstar della domenica, sono un numero impressionante. Come impressionante è la qualità che li contraddistingue.
Cresce la loro qualità, sempre di più, sempre più intensamente, fino ad assestarsi alla pubblicazione di Yankee Hotel Foxtrot. Da lì in poi non si muoveranno più, il loro standard non cambierà di una virgola nei seguenti nove anni. Un male? Macché. Che male c’è a rimanere stabilmente eccellenti? Nessuno e lo sanno bene. Ovviamente nessuna pausa, gli Wilco lavorano sempre, quasi fosse un peccato mortale adagiarsi sugli allori.

Sonorità

Iniziamo a spiegare un po’ cosa sono gli Wilco, come suonano, senza metafore o dilungandoci troppo. Suonano bene, anzi benissimo, forse meglio della maggior parte delle band più famose e conosciute.
Uno stile, il loro, che si rifà alle highway sperdute dell’america di un tempo, percorso con calma e serenità (curioso per una band che sembra destinata a correre), pur trattando spesso e volentieri storie non propriamente felici, pervase sempre da un velo di malinconia. Più che un viaggio che ci porterà a raggiungere qualcosa ci sembra quasi il contrario, ovvero che ci allontani da qualcos’altro, che sia esso l’amore, la famiglia, i ricordi. Qualcosa, nient’altro.
Gli strumenti utilizzati sono dei più vari, difficile che si ripetano in un loro album. Però non immaginiamoceli come un’accozzaglia informe, priva di uno scheletro riconoscibile e formato. Tanti suoni ma ben selezionati e accuratamente inseriti all’interno del loro contesto, in una pulizia generale che sorprende per ordine e compostezza. Curioso quindi, una poliedricità di gusti degna di un bento giapponese.

Conclusioni

In conclusione gli Wilco sono tutto questo, né più né meno. Appartengono ad una categoria praticamente estinta di musicisti che fa della semplicità il proprio credo, portando avanti questo concetto con un’eleganza e una precisione qualitativa eccellente. Da ascoltare quando si è soli, magari con un buon paio di cuffie oppure in macchina, vero e proprio loro habitat naturale.

In ogni caso viaggerete, fidatevi.

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Sito ufficiale degli Wilco
Pagina Wikipedia degli Wilco

[P&T Sounds] è la rubrica musicale a cura di @taldeital, @pazqo, @chopinhauer e @Xenakis che racconta la musica fuori dal coro che valga la pena ascoltare.

Ps. Oggi 11/11/11 tre articoli, dico tre, pubblicati da P&T Sounds. Manchi solo tu @pazqo !

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