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Stefania Ercolani, direttore dell’Ufficio Multimedialità della SIAE, torna a parlare con PI circa le licenze richieste ai siti per la musica dei trailer: salvi i link ma non le pagine dei social network, se utilizzate con fini commerciali

Vi invito ad andare a leggere l’intervista a Stefania Ercolani in cui si chiarisce una volta per tutte fondamentalmente che… bisogna pagare.

L’atteggiamento rimane sempre lo stesso, i punti cardine sono la difesa del diritto d’autore e il parallelismo con altri usi che si fanno della musica e che sono già tassati:

Per esempio, se acquisto un CD, nel prezzo è considerata anche la quota per diritto d’autore; ma questo non consente di utilizzare lo stesso CD trasmettendolo attraverso una radio oppure in discoteca. Idem per un DVD, i cui diritti sono corrisposti per la visione domestica. Ogni utilizzo è distinto e indipendente dal precedente.

Insomma, quello che ci aspettavamo di leggere. Si continua poi a fare orecchie da mercanti sulla questione pubblicità e diffusione dei video su internet, a domanda diretta sulla questione, su come queste direttive porteranno di fatto ad una minore diffusione dei trailer online, la Ortolani risponde:

E chi dice che bisogna limitarne la circolazione? Al contrario. Qui stiamo parlando di corrispondere un compenso dovuto agli autori delle musiche, come avviene per le altre utilizzazioni delle colonne sonore. Non dimentichiamo che l’invito a regolarizzare spedito ai siti di trailer dalla SIAE riguarda siti commerciali, molti dei quali sono in rete da anni e vedono crescere le inserzioni pubblicitarie grazie anche all’attrattività dei trailer e degli spezzoni di film. Molti di loro contengono anche altre musiche.

Non solo. Si chiarisce anche la questione Facebook e social network: se inserite dei video in delle pagine create per uso commerciale (che vuol dire esattamente su Facebook, non si sa) dovrete pagare anche voi la famosa tassa.

Le pagine aziendali sono siti commerciali. La SIAE ha il compito di riscuotere i diritti per conto dei suoi iscritti in condizioni di economicità ed efficienza. La legge sul diritto d’autore (quella italiana come quella degli altri paesi occidentali) prevede che qualsiasi uso debba essere autorizzato. Quindi indipendentemente dalle scelte aziendali della SIAE, gli autori possono ritenere che la presenza in certi siti o in certi social network non siano compatibili con la presenza delle loro opere e agiscano di conseguenza, sempre che i siti non abbiano una regolare licenza.
Un sito di informazione serio e credibile come Punto Informatico è molto utile per mettere a fuoco le sostanziali differenze che possono esistere tra varie pagine di Facebook: una cosa è il ragazzino che dialoga con i suoi amici, un’altra cosa è la casa discografica o il music store che apre una pagina su Facebook per avere un rapporto diretto con il suo target. È evidente che i secondi esempi sono decisamente commerciali e i profili “commerciali” o di imprese su Facebook ormai sono di realtà molto presenti e molto incisive. Non è il social network quindi che elimina il carattere commerciale dell’offerta.

In generale, non è cambiato nulla in due settimane. La SIAE rimane ferma nella sua posizione e, se possibile, la peggiora includendo anche i social network in questa assurdità.

Il metodo di riscossione rimane ancora assurdamente casuale, motivo di vanto per la Ortolani a quanto pare che alla domanda in cui si chiede se l’embedding verrà così di fatto bandito ha il coraggio di rispondere:

Qui non si vuole “ufficialmente bandire” niente! Tutt’altro. Se questa fosse stata l’intenzione, non sarebbe stato inviato un cortese invito a regolarizzare ma si sarebbe fatto ricorso ad altri strumenti che pure la legge italiana e le direttive europee mettono a disposizione degli autori e dei loro rappresentanti. La SIAE ha un servizio antipirateria che non è mai stato chiamato in causa proprio perché non si vuole impedire niente ma anzi facilitare al massimo il rispetto del diritto d’autore!

Tutt’altro! viene da ridere, ma ci sarebbe da piangere.

E’ evidente che la nostra protesta serve a ben poco. Non mi aspettavo certo di cambiare nulla con Lega Nerd, ma mi aspettavo, questo si, un sollevamento generale da parte della rete, cosa che non è avvenuta.

La SIAE conta proprio su questo: se ne parlerà per un altro po’ e poi tutto finirà nel dimenticatoio.

Un messaggio a tutti i blogger la fuori: se tra un mese, o tra un anno, o tra dieci anni, avrete fatto crescere il vostro blog sufficientemente da essere notato dalla SIAE e vi arriverà quindi una bella ingiunzione di pagamento… un pochino ve lo siete meritato.

Dal canto nostro abbiamo cercato attraverso un atto eclatante di far risaltare la notizia il più possibile e di farla quindi girare attraverso Twitter, Facebook e Google+ in modo che arrivasse sotto gli occhi di più persone possibili. Di più non potevamo fare.

Lega Nerd torna da oggi a mostrare i video normalmente. Vedremo cos’altro ci riserverà la SIAE e tutti i suoi cugini statali esperti di internet.

Hulk sad.

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