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L’eliofobia

Eliofobia: paura persistente, anormale ed ingiustificata del Sole.

Eccoci qua! Dopo mesi di silenzio, pronti ad eviscerare l’ennesimo comportamento fobico umano.
Dal mio pozzo freddo ed umido scrivo di eliofobia: paura reale e vampirica che colpisce molte più persone di quanto si immagini.

Prima di addentrarci nel discorso però, come sempre, è il caso di creare distinzioni e dare spiegazioni indispensabili per comprendere meglio tale fobia.

Innanzitutto è il caso di spiegare che ormai il termine eliofobia è di uso comune e spesso viene associato anche ad un deficit fisico (le paure, si sa, sono tutte di origine psichica e non fisica); oggi, sia “eliofobico”, “fotofobico” e “eosofobico” sono termini usati per descrivere sintomi come l’assenza di vitamina D o il keratoconus (avete presente il fumetto Gea? Ecco! Gea in realtà è affetta da keratoconus e non dalla fotofobia).

Accantonando quindi gli svariati significati che questo termine ormai ha involontariamente fagocitato, scaviamo (è proprio il caso di dirlo) nell’animo dell’eliofobico D.O.C.

Chi soffre di eliofobia, contrariamente a quanto si pensa, non trascorre in casa tutto il tempo che va dall’alba al tramonto, esce anche col sole, ma è probabile che tenti di trovare degli “scudi”, una sorta di… chiamiamola “corazza” che possa impedire ai raggi solari di toccarlo: se notate un tipo tutto imbacuccato che compra il pane senza levarsi la sciarpa dal viso e con degli spessi occhiali scuri, potreste esservi imbattuti in un eliofobico.

La fobia nasce principalmente nell’infanzia, ed è legata a traumi assolutamente soggettivi: fissare il sole, bruciarsi durante una tintarella possono essere alcuni dei nodi gordiani dell’eliofobico.

Quelli sopracitati sono solo alcuni degli esempi validi, ricordandosi che questa fobia ha una forte valenza soggettiva, potrebbe essere connessa e collegata a qualsiasi altra cosa o situazione.

Dal punto di vista allegorico (allegorico… non clinico) eliofobico è considerato qualsiasi strega e vampiro old style, il capostipite di tutti gli eliofobici è il principe della notte per eccellenza: Nosferatu!

Durante l’inquisizione inoltre, uno dei tratti distintivi che riconosceva una strega da una normale anima persa era la risposta che egli/ella dava alla “prova della luce”: in parole povere si chiudeva la presunta strega nelle segrete per almeno tre giorni, dopodiché la si portava fuori alla luce del sole… non serve un genio per capire che il 100% delle persone che subivano questo trattamento venivano considerate “gregari della notte”… se fossi nato in quell’epoca sarei stato arso vivo già alla tenera età di 8 anni… ma questa è un’altra storia.

… E tu? Di cosa hai paura?

[P.A.U.R.A.?] è la rubrica a cura di @0paque che tratta di fobie più o meno conosciute

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