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I pensieri di Galen si rincorrevano senza sosta mentre i suoi occhi quasi non vedevano l’impontente foresta di alberi wroshyr che si estendeva sotto i suoi piedi. Davanti ai suoi occhi si sviluppava la città di Rwookrrorro, capitale del pianeta Kashyyyk dove aveva vissuto i primissimi anni della sua vita. Le grandi strutture in legno che si arrampicavano sugli imponenti tronchi, ospitavano la vita degli Wookiee che rappresentavano l’unica forma di vita intelligente originaria di quel pianeta formato principalmente da giungle impenetrabili. Galen cercò di tornare con la mente alla sua infanzia e cercò di ricordare qualcosa dei suoi genitori, soprattutto di suo padre, ma nonostante gli sforzi non riusciva a focalizzare il suo viso e la rabbia faceva tremare le sue mani.

Un respiro pesante ed imponente lo distrasse dai suoi pensieri e consapevole di chi lo stesse avvicinando volse lo sguardo in direzione del suo maestro.

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“Maestro… davvero non capisco… perchè mi hai riportato qui? In questo luogo provo solo rabbia e sofferenza” la voce gli usciva come un sibilo e lo sguardo tornò ad osservare le abitazioni circolari che sembravano abbracciare i rami degli alberi.

“Perchè è qui che tutto ha avuto inizio, è qui che tuo padre conobbe la morte per mano di chi credeva amici”

La figura di Galen fu scossa da un tremito.

“Tuo padre non era d’accordo con la decisione del consiglio degli Jedi di prendere il comando della repubblica e di dichiarare guerra al cancelliere Palpatine, riteneva che ci potessero essere ancora margini per la diplomazia, ma il consiglio non gli dette ascolto e nonostante la sua insistenza pacifica venne fatto uccidere”

Le mani di Galen continuarono a tremare e piccole scariche elettriche avvolsero le sue dita ed elettrizzarono l’aria attorno. Il volto contratto e i denti stretti lasciarono sfuggire solamente tre parole.

“Voglio distruggerli tutti”

“Ne avrai l’occasione ed è per questo che voglio affidarti una missione segreta e di fondamentale importanza per il futuro dell’impero. Sono stato informato che Rahm Kota sta preparando una attacco sulla luna di Nar Shaddaa e tu andrai laggiù a compiere il tuo dovere… oltre ad iniziare la tua vendetta!”

Un ghigno malizioso deformo il viso di Galen “Farò quello che deve essere fatto e non sarà tanto spiacevole”

Il segnale del comunicatore di Darth Vader li distolse dalla discussione e dopo essere stato qualche secondo in ascolto rispose perentorio e si diresse al suo TIE Advanced per lasciare il pianeta.

Il ragazzo osservò il globo alato salire verso l’atmosfera e sparire alla vista. Rimase di nuovo solo e tornò a contemplare la città; la cosa che lo irritava maggiormente era non aver potuto conoscere abbastanza suo padre e lo faceva letteralmente infuriare il fatto che quei sobillatori di Jedi glielo avessero strappato.

Era ancora immerso in questi pensieri che quasi non si accorse di un suono sordo provenire dalle sue spalle, quando torno a girarsi vide nel cielo un oggetto che si avvicinava a grande velocità. Non sembrava rallentare e l’impressione che puntasse direttamente verso di lui lo mise immediatamente in allerta.

Istintivamente piegò le gambe e nello stesso tempo estrasse la spada laser che si attivò disegnando nell’aria un linea rosso cremisi. La mano rimasta libera si apri volgendo il palmo verso l’alto e le scariche elettriche divennero più intense, pronte a scagliarsi contro chiunque gli si parasse di fronte.

L’oggetto ora si dimostrò essere una astronave come non ne aveva mai viste, affusolata e divisa in due al centro, mentre ai lati due specie di ali simili a quelle dei caccia TIE sembravano dare stabilità a tutta la struttura.

La navicella continuava ad avvicinarsi a folle velocità mentre il volto di Galen si contrasse assumendo un’espressione livida, quando fu ad una decina di metri da terrà rallentò bruscamente atterrando a pochi centimetri dal ragazzo.

Un nuvola di polvere lo investì accecandogli la vista, ma i sensi di Galen percepirono una perturbazione nella forza provenire proprio dall’interno dell’astronave. La curiosità mista alla rabbia per quella situazione inaspettata lo misero un po’ a disagio e attese gli eventi. Quasi immediatamente un suono metallico annuncio l’apertura del portello dal quale uscirono un droide traballante e subito dietro una ragazza che gli sorrise strizzando l’occhio.

Galen rimase immobile, sorpreso dalla sfrontatezza e dalla bellezza della donna, era alta quasi come lui con un viso aqua e sapone incorniciato da capelli biondissimi. Due occhi azzurri, all’apparenza gentili, ma decisi, lo scrutavano sotto la visiera del berretto militare. Il corpo era fasciato da una tuta nera che lasciava intravedere le curve leggere dei fianchi e del seno. Quasi non si accorso che un’altra figura era apparsa sulla sommità del portello, era di nuovo il suo maestro che richiamò la sua attenzione.

“Questi sono Juno e Proxy, l’equipaggio che ti accompagnerà nella missione”

“Io non ho bisogno di un equipaggio, non ho bisogno di aiuto per riportare la giustizia nell’impero. Lasciami solamente l’astronave e compirò il mio dovere senza nessuna zavorra a farmi perdere tempo!”

Vader emise un breve ghigno di soddisfazione per l’addestramento che aveva plasmato i sentimenti di Galen facendo emergere la rabbia, l’odio, il risentimento e l’arroganza; ma questa volta si stava rivolgendo al suo maestro e doveva essere riportato all’ordine. La mano destra si sollevò dal fianco aprendosi e puntando al collo dell’allievo che si senti immediatamente soffocare. Lasciò cadere la spada e si porto entrambe le mani al collo cercando di divincolarsi da quella stretta invisibile che gli impediva di respirare. La lotta però era impari e le gambe di Galen cedettero facendolo inginocchiare.

Vader scese la rampa di uscita dell’astronave e si avvicinò con calma e sicurezza a Galen rivolgendosi a lui con un tono che non ammetteva repliche.

“Sei presuntuoso ed avventato… queste potrebbero essere qualità utili in certi frangenti, ma anche punti deboli quando giungono inaspettate. I miei sono ordini precisi e non si discutono. Questi saranno i tuoi nuovi compagni di viaggio e li dovrai accettare. Juno è un ottimo pilota, il migliore dell’impero, e ti sarà molto utile.”

La presa al collo si allentò e Galen tossi per riprendere l’aria che era mancata per qualche interminabile secondo. Poi rispose rimanendo in ginocchio davanti al suo maestro ed abbassando il capo.

“Si maestro, chiedo perdono per avervi mancato di rispetto. Seguirò i vostri ordini senza esitare”

“Bene, hai fatto la scelta giusta, vai ed esegui la tua vendetta, Starkiller!”
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