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“Probabilmente è il miglior simulatore militare esistente, uno dei migliori degli ultimi anni … considero MW2, più di qualsiasi altra cosa, parte della mia formazione simulativa … soprattutto il multiplayer è fantastico. Si possono simulare in modo approssimativo operazioni complete.

“Addestrarsi simulando con Call of Duty Modern Warfare è una buona alternativa, ma se possibile si dovrebbe accumulare molta esperienza pratica con il fucile d’assalto (con ottica Red Dot).

Queste le affermazioni tratte dal lungo memoriale di Anders Behring Breivik, il pazzo responsabile del massacro sull’isola di Utøya e dell’attentato a Oslo.

Parole che ovviamente hanno scatenato l’ennesimo (vuoto) dibattito sul rapporto tra videogiochi e violenza, come se GranTurismo fosse responsabile delle corse clandestine e Flight Simulator dell’attentato alle Torri Gemelle.

Un altro gioco citato da Anders Breivik è World of Warcraft, definito un’ottima scusa per giustificare il tempo passato lontani da famiglia e amici mentre si prepara l’attacco.

… basta dire di aver iniziato a giocare a World of Warcraft o a un qualsiasi altro MMO online e che ci si deve dedicare completamente al gioco per qualche mese o anno. Questo ‘nuovo progetto’ può giustificare l’isolamento o il fatto che non si risponda al telefono per lunghi periodi di tempo. Si può dire di essere completamente rapiti dal gioco. Se il progetto richiede di viaggiare basterà dire di andare a trovare gli amici di WoW, o meglio ancora a conoscere una ragazza della propria gilda (che vive in un altro paese). Con una simile scusa non verrà posta alcuna domanda”.

A quando una bella indagine su gli oltre 10 milioni di utenti di WoW?

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