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Manuel José Delgado ed il controllo della mente

Eccoci ad un nuovo appuntamento con [ESE] (Esperimenti Scientifici Estremi), oggi parlerò di Manuel Josè Rodriguez Delgado, uno degli scienziati più discussi di questo secolo.

Nacque in Spagna nel 1915 per poi trasferirsi in America nel 1946 accettando una cattedra nell'Università di Yale ove studiò le reazioni del cervello agli stimoli elettrici.

Egli sosteneva che grazie ai suoi studi un giorno si sarebbero potuti reprimere i più bassi istinti che alcuni soggetti umani talvolta provano ancora, come lo stupro, la violenza e l’omicidio; tutto questo sarebbe potuto diventare (a detta sua) possibile grazie allo stimoceiver, un chip radiocomandato di sua invenzione che inviava impulsi al cervello monitorandone contemporaneamente le onde tramite un elettroencefalogramma.

Scimmie, gatti, gibboni, tori e perfino esseri umani ricevettero l’impianto, che si scoprì essere in grado di controllare i movimenti indipendentemente dalla volontà del soggetto; per esempio era in grado di far muovere la testa o alzare un braccio senza che questi ultimi lo volessero.

In un suo noto esperimento impiantò lo stimoceiver nella corteccia del gibbone più aggressivo del gruppo e collegò una leva che una volta abbassata rilasciava uno stimolo elettrico che lo portava alla quiete. Naturalmente le altre scimmie (ND sopratutto le femmine) non ci misero molto a capire il meccanismo quindi ogni volta che subentrava un comportamento violento ecco che ZAK abbassavano la leva e subito il soggetto si calmava (un incubo).

Ma il Prof. Delgado non si fermò certo qui: il 17 maggio 1965 a Cordoba impiantò un chip nel cervello di un toro ed entrò nell’arena. Al momento della “carica bovina” premette il pulsante sul radiocomando e come per magia si fermò immediatamente.


Il passo successivo fu quello di un innesto umano, ma non ci furono i risultati sperati: un soggetto chiudendo convulsamente ed in modo involontario il pugno disse (traduco): “La sua elettricità è più forte della mia volontà” ma nulla di più. Un altro ancora scuoteva la testa violentemente ma affermava di farlo per libera scelta dicendo: “Lo sto facendo volontariamente. Sto solo cercando le mie pantofole”.

Nonostante parecchi pazienti affetti da turbe psichiche gli chiesero di provare l’esperimento egli fu costretto a fermarsi dopo breve tempo, ammettendo di ricevere sempre risposte troppo soggettive.

Qui finì il suo sogno del controllo mentale, e forse dovremmo dire per fortuna.

Se fossimo stati in una società ove ci impiantano un chip nel cervello che reprime ogni nostro istinto violento al momento della nascita, probabilmente non ci sarebbero state neanche tutte le rivoluzioni che hanno portato le varie popolazioni mondiali ad essere ciò che sono oggi. Ci sarebbe una sorta di grande fratello con una schiera di eletti che decide cosa è bene e cosa male, senza avere la possibilità di libero arbitrio.

Il suo pensiero “chiuso” e di “censura arbitraria” non ci mise molto a far leva sui mass media, che lo etichettarono in breve tempo come scienziato pazzo, lasciando il compito degli elogi agli scrittori di fantascienza.

Verso il 1975 tornò in Spagna e si ritirò a vita privata, e nessuno parlò più di lui fino al punto che tutti credettero che fosse morto, mentre oggi Manuel Delgado è ancora vivo ed ha 96 anni e segue ancora con interesse gli esperimenti sulla stimolazione neurale in barba a tutti i gufacci.

Qui potete trovare un documento pdf trattante gli esperimenti di Delgado a mio avviso ben fatto, ed invece qui le (poche) info sullo scienziato riportate su Wikipedia.

[ESE] è la rubrica a cura di @WebDataBank che parla degli esperimenti scientifici più controversi.

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