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L’arte del bonsai originaria dell’antico Giappone è diventata un hobby a livello mondiale che suscita una genuina contemplazione estetica nello spettatore.
Bonsai, tradotto alla lettera dal giapponese, significa “pianta in un vassoio” e sembra che l’albero e il vaso formino un’unica unità armoniosa, nella quale la forma, i materiali e il colore si completano a vicenda. Per avere un bonsai ricco di armonia possono volerci anni di potature, innesti, rifiniture ecc. Alcuni esemplari raccolti qui sono fedeli alla filosofia e all’estetica giapponese, mentre alcuni coltivatori hanno compiuto un grande sforzo per uscire dai canoni.
Qui segue la lista dei 15 bonsai più belli della Terra!
[title]Il Bonsai più piccolo del pianeta[/title]
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Cos’è più piccolo di una miniatura di un albero? La miniatura di un albero in miniatura. Questo pezzo misura 22mm ed è ottenuto da una specie tipica della Malesia chiamata “Water Jasmine” – l’unica specie che apparentemente è capace di raggiungere queste dimensioni.
La misura standard di un bonsai in miniatura è di 10cm ed è proprio per questo che il creatore Kuah Tee Teong sostiene che questo può essere il bonsai più piccolo al mondo.
Kuah non ambisce alla popolarità pertanto non ha registrato la sua creazione nel Libro Mondiale dei record, tantomeno ha in programma di vendere i suoi piccoli alberi. La sua filosofia è “Se vendo, non avrò nulla da mostrare”.
Lavora anche su alberi potandoli in modo tale da farli assomigliare a cani, lumache o polpi.
[title]Musica da un Bonsai[/title]
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Diego Stocco non è un coltivatore di bonsai, non ha mai vinto nessun premio per le Bonsai competition ma è, nel suo modo unico, un amante e un domatore di bonsai. Comprò un Bonsai e lo fece cantare, provando che in effetti puoi insegnare nuove abilità ad un vecchio bonsai.
Usando un microfono Rode NT6, alcuni piccoli trasduttori e uno stetoscopio modificato, Stocco ha registrato un pezzo sperimentale suonato esclusivamente dalle piccole foglie e dai rami del bonsai. Ha usato inoltre un pianoforte, un pennello e differenti archi per ottenere suoni differenti dall’albero. Non scandalizzatevi se in questo video sembra che stia torturando il povero piccolo albero. Nessun bonsai è stato danneggiato durante l’esperimento e come voi sapete, l’arte comporta sacrifici.
(Già visto grazie a @pau a [url=https://leganerd.com/2011/01/26/music-from-a-bonsai/]QUESTO LINK[/url])
[title]Raro Bonsai Ganoderma[/title]
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Questo è un rarissimo bonsai Ganoderma lucidum coltivato, con un diametro impressionante di 90cm. La successione di livelli e il cappello a corona lo rendono unico al mondo.
Conosciuto come “fairy herb”, il Ganoderma lucidum è stato ampiamente usato nella medicina tradizionale Cinese per più di 2000 anni. E’ uno dei funghi più vecchi usati a scopo medicinale e, a causa dei suoi presunti effetti benefici ed apparente assenza di effetti collaterali, è conosciuto come una delle sostanze vegetali più potenti dell’Estremo Oriente.
Nella cultura Cinese è inoltre simbolo di buon auspicio, bellezza e longevità. Gli effetti salutari e le forme e colori spettacolari gli hanno garantito anche una buona fetta nel mercato dei bonsai.
[title]Paesaggio Penjing Premiato[/title]
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Il “Penjing” è l’estensione cinese dell’arte del bonsai e può essere tradotta alla lettera come “paesaggio in vaso”.
L’arte cinese si focalizza più nella creazione di un paesaggio in miniatura convincente piuttosto che creare un perfetto albero in miniatura come accade invece per i coltivatori giapponesi. Cio nonostante, il valore di un Penjing Premiato viene valutato quando è spoglio e non ricoperto di fiori e foglie. La composizione nell’immagine si chiama 大風驚濤, che significa letteralmente “crudeli sferzate di vento pungente” ed è stato premiato alla Guangzhou Penjing Exhibition in Cina, la più grande mostra di Penjing in stile lignan (stile del sud) fin dalla fondazione del Paese.
[title]I più vecchi alberi bonsai[/title]
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Il bonsai più vecchio ancora in vita si può trovare nel giardino privato di un ristorante di Tokio, Giappone.
Gli alberi che hanno dai 400 agli 800 anni che si trovano all’Happo-en Garden, sono un’attrazione per tutti gli amanti dei bonsai che visitano Tokyo. Ogni albero è coltivato in vasi di epoche specifiche, spesso di valore equivalente a quello degli alberi stessi.
La tradizione degli alberi in vaso ci porta indietro nel tempo, fino alla lontana epoca Egizia, nel 4000 a.C.
Antiche immagini raffigurano degli alberi in miniatura coltivati in contenitori di pietra.
Il faraone Ramses III è conosciuto per aver donato vari ulivi e altre piccole miniature di piante a vari templi. Nell’era indiana pre-comune (Indian Pre-Common Era, credo sia equivalente più o meno all’Alto Medio Evo) numerose specie di piante furono coltivate con la “tecnica bonsai” per scopi curativi e nutritivi.
[title]L’albero Bonsai più grande del mondo[/title]
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Questo antico bonsai giapponese di 600 anni, è presumibilmente il bonsai più grande del mondo secondo lo staff dell’ Akao Herb & Rose Garden di Atami, Giappone. Certo, il titolo è paradossale dato che la qualità che li distingue è proprio la caratteristica dimensione.
Ma dopo tutto bonsai significa “albero in un vaso”, non è specificata la grandezza di questo e specialmente se può contenere un impressionante esemplare di 5 metri d’altezza e 10 di larghezza come questo Pino Rosso.
[title]Ginepro delle Montagne Rocciose di Walter Pall[/title]
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Walter Pall è una sorta di rock-star del bonsai fra gli entusiasti di questa cultura.
Ha ricevuto numerosi riconoscimenti nazionali e premi internazionali per il suo bellissimo quanto drammatico bonsai. Ha vinto il prestigioso premio Crespi Bonsai Cup (link opzionale al sito) in Italia con il suo ben noto Ginepro delle Montagne Rocciose che è entrato fra i primi sei al primo tentativo.
Ha vinto anche il secondo ed il terzo posto nel Gingko Cup Award in Belgio che si tiene ogni due anni.
L’informazione più controversa che abbiamo riguardo Walter Pall è che, nonostante la fama internazionale, considera il suo come un lavoro amatoriale portato avanti in maniera professionale. Questo perchè crea alberi per puro diletto personale, non per intenti commerciali. Nel tempo ha messo su una delle più complete collezioni di bonsai in circolazione.
[title]L’acero di Walter Pall[/title]
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Un altro famoso pezzo della collezione di Walter Pall è l’acero montano, che vinse il Bonsai Today – Art of Bonsai Photo Contest. Pall fu uno dei primi europei a lavorare con specie indigene, che collezionava nelle sue amate montagne alpine.
Adesso la sua collezione conta circa 1000 tipi diversi di alberi in vari stadi di sviluppo e ha un emporio di circa 1000 vasi creati a mano per completare i bonsai.
Oltre che per le sue conifere è molto conosciuto per i suoi alberi a foglie decidue.
I bonsai di Walter sono solitamente forti e potenti alberi a cui lui frequentemente lascia assumere forme naturali. Più si dedica allo sviluppo degli alberi, più si allontana dallo stile tradizionale verso i suoi concetti di design.
[title]Il melo selvatico di Walter Pall[/title]
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Un icredibile e dolce melo di 56 cm. Non so se qualcuno che abbia avuto la possibilità di vederlo sia riuscito a resistere alla tentazione di assaggiare queste piccole mele, ma credo che il signor Pall lo abbia sistemato in un posto sicuro, lontano da ospiti troppo curiosi.
La coltura di alberi da frutta è di tendenza tra i coltivatori di bonsai. La cosa affascinante è che i frutti sono effettivamente commestibili, specialmente quelli che provengono dalla categoria Citrus.
I frutti che si possono solitamente ottenere in dimensioni così piccole includono : ciliege, mele, lime, limoni, mandarini e fichi.
Il successo e la forza del bonsai da frutta dipendono dalle condizioni metereologiche e dai fattori topografici come umidità, temperatura e terreno.
[title]Ginepro cinese “Itoi-gawa”[/title]
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Il Ginepro Cinese è molto amato e popolare tra i professionisti e gli amanti dei bonsai. Data la malleabilità del legno può essere modellato in bellissime ed interessanti forme. Come questo appartenente ad Enrico Savini, Italia che ha vinto molti premi incluso il Bon Oki International Desing Award nel 2003 e il Bonsai Clubs International People Choise Award del 2008.
Savini dice che iniziò ad amare l’arte del bonsai all’età di 10 anni e il suo primo albero, un Pruno da fiore che sopravisse solo pochi mesi, gli fu regalato da sua nonna.”Non potevo perdonarmi quel fallimento, quindi l’ho presa come una sfida personale, la mia carriera infatti è una continua sfida con me stesso”.
[title]Dan Robinson, il Picasso del Bonsai[/title]
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Questa perfetta Tsuga mertensiana esprime il virtuosismo di Dan Robinson come artista del bonsai e il suo rispetto per le vie proprie della natura. Noto come un pioniere dell’arte del bonsai, o come il Picasso del bonsai, pratica e insegna tecniche ispirate alla tradizione dell’antico Giappone. Questo è uno dei tanti scatti raccolti nel libro di Gnarly Branches, Ancient Trees: The Life and Works of Dan Robinson – Bonsai Pioneer, in collaborazione con il fotografo Will Hiltz.
[title]Ginepro San Jose[/title]
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Quest’opera d’arte appartiene a Nancho Marin, un venezuelano laureato in Belle Arti, che è rimasto affascinato dalle infinite possibilità di coltivazione e manipolazione degli alberi. Nella sua ricerca di ricreare un ambiente naturale, si prende molta cura del mood e della forma in modo che il prodotto finale rispecchi la sua visione artistica. Non c’è da stupirsi se il suo Ginepro San Jose vinse il prestigioso titolo di “Opera più artisticamente innovativa di tutte le opere e tutte le categorie” al “The Art of Bonsai Contest” del 2008.
[title]Rosa del Deserto Bonsai[/title]
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Non popolari quanto i ginepri ma amati all’unanimità per la loro delicatezza e fragilita, i bonsai floreali possono raggiungere straordinarie forme.
Il signor Jai Krishna Agarwal, dell’India, ha circa 100 esemplari nella sua collezione e ama particolarmente le rose del deserto. Perchè? Perchè i loro tronchi spesso ricordano le forme del corpo umano.
L’effetto è quantomeno surreale, questo bellissimo esempio ricorda alcune sculture fauve.
[title]Bonsai Ginepro Semi-cascante[/title]
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Un bonsai di Ginepro coltivato, progettato e sviluppato da Harry Hirao e in mostra al National Bonsai and Penjing Mueseum nel The United States National Arboretum.
Questo vecchio bonsai semi-cascante è stato probabilmente raccolto nelle White Mountains, in California.
Lo shari (la parte secca del tronco) è molto prominente in questo bonsai, lasciando solo una striscia a cui l’albero è collegato dalle sue foglie alle radici.
L’estetica dietro questo tipo di tronchi contorti e attorcigliati è chiamata “Literati” ed è stata influenzata dalle condizioni politiche ed accademiche del periodo della dinastia Tang, quando era ampiamente praticata dall’elite. Il Literati è uno stile lirico contemplativo che mostra tensione (nel tronco) e liberazione (nei rami cascanti), come nella legge universale dello Yin e Yang.
[title]Il bellissimo albero di Azalea[/title]
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Una vecchia Azalea, probabilmente della specie Satsuki, dalla Collezione del National Bonsai and Penjin Museum nel The United States National Arboretum.
Le azalee sbocciano in primavera e i loro fiori durano spesso varie settimane. Nella cultura cinese, l’azalea è conosciuta come “thinking of home bush” (xiangsi shu) [si accettano suggerimenti per la traduzione] ed è immortalata nella poesia antica e nelle storie contemporanee.
[url=http://air-purifier-reviewsite.com/blog/bonsai-trees/]Traduzione da QUI[/url]