Foals

Esistono tanti gruppi musicali che possono essere ricondotti ad un’ideologia nerd, ma sono pochi quelli di grande qualità come i Foals.

Nati essenzialmente come band dedita al math rock, videro la loro strada diramarsi ed assumere il formato attuale solo dopo qualche anno di sperimentazioni e tentativi. Essenzialmente c’è qualcosa che li differenzia dalle altre band che ne condividono il genere: l’anima. Il math rock, per quanto possa risultare delizioso e armonicamente funzionale, oltreché con testi scritti in modo originale e, nel contempo, ricchi di contenuti, ha come tallone d’Achille quello di risultare sempre troppo lontano, distaccato e freddo per l’ascoltatore. Il fattore uditivo e di contenuti, insomma, viene sicuramente soddisfatto ma il fattore emotivo viene invece, praticamente, lasciato in disparte.
Con loro ciò non capita.

Già da Antidotes, il loro primo album, si era iniziato a intravedere qualcosa, anche se il loro legame con il genere continuava ad essere forte, a possedere radici resistenti e per nulla aperte ad un’eventuale virata. Ma c’era qualcosa, nascosto tra le righe di questo disco, un qualcosa che si celava tra le musiche eleganti ed ordinate e la voce soffusa e coinvolgente di Yannis Philippakis. Qualcosa che, in poche parole, iniziava a manifestarsi.

Con l’uscita, lo scorso anno, di Total Life Forever ne abbiamo la prova definitiva: i Foals trascendono la matematica. Con questa frase non voglio dire che quest’ultima venga puntualmente dimenticata oppure messa in disparte, anzi intendo che la matematica diventa un tramite, un mezzo per portare l’ascoltatore verso un’emozione non più derivata solo dalle parole ma anche da un’acuta ritmica e da un’attenta scelta musicale. Spanish Sahara ne è il perfetto esempio; ci troviamo di fronte ad una canzone dotata di una serie di caratteristiche che non la rendono banale come tanti altri prodotti usciti nell’ultimo periodo. Innanzitutto è da lodare il crescendo, sia a livello di volume che a livello ritmico, di quest’ultima. Si parte sottovoce, quasi in maniera impercettibile, finendo con un’esplosione di suoni e voci, che diventano più forti, più sicuri, più violenti. Senza snaturarsi, senza uscire dall’ordine, ribellandosi rimanendo ancorati alle regole. Le immagini, splendide, non hanno nemmeno bisogno di parole, parlano semplicemente da sé. Splendide, toccanti, il video si muove sul continuo contrasto degli elementi, siano essi caldo-freddo (fuoco e neve), oppure cromatici (rosso e bianco) oppure, infine, a livello di stato (solido e liquido, come il ghiaccio sulle onde). Un capolavoro che merita di essere ascoltato e visto, più e più volte, oltre che il perfetto biglietto di benvenuto per questo splendido gruppo indie finché volete, hipster finché vi pare, ma fottutamente geniale.

Ordine e passione, rabbia ed eleganza, matematica ed emozioni sono tutte caratteristiche che gli appartengono, in modo contrastante, come contrastante è tutta la loro musica. Ci sono mille modi per cercare di riassumerli in poche parole, per cercare di definirli metaforicamente.

Personalmente, penso che il migliore sia il seguente: Foals, il cuore in una scatola.

A seguito un po’ di video dei Foals, assicuratevi di guardarli tutti, sono veramente di pregevole fattura.

Video
Olympic Airways
Miami
This Orient

Fonti
Sito ufficiale dei Foals

[P&T Sounds] è la rubrica musicale a cura di @taldeital, @pazqo, @chopinhauer e @Xenakis che racconta la musica fuori dal coro che valga la pena ascoltare.

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