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[quote]Per seguire la Via il samurai deve mantenere l’attenzione sul momento presente e non vacillare, non avere pensieri mondani né essere schiavo delle passioni. Ogni istante è importante e quindi è necesario concentrarsi sempre sul momento presente.[/quote]
[quote]Si può imparare qualcosa da un temporale. Quando un acquazzone ci sorprende, cerchiamo di non bagnarci affrettando il passo, ma anche tentando di ripararci sotto i cornicioni ci inzuppiamo ugualmente. Se invece, sin dal principio, accettiamo di bagnarci eviteremo ogni incertezza e non per questo ci bagneremo di più. Tale consapevolezza si applica a tutte le cose.
Hagakure (1, 79).[/quote]
Pubblicato per la prima volta nel 1906, ma composto due secoli prima, Hagakure è una delle opere più famose e controverse tramandateci dalla letteratura giapponese. Esso racchiude l’antica saggezza dei samurai sotto forma di brevi aforismi. L’autore, Yamamoto Tsunetomo, vissuto in un’epoca di pace e di conseguente decadenza della figura del samurai, si chiuse in un monastero buddhista, dove per sette anni ammaestrò all’antico codice d’onore il giovane Tashiro Tsuramoto. L’allievo trascrisse le conversazioni avute con il maestro e le raccolse negli undici volumi che compongono “Hagakure”, preziosa testimonianza di un pensiero complesso e positivo, ben diverso dallo stereotipo del kamikaze votato all’annullamento di sé ancora vivo nell’immaginario occidentale.
Il libro di per sè non ha una trama: contiene svariati aforismi, brevi spunti che invitano alla riflessione e uno strumento per la ricerca interiore.
Alcuni potranno sembrare estremi e insensati per chi non ha mai “masticato” buddismo zen o filosofie simili; altri invece semplici ed immediati, direi quasi piccoli consigli da applicare giornalmente.
[more]Yamamoto Tsunetomo noto anche con il nome buddhista Yamamoto Jōchō (山本 常朝?) (12 giugno 1659 – 1721) è stato un militare e filosofo giapponese.
Era un samurai della prefettura di Saga nella provincia di Hizen (Kyūshū) che serviva Mitsushige Nabeshima, al cui servizio era entrato all’età di soli 9 anni. A vent’anni conobbe prima Tannen, un monaco Zen che aveva lasciato il tempio locale in segno di protesta per la condanna di un altro monaco, e Ishida Ittei, un letterato confuciano consigliere di Nabeshima esiliato per più di 8 anni per essersi opposto alla decisione di un daimyō.
Quando il suo patrono morì nel 1700, non scelse il junshi (accompagnare il signore nella morte eseguendo il seppuku) perché Nabeshima aveva mostrato di condannare la pratica quando era in vita e voleva seguirne la volontà. Dopo alcuni screzi con il successore di Nabeshima, Yamamoto decise di prendere i voti buddhisti con il nome Jōchō e di ritirarsi in un eremo sulle montagne.
Ormai vecchio, tra il 1709 e 1716 raccontò i suoi pensieri a un altro samurai, Tsuramoto Tashiro; molti di questi riguardavano il padre e il nonno del suo patrono, il bushidō e la decadenza della casta samurai nel pacifico periodo Edo. Tashiro non pubblicò il contenuto delle conversazioni avute con Tsunetomo che molti anni più tardi, con il nome collettivo di Hagakure (葉隱 o 葉隠? “All’ombra delle foglie”).
Lo Hagakure non fu molto noto durante gli anni dello shogunato, ma intorno agli anni trenta era divenuto uno dei testi più famosi sul bushidō insegnati in Giappone.[/more]
Se il libro dovesse appassionarvi, vi invito a vedere un ottimo film di Jim Jarmusch ovvero “Ghost Dog: Il Codice del Samurai” interpretato da un giovane premio Oscar Forest Whitaker.
Vi lascio qualche bel link per approfondire:
hagakure.splinder.com
scheda del libro su unilibro.it
rosenoire.org/archives/Hagakure